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 2008  giugno 12 Giovedì calendario

A lezione di libertà da Ahmadinejad. Il Sole 24 ore 12 giugno 2008 C’è una potentissima lobby israeliana anche in Italia? Certamente sì, secondo l’ineffabile presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad

A lezione di libertà da Ahmadinejad. Il Sole 24 ore 12 giugno 2008 C’è una potentissima lobby israeliana anche in Italia? Certamente sì, secondo l’ineffabile presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Il quale, raccontando ieri dalla città di Shahr-e-Kurd del suo recente viaggio a Roma in occasione del vertice Fao, ha affermato che l’Italia è addirittura un Paese «controllato dalla lobby sionista». «Gli industriali che ho incontrato - ha spiegato Ahmadinejad - mi hanno supplicato di aiutarli a poter esprimere liberamente le loro opinioni sull’Iran, visto che in Italia domina un clima di forte repressione e una totale carenza di libertà d’espressione». Ahmadinejad ha anche affermato che alcuni giornalisti, «con le lacrime agli occhi», lo hanno avvicinato in seguito, per esprimergli la loro speranza in una «vittoria della nazione iraniana». Secondo il leader iraniano, in Italia come in America sarebbe all’opera un’influente coalizione di gruppi e individui impegnati nella difesa degli interessi di Israele. Di questo argomento gli imprenditori ufficialmente non vogliono parlare perché sono impegnati a fare affari con tutti e quindi non vogliono sbilanciarsi. Preferiscono restare sul concreto. «I problemi del business con l’Iran risiedono nei rapporti economici e finanziari, nella mancata copertura delle lettere di credito, nella moltiplicazione delle sanzioni che aumentano i costi delle transazioni, anche se noi abbiamo continuato a lavorare con tutte le principali banche iraniane», dice Francesco Ripandelli, l’"ambasciatore" di Mediobanca presente la scorsa settimana all’incontro romano delle imprese con Ahmadinejad. Se i manager italiani di grido non si sono presentati, inviando delegati di più basso livello, più che alle pressioni della «Israel lobby» ciò è dovuto a quelle del Governo, che si è rifiutato di incontrare il presidente iraniano. Ed è dal Governo italiano che dipendono i crediti all’export, non da quello israeliano. Che possano esserci ingerenze sulle società che operano con i nemici di Israele può capitare, ma forse è più frequente il caso contrario: Paesi arabi e islamici non si fidano troppo delle imprese occidentali che lavorano nello Stato ebraico. Ancora più potente della lobby ebraica è poi quella americana, in particolare del petrolio: qualche anno fa sui giornali statunitensi fu condotta un’ampia campagna per affermare che era impossibile costruire il gasdotto dell’Eni Blue Stream tra la Russia e la Turchia. Soprattutto non c’è bisogno di nessuna lobby per fare pressioni sull’Italia: sarà lo stesso presidente Bush a chiedere la fine degli aiuti italiani Sace all’export verso Teheran, che avrebbero toccato i 4 miliardi di euro. Non bisogna pensare male, a intrighi, manovre occulte: tutto è così chiaro. E la scorsa settimana, all’Hilton di Roma, non è sembrato di vedere giornalisti o imprenditori supplicanti per le trame della lobby ebraica. Si tranquillizzi Ahmadinejad: in Italia c’è una libertà che in Iran si sognano. Semplicemente, gli affari sono affari, cari bazarì persiani. Alberto Negri