varie, 13 giugno 2008
DI GIROLAMO Nicola
DI GIROLAMO Nicola Roma 25 giugno 1960. Avvocato. Nel 2008 eletto al Senato col Pdl. Dimissioni l’1 marzo 2010 dopo che la Procura di Roma ne chiese l’arresto (sarebbe stato eletto grazie alla ’Ndrangheta con una falsa residenza in Belgio). Coinvolto nell’inchiesta Fastweb e Telecom Italia Sparkle, il 3 marzo 2010 finì in prigione, nel luglio 2011 patteggiò cinque anni di reclusione (e la restituzione di quattro milioni di euro in contanti, case, quote di società e auto di lusso) • «[...] “Prima di entrare in politica stavo benissimo, questa è la verità, adesso invece ecco il prezzo che pago” [...] quando arrivò la prima richiesta d’arresto, [...] si svegliò presto quella mattina - dicono sia molto religioso - e andò a pregare alla messa delle 7 davanti alla tomba di Papa Wojtyla, in Vaticano [...] di sicuro, gli portò bene. I suoi colleghi di Palazzo Madama dicono che Di Girolamo è romano, sì, ma in giro si vede poco. Niente salotti, feste, ristoranti. Non frequenta neppure le sedi del partito. Un fantasma. È tifoso della Roma ma non si vede nemmeno all’Olimpico, nessuno lo ricorda in tribuna Monte Mario la domenica in mezzo ai vip. [...] la nautica è la sua vera passione. [...] La casa di Prati [...] si trova a due passi dalla bottega, cioè lo studio legale di via Filippo Corridoni che condivide con l’avvocato Giacomo Straffi e un’altra quarantina di dottori commercialisti. [...] Vicepresidente della Fondazione “Italiani nel Mondo” [...] e presidente dell’Associazione parlamentare di amicizia Italia-Turchia, si sa davvero poco del senatore [...] inquisito “con l’aggravante mafiosa»” Con la sua fondazione, in passato, avrebbe donato due minibus per portatori di handicap ai Frati cappuccini di San Gennaro a Pozzuoli e alle Suore degli Angeli di Napoli. [...]» (Fabrizio Caccia, “Corriere della Sera” 25/2/2010) • «Una residenza falsa in cambio di una scatola di sigari. È così che l’avvocato romano Nicola Di Girolamo, quota An, che non ha mai abitato in Belgio, è riuscito a candidarsi all’Estero e a farsi eleggere al Senato nelle liste del Pdl. Il gip di Roma [...] ne ha chiesto l’arresto alla Giunta delle Immunità parlamentari per aver “ingannato gli elettori”. Per gli investigatori è stato sufficiente controllare lo stradario di Etterbeek, in Belgio, dove il senatore ha dichiarato di abitare (avenue de Tervueren 143), per scoprire che quella via non c’è in quella cittadina, ma esiste, invece, in un altro paesone: Woluwe Saint Pierre. In sostanza, Di Girolamo, quando il 14 febbraio del 2008 (21 giorni dopo la crisi del governo Prodi), s’è presentato al Consolato di Bruxelles per fornire le sue (false) generalità, ha sbagliato città. Nonostante ciò, il funzionario consolare Aldo Mattiussi gli ha lo stesso controfirmato la pratica. “Grato della ‘gentilezza’ del Matiussi - si legge nella misura cautelare - il Di Girolamo, uscito dal Consolato, si recava in un negozio per acquistare una ‘bella’ scatola di sigari per il predetto funzionario”. Ma la prova più clamorosa della falsificazione di residenza l’ha offerta lo stesso Di Girolamo durante l’interrogatorio dal pm: s’è avvalso della facoltà di non rispondere, non prima d’aver declinato le proprie generalità: “Di Girolamo Nicola, residente in Bruxelles, avenue de Tervueren”. Così facendo, annota il gip, ha commesso un altro reato in flagranza: accortosi ormai che quella via non esisteva a Etterbeek (e dimenticandosi che l’indirizzo giusto si trovava a Woluwe Saint Pierre), ha dichiarato falsamente di abitare a Bruxelles. Sbagliando un’altra volta città» (Alberto Custoderi, “la Repubblica” 13/6/2008) • «Per l’accusa è semplicemente un falso senatore che, “in spregio alle istituzione e senza alcun rispetto per il corpo elettorale e per i diritti politici del cittadino, con una serie incredibile di inganni ha impedito di fatto che gli elettori potessero manifestare le proprie scelte essendo stati indotti in errore”. Per questo motivo il gip di Roma Luisianna Figliolia ha chiesto alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari l’autorizzazione agli arresti domiciliari per Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl eletto nella circoscrizione europa. Le accuse: attentato ai diritti politici dei cittadini, falso e violazione della legge elettorale. Il provvedimento rientra in un’inchiesta molto complessa e articolata, quella sul voto degli italiani all’estero alle ultime elezioni, condotta dai pm Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri: nel mirino dei magistrati vi sarebbero altri indagati, sospettati di una serie di brogli che avrebbero di fatto condizionato, se non stravolto, le scelte politiche degli elettori che vivono fuori dall’Italia. Secondo i magistrati, Di Girolamo [...] componente della Commissione affari esteri e emigrazione, dichiarò il falso sostenendo di essere residente in Belgio per potersi candidare nella circoscrizione Europa. Gli accertamenti su di lui sono scattati in seguito a una denuncia di un compagno di partito, Raffaele Fantetti, primo dei non eletti all’estero per il Pdl. Fantetti si era già rivolto alla Giunta per le elezioni del Senato, sostenendo che Di Girolamo, rappresentante legale e membro di diversi consigli di amministrazione di società all’estero, si era iscritto all’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero) sostenendo di abitare nel Comune belga di Etterbeek. In realtà, ha spiegato Fantetti, il senatore eletto non è mai stato iscritto nel registro dei residenti di quella città. O meglio, lo è solo dall’8 maggio, cioè molto dopo le elezioni del 13 aprile. “Sono assolutamente tranquillo perchè in grado di documentare la mia estraneità alle accuse che mi vengono mosse - ha fatto sapere il senatore attraverso il suo avvocato Carlo Taormina -. L’iscrizione all’Aire è frutto di una valutazione delle autorità consolari che ci rappresentano all’estero”. Taormina, che ha assunto la difesa del senatore assieme all’avvocato Giovanni Sabatelli, presenterà una richiesta al Tribunale della libertà “sollecitando una decisione immediata per sgomberare ogni dubbio e perplessità” sul ruolo di Di Girolamo. Sono caute le reazioni dei compagni di partito del politico finito nel mirino dei magistrati. Dice il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: “Di Girolamo lo conosco poco, l’ho incontrato il giorno dell’insediamento al Senato. Ad ogni modo giova ricordare che ognuno è innocente fino a prova contraria. Io mi fido della Giunta, sono certo che farà un buon lavoro”. Gasparri non nasconde le sue perplessità sulla richiesta di arresto da parte del gip: “Mi sembra che ci sia una sproporzione fra l’accusa mossa, sostanzialmente un’inadempienza peraltro tutta da verificare, e l’emissione di un provvedimento così duro come l’ordine di custodia cautelare”. L’inchiesta dei magistrati sui presunti brogli nel voto all’estero, ad ogni modo, va avanti. E riguarda non solo gli aspetti legati ai requisiti effettivi dei candidati, ma anche altre possibili irregolarità come l’uso durante le consultazioni di schede false o compilate da persone diverse da quelle che effettivamente avevano diritto al voto» (Fulvio Milone, “La Stampa” 13/6/2008).