Nòva 12 giugno 2008, James e Carol Grant Gould, 12 giugno 2008
L’opera d’arte chiamata nido d’uccello. Nòva 12 giugno 2008 Di tutte le strutture che gli animali creano, nessuna è più bizzarra e meravigliosa dei palcoscenici che gli uccelli giardinieri (bowerbirds) costruiscono con minuziosa cura per corteggiare la femmina e giungere all’accoppiamento
L’opera d’arte chiamata nido d’uccello. Nòva 12 giugno 2008 Di tutte le strutture che gli animali creano, nessuna è più bizzarra e meravigliosa dei palcoscenici che gli uccelli giardinieri (bowerbirds) costruiscono con minuziosa cura per corteggiare la femmina e giungere all’accoppiamento. Intrecciati con bastoncelli, rivestiti con muschi e felci, decorati con fiori, sassi, gusci o piume disposti meticolosamente, talvolta persino dipinti con succo di bacche, i loro pergolati (bowers) possono pesare più di conquanta volte l’uccello che li realizza. I pergolati degli uccelli giardinieri non sono nidi. Le femmine, infatti, costruiscono da sé, sugli alberi, il proprio nido per la prole, che allevano senza alcun aiuto. Queste opere, invece, rappresentano sculture complesse il cui scopo è attrarre per potersi accoppiare, che vengono scrupolosamente valutate non solo dalle femmine, ma anche dagli altri maschi in lizza, pronti a cogliere ogni occasione per danneggiare i rivali. Sono dunque altrettanto importanti per il successo riproduttivo di un maschio quanto lo sono creazioni aviarie più tradizionali. Eppure, se un qualche aspetto del comportamento umano può essere scisso dal fine utilitaristico, se, per esempio, possiamo affermare che l’arte è semplicemente un’initile stravaganza sensoriale o neurologica, uno stimolo che induce piacere, le cui radici nella selezione naturale sono perlomeno oscure, l’ontogenesi, la variabilità individuale, i metodi di costruzione e le preferenze associate a questi "pergolati" possono essere davvero prossimi a valicare un’importante linea di demarcazione tra le esperienze mentali umane e quelle animali. Gli uccelli giardinieri possono indulgere in questa frivolezza, ammesso che di frivolezza si possa parlare, perché, per la maggior parte dell’anno, ci sono pochi predatori e poca competizione per il cibo nel loro habitat, e molte specie hanno una stagione riproduttiva molto lunga o continua, fattori, questi, che hanno consentito alla creatività artistica di fiorire, anche tra gli esseri umani. Forse, l’aspetto di inutilità creativa di tali strutture e questa attenzione apparentemente eccessiva all’estetica della costruzione concorrono a spiegare l’affinità che molti commentatori, da Darwin in poi, hanno percepito con questi uccelli apparentemente assurdi. Questo è probabilmente il motivo per cui i ricercatori occidentali hanno ritenuto per decenni che i pergolati dovessero essere l’opera di piccolissime tribù, ancora ignote, delle foreste. A livello cognitivo, queste creazioni sono le più complesse che si siano mai viste nel mondo ornitologico. Soltanto i castori e gli esseri umani intraprendono opere che comportano un maggior numero di fasi e una maggiore flessibilità per quanto riguarda progettazioni, materiali ed esecuzione. Queste opere richiedono destrezza nella gestione di molteplici parametri e prospettive, e siccome i maschi sono disperatamente in competizione per riprodursi, con quest’unico artefatto a salvarli dall’oblio genetico, la selezione ha ricompensato munificamente questi tipi di strumenti mentali che di solito associamo all’intelligenza. La famiglia degli uccelli giardinieri consta di diciassette specie, tutte confinate in Australia e Nuova Guinea. Diverse specie si rinvengono in zone montuose piuttosto che in pianura, in foreste semidesertiche, in foreste di magrovie piuttosto che in boschi e pascoli temperati. Un tipico uccello giardiniere assomiglia a un piccolo corvo. James e Carol Grant Gould James Gould, nato nel 1945, insegna Ecologia e biologia dell’evoluzione a Princeton, una delle più prestigiose università americane. Carol Grant Gould, moglie di James, scrive di scienza da molti anni. Insieme i Gould hanno scritto numerosi libri: il brano che segue è tratto da «L’architettura degli animali. Nidi, tane, alveari» (Raffaello Cortina), un saggio scritto con amore e ammirazione per le architetture di cui il mondo animale abbonda e che ci mostra come esista discernimento intellettuale e persino senso estetico nei piccoli insetti come nei grandi mammiferi.