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 2008  giugno 12 Giovedì calendario

Sette americani su 10 non possono più fare il pieno. LiberoMercato 12 giugno 2008 In California hanno dovuto sospendere un programma di assistenza al traffico che regalava un gallone di benzina (3,75 litri) a chi resta a secco in autostrada, dopo che le chiamate erano decuplicate negli ultimi mesi: un gruppo di recidivi dell’ultima goccia di carburante, aveva scoperto lo stratagemma per guadagnare una manciata di chilometri a spese della comunità

Sette americani su 10 non possono più fare il pieno. LiberoMercato 12 giugno 2008 In California hanno dovuto sospendere un programma di assistenza al traffico che regalava un gallone di benzina (3,75 litri) a chi resta a secco in autostrada, dopo che le chiamate erano decuplicate negli ultimi mesi: un gruppo di recidivi dell’ultima goccia di carburante, aveva scoperto lo stratagemma per guadagnare una manciata di chilometri a spese della comunità. La rivista Consumer Reports ha calcolato il rapporto tra caro benzina e il calo di investimenti nei fondi pensione privati, mentre nelle piazze remote del paese attraversate dalla carovana elettorale si ascoltano storie drammatiche di chi deve scegliere tra un uovo a tavola e un litro di benzina per andare al lavoro. Quanti sono gli americani che non possono più permettersi il pieno? Almeno il 72% della popolazione ha dichiarato in un recente rilevamento della Cnn che sono stati costretti dal caro benzina a fare scelte difficili nel budget familiare, e il recente fine settimana del Memorial Day che lancia la stagione del turismo estivo ha fatto registrare un calo delle percorrenze del 10%. Gli americani stanno entrando ancora una volta come avvenne già negli anni ’70 in pieno shock da petrolio, e poco vale la considerazione che il prezzo odierno di 72 centesimi di euro per un litro di verde farebbe sorridere un collega europeo. Meglio tenere il resto del discorso in dollari per capire il reale impatto che il fenomeno sta causando. Il prezzo della benzina schizzò a 2,30 dollari al gallone meno di due anni fa, la settimana del dopo Katrina, con le raffinerie del golfo bloccate dall’uragano. Fu una doccia fredda di breve durata e di forte impatto emotivo, ma prima della fine del mese di settembre si era già tornati sotto 1,60 dollari. Oggi la media nazionale è di 4,15 con punte oltre i 5 dollari. La debolezza del biglietto verde permette che i rincari del greggio si trasferiscano sui prezzi alla pompa, senza il filtro valutario che avvantaggia l’eurozona. Le concessionarie di auto sono in piena bufera: le vendite di Suv e pickup lo scorso mese sono scese del 39,5%. La Chrysler, che è un grande produttore di entrambi, promette prezzo fisso a 2,99 dollari per tre anni per i suoi nuovi clienti, ma i consumatori per la prima volta fanno conti da certosini, e comprano solo quello che consuma poco. Gli scooters, oggetti esotici fino a ieri, hanno visto un incremento del 25% nei primi 5 mesi dell’anno, e il segmento delle utilitarie è l’unico in espansione, tanto da solleticare gli interessi di Marchionne per la 500. Verrebbe voglia di librarsi nell’aria per non vedere tanta miseria, ma anche qui la crisi è in agguato. American e United stanno lasciando a terra decine di jet piuttosto che farli volare in perdita. Sulle tratte minori ormai si vola solo con aerei a turbo elica, con gran soddisfazione della canadese Bombardier che li produce, e che è rimasta sola a generare profitti in un panorama desolato di conti in rosso. ieri mattina New York Times e Wall Street Jurnal davano risalto in prima pagina ad un dettaglio scoraggiante: le linee aeree stanno riducendo la quantità di acqua potabile trasportata a bordo, per ridurre peso e risparmiare sui consumi. Flavio Pompetti