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 2008  giugno 11 Mercoledì calendario

La Stampa, mercoledì 11 giugno Marianne Legato insegna medicina alla Columbia University ed è osservando suo padre che ha capito perché gli uomini muoiono prima

La Stampa, mercoledì 11 giugno Marianne Legato insegna medicina alla Columbia University ed è osservando suo padre che ha capito perché gli uomini muoiono prima. «Gli piaceva andare a caccia - racconta - e spesso portava noi bambini con sé. Quando c’era da attraversare un tratto di terreno impegnativo, ad esempio un campo di altissimi girasoli, era l’unico che non si lamentava della difficoltà nel procedere. A volte, di notte, lo vedevamo seduto sul suo letto e quando gli domandavamo perché non dormiva, indicava la fronte e diceva soltanto: ”Troppo traffico qui dentro”. Per lui era inconcepibile condividere i problemi con qualcuno». Nel suo libro «Why Men Die First», uscito in questi giorni a Londra, la professoressa Legato è così arrivata alla più semplice delle conclusioni: gli uomini muoiono prima delle donne perché sono del tutto incapaci di chiedere aiuto. «Mio padre - scrive - è morto di tumore dieci anni prima di mia madre perché rifiutava qualunque comportamento che potesse essere interpretato come un segno di debolezza. Ha ignorato la presenza di sangue nelle urine per due anni prima di rivolgersi a un collega medico e scoprire che aveva un cancro alla vescica». Secondo Marianne Legato, una società nella quale lo stare bene è diventato una ossessione dovrebbe cominciare a domandarsi per quale ragione uno dei due sessi tenda a morire prima dell’altro. La medicina ha invece considerato fino a pochi anni fa uguali gli organismi dei maschi e delle femmine, sottovalutando l’importanza delle differenze, non solo di quelle più ovvie e note a tutti. In media, le donne vivono sette anni più degli uomini, ma questa statistica non dice tutto. Nella fascia di età tra i 20 e i 24 anni muoiono tre volte più uomini che donne e prima dei 65 anni ne muoiono il doppio. Tra i giovani, il più elevato tasso di mortalità è dovuto a una maggiore propensione ai comportamenti rischiosi che l’ex Chief Medical Officer della Gran Bretagna, Sir Donald Acheson, intervistato dall’«Independent», spiega con una sola parola: ormoni. Gli elevati livelli di testosterone sono responsabili di incidenti, risse, e omicidi che le donne tranquillamente si risparmiano. Ma quando i livelli di testosterone si abbassano, con grande rimpianto per i bei tempi andati, non è che le cose vadano meglio: in tarda età, sono i tumori e i problemi di cuore a fare strage di maschi, mentre altri ormoni tipicamente femminili, gli estrogeni, proteggono le donne dall’infarto. Gli uomini inoltre bevono e fumano più delle donne e sono quindi maggiormente soggetti ai malanni causati da queste cattive abitudini. Per non parlare del silenzioso tumore alla prostata, sempre pronto a colpirti. Ma non basta questo a spiegare perché gli uomini muoiono prima, ci devono essere altre ragioni. I casi di melanoma, ad esempio, sono più numerosi nelle donne che negli uomini, eppure la percentuale di maschi che perde la vita a causa di questo tumore della pelle è molto più elevata. Se si indaga più a fondo, si scopre che gli uomini prestano meno attenzione alle condizioni della propria epidermide, non la spalmano ogni giorno con creme costose e non danno importanza a una nuova antiestetica macchia scura. Secondo Marianne Legato, sono gli uomini il vero sesso debole, e a ucciderli sono la pressione sociale e gli stereotipi ai quali vengono sottoposti fin da bambini. I maschi vengono mandati nelle scuole più dure, le femmine in quelle più amichevoli, dove sono incoraggiate a confidarsi. I maschi sono così più portati a sottovalutare i sintomi delle malattie, ad «aspettare che passi» senza parlarne con nessuno. Spesso sono le mogli a costringerli ad andare da un medico quando le avvisaglie di una patologia sono ormai evidenti. Come le donne, avrebbero bisogno di affetto, coccole e attenzioni. Ma sono condannati a non poterli chiedere, anche a costo della vita. Vittorio Sabadin