Il Sole 24 Ore 10 giugno 2008, Isabella Bufacchi, 10 giugno 2008
Ossigeno per i conti di Roma. Il Sole 24 Ore 10 giugno 2008 Il Campidoglio in crisi di liquidità è tornato a bussare alla porta della Regione Lazio per recuperare almeno 1 miliardo di euro di vecchi crediti che, abbinati a un finanziamento di sostegno per Roma Capitale in Finanziaria (fino a 800 milioni in due tranche diverso da quello delle città metropolitane), dovrebbero bastare a garantire l’equilibrio del bilancio 2008
Ossigeno per i conti di Roma. Il Sole 24 Ore 10 giugno 2008 Il Campidoglio in crisi di liquidità è tornato a bussare alla porta della Regione Lazio per recuperare almeno 1 miliardo di euro di vecchi crediti che, abbinati a un finanziamento di sostegno per Roma Capitale in Finanziaria (fino a 800 milioni in due tranche diverso da quello delle città metropolitane), dovrebbero bastare a garantire l’equilibrio del bilancio 2008. La Regione sta esplorando strumenti diversi per saldare, almeno in parte ma in tempi brevi, il maxi-debito accumulato con la capitale: un mutuo con la Cdp o un nuovo bond internazionale da 1,5 miliardi, le anticipazioni dalle banche tesoriere Mps, Unicredit e Bnl-Bnp Paribas fino a 2 miliardi, la cessione di terreni da valorizzare a una società-veicolo per iniziare a sanare i 500 milioni di tasse Ici non pagate dalle Ater. Anche il Governo deve fare la sua parte: lo Stato ha già riaperto i rubinetti dei trasferimenti correnti per la gestione dei trasporti sul territorio romano, quelli che passano attraverso la Regione. E per venire incontro alle esigenze di liquidità del Comune per garantire «i servizi indispensabili», la Finanziaria potrebbe anticipare per la Capitale alcune misure previste dal federalismo fiscale: come per esempio l’imposta turistica. Il dissesto finanziario, intanto, non trova spazio sulla scrivania del nuovo sindaco Gianni Alemanno perchè in ultima analisi potrebbe rivelarsi una "non-soluzione" (si veda box): non sarebbe attuabile prima del gennaio 2009 e comporterebbe un impopolare aumento automatico dell’addizionale Irpef «nella misura massima consentita». Senza contare l’impatto negativo che il default della capitale avrebbe sui due rating con outlook negativo di Fitch e Standard&Poor’s. Sui conti in rosso del Comune il toto-cifre però ha continuato anche ieri a puntare al rialzo: «Abbiamo scoperto che il debito di Roma é molto più ampio dei sette miliardi previsti, viaggia sicuramente verso i nove miliardi con voci scoperte. E temiamo oltre», è stato l’allarme lanciato da Francesco Giro, sottosegretario ai beni culturali e coordinatore del Lazio di Forza Italia. I numeri esatti saranno resi noti il 16 giugno, ha ribadito ieri stesso il portavoce di Alemanno. E solo dopo aver fatto chiarezza sullo stato complessivo dei conti, il Campidoglio deciderà il da farsi. Quel che preoccupa la nuova Giunta è il cattivo stato di salute delle controllate Ama e Trambus, peggiore del previsto e aggravato da partite di crediti considerati esigibili ma più realisticamente inesigibili per il Comune; il peso del massiccio piano degli investimenti impostati dalla precedente giunta; la minaccia per gli equilibri di bilancio degli espropri da contenziosi in atto che ammonterebbero solo per il 2008 a 370 milioni di euro. In attesa di conquistare il sostegno finanziario del ministro dell’Economia Giulio Tremonti nella manovra, il Campidoglio sta tentando di risolvere la partita con la Regione Lazio per evitare di essere trascinata nello stesso baratro. In questi giorni i tecnici della giunta Marrazzo si sono incontrati con il nuovo assessore al bilancio del Comune di Roma Ezio Castiglione per sbloccare vecchi incagli. Per quanto paradossale, a salvare Roma dal dissesto finanziario (che verrebbe attribuito all’ex-sindaco Walter Veltroni) ci sta provando proprio la Regione Lazio. Sono numerosi infatti i fronti aperti sui quali potrebbero essere fatti progressi in futuro, con un misto di buona volontà ma soprattutto con le casse regionali più piene che vuote. Del miliardo in ballo - uno solo secondo fonti della Regione ma c’è chi alza la posta fino a 1,2 o addirittura 1,7 miliardi - la metà circa è attribuibile all’Ici non pagata dalle Ater. Questi 500 milioni, essendo un debito tributario, sono stati già iscritti a ruolo in bilancio. Per monetizzarli almeno una parte potrebbe essere pagata dalle Ater con un mutuo garantito dalla Regione. Un tavolo tecnico regione-comune sta inoltre rispolverando una soluzione "immobiliare": i terreni degli Ater finora usati dal Comune (per compensare l’Ici) verrebbero conferiti a una società che li valorizzerebbe. Questa soluzione trasformerebbe terreni e immobili in pagamento cash. Per i restanti 500 milioni di euro, questa volta dovuti dalla Regione al Comune, è allo studio un ventaglio di opzioni tenuto conto che la parte riguardante i trasporti sarebbe già stata sbloccata in parte grazie all’intervento dello Stato: per il resto non è escluso che la Regione ricorra per far cassa a strumenti di raccolta come il mutuo Cdp oppure il bond. La Regione a sua volta è in attesa di ricevere 3 miliardi di euro dallo Stato. Isabella Bufacchi