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 2008  giugno 06 Venerdì calendario

Per Roma lo spettro del dissesto. ItaliaOggi 6 giugno 2008 Al momento viene definita soltanto un’eventualità

Per Roma lo spettro del dissesto. ItaliaOggi 6 giugno 2008 Al momento viene definita soltanto un’eventualità. L’impressione, però, è che il discrimine che separa una possibilità da un rischio concreto sia veramente labile. Al comune di Roma, è inutile girarci troppo intorno, la situazione finanziaria è a dir poco complicata. E per quanto gli scongiuri portino a non volere nemmeno sentir nominare l’espressione, la «dichiarazione di dissesto finanziario» è uno spettro che sta allungano minacciosamente la sua ombra sul comune. Lo sanno bene il nuovo sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, che non più tardi di due giorni fa hanno avuto un faccia a faccia in cui la soluzione, seppur drastica, ha fatto capolino. Per carità, la nuova giunta non ha nessuna colpa. Perché i 7 miliardi di euro di debiti che gravano sulle casse comunali sono stati ereditati dalle precedenti gestioni, da ultima quella targata Walter Veltroni. Al di là delle responsabilità, però, non è facile per Alemanno trovarsi adesso di fronte a uno scenario che sa tanto di extrema ratio. Il terreno è particolarmente sdrucciolevole. ancora in corso il controllo dei conti da parte degli uomini della Regioneria generale dello stato. La speranza è quella di un responso secondo il quale Roma è in grado di portare avanti un piano di rientro che limiti le conseguenze. Il problema è che il Tuel, il Testo unico degli enti locali, è un riferimento che a mezza bocca comincia a circolare con insistenza. A far paura, appunto, è la dichiarazione di dissesto finanziario prevista dagli articoli 244, 245 e 246 della legge. E già, perché l’ipotesi che prende corpo è proprio quella di far riferimento a quella che è una sorta di dichiarazione pre-fallimentare. La dichiarazione scatta quando l’ente locale non è in grado di far fronte a crediti liquidi ed esigibili da parte di terzi. In questa situazione il consiglio comunale adotta una deliberazione di dissesto finanziario. La conseguenza è che viene costituito un «organo straordinario di liquidazione», incaricato di gestire il pregresso e di provvedere al ripiano dell’indebitamento. Come poi chiarisce l’art.85 del dlgs 77/95, nei comuni con più di 5 mila abitanti questo organo è rappresentato da una commissione composta da tre membri (in genere un magistrato della corte dei conti, un segretario comunale e un funzionario del ministero dell’economia o dell’interno). La nomina della commissione, infine, avviene con decreto della presidenza della repubblica. Rebus sic stantibus, e nonostante le responsabilità appartengano alle giunte precedenti, è chiaro che per Alemanno un esito del genere non risulterebbe molto gradevole. Ma proprio in questo momento, e qui risiede il dato politico interessante, il nuovo sindaco sta cercando di limitare i danni in collaborazione con Tremonti. Ovvero con il ministro con cui, nel precedente quinquiennio, non erano certo mancati gli attriti, anche particolarmente aspri. La distensione tra i due, raccontano alcune fonti, durante il recente incontro era più che tangibile. La posta in palio, del resto, è piuttosto alta: non fare esplodere la bomba consegnata qualche tempo fa da Walter Veltroni. Stefano Sansonetti