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 2008  giugno 07 Sabato calendario

Lettera. Sarno, 10 anni perduti dopo l’alluvione. La Stampa 7 giugno 2008 Cinque anni fa il mio studio professionale di Milano ha vinto il concorso pubblico per la progettazione del nuovo Piano Regolatore di Sarno

Lettera. Sarno, 10 anni perduti dopo l’alluvione. La Stampa 7 giugno 2008 Cinque anni fa il mio studio professionale di Milano ha vinto il concorso pubblico per la progettazione del nuovo Piano Regolatore di Sarno. Nel dicembre 2005, in una «bozza di preliminare del Piano», proponevamo di bloccare lo sviluppo urbano nella piana agricola, di combattere l’abusivismo spostando risorse sul recupero dei centri storici comunali, di valorizzare le attività produttive, di salvaguardare il paesaggio montano e fluviale. E, naturalmente, d’impedire qualsiasi nuova costruzione o ristrutturazione nelle zone a rischio di smottamento. Dall’inizio avevamo chiesto una mappatura dell’edilizia abusiva: non ci è stata mai consegnata in una versione aggiornata. Avevamo chiesto d’interrompere le concessioni edilizie, ma l’amministrazione comunale ne ha rilasciate negli ultimi anni 53 nell’area urbana e 29 nelle zone agricole, senza chiederci un parere né consentirci di consultarle. Ancora più grave la scelta del Comune, luglio 2005, di approvare una delibera che, con voto unanime, rende abitabili (a Sarno! a soli 10 anni dall’alluvione!) i piani interrati degli edifici localizzati al di fuori del centro storico. Sottesa a queste scelte sta una logica politica che vede nell’attività edilizia, anche se illegale, l’unico fattore economico trainante del territorio. Una logica che non considera le altre possibilità di sviluppo, legate all’agricoltura, al sistema dei servizi, alla valorizzazione ambientale di un comprensorio turistico unico al mondo. Alternative che abbiamo inutilmente portato alla riflessione pubblica. Queste palesi dimostrazioni di disinteresse (o peggio, di boicottaggio) nei confronti del Piano regolatore da parte della Giunta ci hanno spinto, nella seconda metà del 2006, a rinunciare all’incarico. La vicenda era forse destinata a chiudersi, se qualche settimana fa in tv una puntata di Ambiente Italia alla quale ero stato invitato con il sindaco di Sarno (nel decimo anniversario della tragedia), non l’avesse resa pubblica. La novità degli ultimi giorni - che mi ostino a considerare positiva - è che il sindaco e la giunta, forse spinti dalle reazioni dei media locali, forse sinceramente ravveduti, hanno deciso di invitarci a ridiscutere del Piano regolatore. STEFANO BOERI Stefano Boeri è un giovane e importante architetto milanese. La sua testimonianza su cosa significhi lavorare nel Sud è dunque molto rilevante. Sarno, come si ricorderà, è il luogo dove una frana dieci anni fa uccise più di cento persone. Le vicende successive a quella disgrazia possono essere lette come un percorso simile a quello che porta a continue emergenze. Può il Meridione accettare che le cose continuino in questo modo? O davvero si pensa che poi arriverà lo Stato e aggiusterà tutte le decisioni mal prese? Lucia Annunziata