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 2008  giugno 06 Venerdì calendario

Ok vaticano al musical sulla Madonna Superstar. Libero 6 giugno 2008 E adesso chi glielo dice al direttore di Avvenire, il prudente Dino Boffo che da 17 anni guida dritto come un fuso e con impareggiabile equilibrio il quotidiano dei vescovi italiani? E che ieri, nelle pagine di Catholica, l’inserto dedicato alla vita della Chiesa, riportava la curiosa notizia dell’abolizione degli allegri squilli dei campanellini nel momento clou del canone

Ok vaticano al musical sulla Madonna Superstar. Libero 6 giugno 2008 E adesso chi glielo dice al direttore di Avvenire, il prudente Dino Boffo che da 17 anni guida dritto come un fuso e con impareggiabile equilibrio il quotidiano dei vescovi italiani? E che ieri, nelle pagine di Catholica, l’inserto dedicato alla vita della Chiesa, riportava la curiosa notizia dell’abolizione degli allegri squilli dei campanellini nel momento clou del canone. Avvenire annunciava che il «tintinnire dei tintinnaboli», retaggio di quando la messa si recitava in latino e i fedeli erano facili alle distrazioni, oggi non ha più alcuna utilità. Anzi, è diventato addirittura «inopportuno», quasi a insinuare «una minore considerazione verso altre parti della celebrazione eucaristica». Da Claudel a Testori E dunque, ora chi glielo dice ad Avvenire che tra meno di una decina di giorni, nell’Aula Nervi, quella dove il Papa ogni mercoledì tiene le sue udienze generali, farà il suo debutto un musical sulla Madonna? Altro che fastidioso «tintinnio dei tintinnaboli»: qui gli strumenti musicali, tamburi e triangoli compresi, non avranno scrupoli e mireranno giusto alle orecchie dei fedeli. Strapperanno al silenzio della meditazione personale le scritture dei Vangeli per farle esplodere in una sinfonia di musiche, danze e cori. In verità, Avvenire la notizia l’ha data, ma così piccola (una brevina nella pagina 32 degli Spettacoli) che per acchiapparla ci vuole la lente di Sherlock Holmes. Strano il giornalismo, ancora più strano quello cattolico. Insomma, quasi 40 anni dopo, il successo mondiale di Jesus Christ Superstar, racconto alquanto hippy e freekettone della vita del Salvatore del mondo, avremo forse una versione femminile della Sacra Famiglia, tipo: Maria Vergine Superwoman? Il titolo definitivo non né stato ancora scelto, ma non è proprio il caso di farci dell’ironia fanfarona. La faccenda infatti è seria e ha tutti i timbri e gli imprimatur del nihil obstat dei guardiani dell’ortodossia cattolica. Il debutto è nella sala del Papa, mica in un cineforum parrocchiale. Ci sarà pure Ratzinger alla prima? Nessuna conferma, ma gli autori di "Maria di Nazareth, una storia che continua" (que sto il titolo provvisorio) ci sperano. Il musical, dicono, non approderà forse a Broadway o nella West End londinese, ma il supporto del Vaticano conferisce all’opera un inedito significato. A sponsorizzarla ci sono infatti ben due dicasteri pontifici: quello della Cultura e delle Comunicazioni. Le solite fonti ben informate, dicono che il libretto sulla Madonna, scritto a due mani da Maria Pia Liotta (l’idea è sua) e da Adele Dorothy Ciampa, abbia entusiasmato le alte sfere della Santa Sede. Il musical racconta la storia di Maria: la sua giovinezza ebraica, l’Annunciazione, il matrimonio con Giuseppe, la nascita di Gesù, fino all’ascesa in cielo. L’interprete è Alma Manera, attrice cantante soprano, che ha già lavorato in spettacoli prodotti dal Teatro dell’Opera di Roma, anche con Carla Fracci. La regia è delle stesse autrici. Lo spettacolo è il primo al mondo a rappresentare attraverso il musical, forma inconsueta per una narrazione sacra, la vita della Madonna. E deve quindi fare i conti con una tradizione immensa: dalla letteratura alle rappresentazioni teatrali e cinematografiche. Dall’impareg giabile "Annuncio a Maria", di Paul Claudel, fino alle drammatizzazioni di Giovanni Testori. Impossibile dimenticare, per chi vi ha assistito, il monologo dell’ "Interrogatorio a Maria". Una Madonna così carnale e insieme divina mai rappresentata sulle scene. Insomma, precedenti da fare venire i brividi anche al più esperto degli scenografi. Sarà per questo e per evitare passi falsi e sconfinamenti imbarazzanti, che la produzione ha affidato il controllo del musical, dal punto di vista teologico e dottrinale, a due teologi collaudati e di grande prestigio. E insieme a loro, pure due "ministri vaticani" come il celebre biblista Gianfranco Ravasi e monsignor Claudio Maria Celli. Mai più Gesù hippy Ce la faranno autori, sceneggiatori e teologi a stare all’altezza delle attese, e soprattutto, in grado di soddisfare un Pontefice, così esigente, dal punto di vista dottrinale, come Papa Ratzinger? I rischi sono tanti, e il pericolo di sconfinare non tanto nel non teologicamente corretto, quanto nel cattivo gusto o nel farsesco, son tanti. I precedenti sono lì ad ammonire. Il già citato Jesus Christ Superstar, opera rock messa in scena nel 1971, fu disastroso per la Chiesa e per l’immagine, irreale e quasi blasfema, che ne uscì del Cristo. Una sorta di Vangelo apocrifo new age, contaminato dalle utopie rivoluzionarie che negli anni Settanta andavano di gran moda anche all’interno del mondo cattolico. Insieme alle chitarre elettriche alle celebrazioni eucaristiche e le interpretazioni psichedeliche ed operaiste del Nazareno: mix del profeta del libero amore e di un ribelle comunista ante Marx. Che musica sarà? Ad esempio, la figura di Maria Maddalena, palesemente innamorata del Salvatore. Tutto ciò provocò proteste da parte di diversi gruppi sia cristiani sia ebraici che in alcuni casi indussero addirittura a sospendere le rappresentazioni. L’adattamento filmico poi, aumentò la confusione: contraddizioni, invenzioni, cadute di gusto dello spettacolo teatrale diventarono tutte più eccessive. Il regista contrappose un inespressivo e fievole Gesù a un possente Giuda afroamericano, facendo infine resuscitare il secondo, ma non il primo. Passaggi arditi e sconclusionati: da una fila di carri armati nel deserto (tocco antimilitarista) a un finale di mistico tripudio, seguito da un silenzio tombale sui titoli di coda, dal sadismo al rallentatore delle frustate a Gesù. Non è un caso che Jesus Superstar sia stato recentemente rispolverato e di nuovo scritturato per fare pubblicità al Partito socialista di Boselli con il vecchio e tristissimo slogan: pure Gesù era socialista. Probabilmente, il musical su Maria, non avrà niente in comune con tutto ciò. Non si sa ancora che tipo di musiche gli autori hanno scelto per accompagnare testi e canti. Jesus Superstar adoperava un miscuglio di musica sinfonica, hard rock, rock sinfonico o progressive, soul, funky, spunti melodrammatici, rock psichedelico. Il risultato è quello detto. E Maria, di quali melodie si servirà? Speriamo non sia il rock. Comunque, il "made in Vatican" con la certezza che Papa Ratzinger un’occhiatina all’opera certamente la darà, rende tutti più tranquilli. Attendiamo recensione da Avvenire. LUIGI SANTAMBROGIO