Guido Santevecchi, Corriere della Sera 10/6/2008, pagina 42, 10 giugno 2008
Corriere della Sera, martedì 10 giugno Londra. La scena si svolge in una sala da ballo dell’Inghilterra 1950
Corriere della Sera, martedì 10 giugno Londra. La scena si svolge in una sala da ballo dell’Inghilterra 1950. Lei è una bella ragazza di 25 anni, ha un abito da sera nero con un fiore rosso appuntato sull’orlo della scollatura, guanti bianchi lunghi, rossetto color fiamma. Lui è in smoking, naturalmente. Le labbra si avvicinano e lei sussurra: «Prendimi con te, portami con te nel viaggio verso il potere». Lei era Margaret Thatcher, o meglio Margaret Roberts visto che non era ancora sposata. Lui Edward Heath, un altro futuro primo ministro conservatore. La ricostruzione del tentativo di seduzione fa parte dello sceneggiato The Long Walk to Finchley che va in onda giovedì sulla Bbc. E ha già mobilitato i commentatori politici e gli storici del Regno, sempre affascinati dal mito della Lady di Ferro. La proposta tentatrice, secondo gli autori, faceva parte della ricerca di un seggio sicuro che Margaret, in un partito maschilista come quello Tory, inseguiva con determinazione e spregiudicatezza. Heath era già deputato e lei sperava di conquistare il suo cuore e il suo appoggio politico. Nel film la faccenda finisce con un rifiuto, che Ted avrebbe poi rimpianto per tutta la vita. In realtà Heath, che non si sposò mai e sul fronte femminile era appassionato solo della sua barca a vela, era quasi sicuramente omosessuale. E anche in tarda età, dopo essersi ritirati dalla politica, i due cavalli di razza conservatori continuarono se non proprio a odiarsi a mantenere rapporti gelidi. Il ballo del 1950 e il piano politico- amoroso quindi sono pura fiction. Ma La Lunga Strada per Finchley (il collegio dove Margaret dopo aver sposato Denis Thatcher fu finalmente eletta nel 1959) secondo gli storici mette finalmente in risalto la femminilità della Iron lady. «Le piaceva flirtare, ci si divertiva e lo faceva anche per necessità in una società sessista », dice Charles Moore, politologo e biografo thatcheriano. Peraltro, pur essendo madre, tanto femminile da saper piangere spesso, la signora non era certamente femminista: non nominò nessuna donna quando entrò a Downing Street nel 1979. «Aveva la sindrome dell’ape regina», osserva Moore. La Bbc, come buona parte dei cittadini del Regno Unito, ha mantenuto un’ossessione nei confronti della donna che ha governato e rivoluzionato la Gran Bretagna per undici anni. La tv l’ha a lungo odiata e dileggiata in una serie di produzioni: ancora l’anno scorso l’ha presentata come una vecchietta fastidiosa e semialcolizzata nello sceneggiato Coup Ossessione che raccontava il coinvolgimento del figlio Mark in un golpe in Africa. Prima aveva mandato in onda The Line of Beauty, sui «dissoluti anni Ottanta» del liberismo thatcheriano, e faceva ballare il primo ministro con un deputato conservatore pieno di cocaina. E prima ancora c’era stato Pinochet, che metteva in risalto l’amicizia personale con il dittatore cileno. E resta indimenticata una commedia in cui la Bbc faceva fare uno spogliarello alla Thatcher. Il vento è cambiato: ora si riconosce l’umanità della Thatcher. Ieri sera la Bbc ha preparato il pubblico con un documentario in cui Mark racconta: «Ricordo quando tornava a casa da Westminster e si metteva subito a cucinare, senza neanche togliersi la giacca». Già, la giacca di quei famosi e temuti tailleur blu che ora sono tornati di moda a Londra. Guido Santevecchi