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 2008  giugno 09 Lunedì calendario

PERROTTA

PERROTTA Salvatore Marano di Napoli (Napoli) 10 gennaio 1963. Politico. Sindaco di Marano di Napoli (Pd, dal 2006). Commercialista e revisore dei conti, ha iniziato il suo impegno sociale da ragazzo, prima nell’azione cattolica poi nei giovani socialisti. Candidato al consiglio comunale come indipendente nella lista Pds, fu eletto consigliere nel 1993. Nel 2008 in prima fila nella lotta contro la discarica di Chiaiano, si autosospese dal partito. «[...] Ex calciatore dilettante, supertifoso del Napoli ovviamente nostalgico di Maradona ma con un debole per l’olandese Krol, che gli ricorda i suoi vent’anni, dal 2006 è il sindaco di Marano, 60.000 abitanti senza soluzione di continuità da Napoli e Mugnano, con le cave a delimitare i rispettivi confini demaniali [...]» (Marco Imarisio, ”Corriere della Sera” 25/5/2008). «Fare il sindaco qui è un lavoro usurante. Di più, un mestiere pericoloso. Soprattutto se sei del Pd e ti trovi a gestire una situazione come quella di Chiaiano, in bilico tra la rivolta popolare e la disfatta nazionale. Se provi a fare quello per cui sei stato eletto, il sindaco che rappresenta i cittadini, finisce che ti chiamano ”capopopolo” o Masaniello. ”Ma qualche capopopolo – si spazientisce Salvatore Perrotta – quale rivoltoso, io faccio il politico, cerco di mediare tra interessi divergenti”. Il suo diverge a tal punto da quello del Pd romano – ”partito di presunta opposizione” – che ha deciso di autosospendersi, ”deluso”. Una decisione pesante, ma inevitabile. Per essere liberi di dire quello che si pensa. Del resto, quando si va in piazza Titanic di fronte a duecento cittadini inferociti e a qualche testa calda, bisogna essere autorevoli. Di fronte a quelli [...] che ti urlano ”t’hanno fatto scemo e contento”, che ti insultano, bisogna essere credibili. Più vicini alle signore con la carrozzella e ai ragazzotti in scooter, che a Veltroni. Più vicini alle barricate che alle aule consiliari. [...] è stato nell’Azione cattolica, poi con i giovani socialisti e il Pds. Uno che non ha bisogno di lezioncine di nessun loft. Che sa quando è il momento di autosospendersi. Quando è il momento di salire sulle barricate e quando è il momento di scendere e di stringere la mano allo Stato. [...]» (Alessandro Trocino, ”Corriere della Sera” 27/5/2008).