Libero 1 giugno 2008, SALVATORE DAMA, 1 giugno 2008
I direttori fantasma delle Comunicazioni. Libero 1 giugno 2008 Costa quasi due milioni all’anno, la sede di Napoli dell’Autorità per le Comunicazioni
I direttori fantasma delle Comunicazioni. Libero 1 giugno 2008 Costa quasi due milioni all’anno, la sede di Napoli dell’Autorità per le Comunicazioni. Ma nessuno vuole andarci. I dirigenti spicciano velocemente le pratiche burocratiche e ripartono. I funzionari, se non l’hanno già fatto, sono in attesa di trasferimento presso le due sedi di Roma. I commissari? Giammai. Uno particolarmente fobico, che non vuole essere citato, accenna a una specie di coprifuoco: «Dopo le cinque del pomeriggio ci hanno messo in guardia: attenti a girare per il centro direzionale di Napoli con orologi di valore al polso». E lui - confessa - quella volta ogni uno o due mesi che va in trasferta si aggira con fare molto circospetto. VEDI NAPOLI (E POI SCAPPI) Doveva essere il nuovo polo delle telecomunicazioni, Napoli. Tale e quale. Le multinazionali sono scappate, i call center hanno chiuso, il Garante per le comunicazioni rimane, invece. Sulla carta, l’ufficio partenopeo è quello centrale. Qui hanno sede il servizio ispettivo sulle frequenze televisive, la direzione Comunicazione politica (quella che si occupa di par condicio), metà delle direzioni Reti, Analisi di mercato, Amministrazione e personale, Segretariato generale. Ma i direttori passano, stanno al massimo un paio di giorni a settimana e poi ripartono. Stanziali sono soltanto in 111. Mentre gli altri 165 dipendenti dell’Authority lavorano nella sede di Roma, definita "secondaria", ma "operativa". Risultato? che a Napoli il Garante ha più uffici che travet impiegati. La sede è in uno dei due grattacieli della Sises, società che fa capo a Francesco Gaetano Caltagirone. Nella Torre Francesco (l’altra di chiama Gaetano), l’Au thority occupava 16 piani. Nel 2005 ne ha abbandonati sei e ora sono dieci. Operazione risparmio? Non proprio. Perché, a questo punto, l’Agcom ha deciso di affittare una seconda sede a Roma, in via Poli, dove sbolognare un po’ di personale in esubero. Gli altri uffici della capitale, quelli di rappresentanza, sono a via delle Muratte, a due passi da Fontana di Trevi. In totale, l’Authority conta di spendere 4,6 milioni di euro per canoni di locazione e oneri condominiali. E questo per il solo 2008. Nella palazzina, a due passi da Palazzo Chigi, ci sono gli uffici del presidente e dei commissari dell’Autorità. In tutto sono nove, durano in carica sette anni, e costano 3,6 milioni di euro. Somma alla quale va aggiunto il budget per i rimborsi e le spese di rappresentanza: altri 360mila euro. Va detto: il Garante riceve dallo Stato "soltan to" 3,8 milioni di euro (fino al 2005 gli stanziamenti erano nell’ordine dei 20 milioni), mentre il 95 per cento del bilancio (le uscite ammontano a 65 milioni di euro) è a carico degli operatori del settore tlc. Sempre a proposito di stipendi, al presidente Corrado Calabrò spettano emolumenti per 477mila euro lordi annui. Cifra che il responsabile dell’Authority "ar rotonda" con la busta paga da presidente di sezione del Consiglio di Stato (160mila euro), che continua a percepire. Gli otto commissari, invece, ricevono un assegno annuale di 398mila euro. Che è sempre un bel prendere. DUE AUTISTI PER IL PRESIDENTE Tutti i componenti del Garante hanno a disposizione l’auto blu per gli spostamenti ufficiali. Tutti tranne Calabro che, di autisti, ne ha addirittura due: uno dell’Authority e l’altro portato con sé, in comando, dal Tar Lazio (di cui era presidente). E passiamo al personale. Un decreto della Presidenza del Consiglio del 10 luglio 2007 ha ampliato l’organico dei burocrati dell’Authority, che diventano 415. Arriveranno rinforzi per la sede napoletana? Difficile. Anche perché - denunciano fonti interne - i pezzi da novanta di area Pd si stanno già mobilitando per un’infornata di colletti bianchi con la tessera di partito. E li vogliono tutti sotto uno stesso tetto. A Roma. SALVATORE DAMA