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 2008  giugno 07 Sabato calendario

Colonia - Maurizio Cattelan, il nostro artista più conosciuto nel mondo ha fatto di nuovo centro con la mostra che ha inaugurato domenica a Stommeln, un villaggio a nord ovest di Colonia, in Germania

Colonia - Maurizio Cattelan, il nostro artista più conosciuto nel mondo ha fatto di nuovo centro con la mostra che ha inaugurato domenica a Stommeln, un villaggio a nord ovest di Colonia, in Germania. Le foto dell’installazione di una ragazza a grandezza naturale fissata con legni e chiodi dentro una scatola di imballaggio e issata sul muro esterno di una chiesa cattolica, hanno conquistato subito le pagine Web. Nel giro di soli due giorni l’opera è diventata un’icona, come il papa Giovanni Paolo II colpito dal meteorite o l’Hitler bambino. LE CRITICHE DI SGARBI - I media la propongono come l’immagine choc della "donna crocifissa" anche se non si tratta affatto della tradizionale iconografia della crocifissione non foss’altro perché la donna non è inchiodata a due pali ed è girata contro il muro (e quindi non vediamo il volto come avviene per tutti i crocifissi, da Cristo a San Pietro a Santa Giulia ai due ladroni). Eppure l’immagine è così potente che passa per tale. Ma l’aspetto più curioso è che mentre nella stampa tedesca la mostra è stata recensita con un coro unanime di approvazione, in Italia, dove ci piace massacrare chi ha successo, Vittorio Sgarbi si è scagliato contro Cattelan sia dalle pagine de Il Giornale che, martedì mattina, dai microfoni di Radio 24 sostenendo che l’artista è un abile comunicatore che sfrutta gli scandali puntando sulla censura la quale «aiuta l’opera d’arte a vivere e anzi ne è la stessa ragione di vita». E già che c’era Sgarbi ne ha approfittato per dare una stoccata anche al sindaco Letizia Moratti rea di averlo licenziato: «Non si capisce perché l’opera di Cattelan debba creare turbamenti mentre la donna crocifissa dipinta da Adelchi Riccardo Mantovani da me voluta in mostra al Pac di Milano non susciti alcuno scalpore», ha detto. «Suor Letizia che vigila sul suo convento, una città che chiude presto la sera e che consente ai giovani soltanto di stare per strada a bere e a drogarsi all’aperto in prossimità di qualche caffè alla moda, si trova ad avere un’opera scandalosa di cui però non si parla. Quella di Cattelan è roba già vista e questo dimostra come la miglior censura sia il silenzio». LUNGA TRADIZIONE - Certo di crocifissioni femminili c’è una lunga tradizione iconografica che parte dalle rappresentazioni medievali del martirio di Santa Giulia e arriva alle performance di Marina Abramovic, che ha crocifisso se stessa, e passa per i riti sacrificali dell’artista viennese Hermann Nitsch, il quale durante le sue azioni ispirate alla Passione ha crocifisso uomini, donne e animali, per arrivare fino al cinema con «Je vous salue, Marie» di Jean-Luc Godard o alla musica con Madonna che nel 2006 ha cantato issata su una croce di specchi indossando una corona di spine. Ma per vendere le opere a milioni di euro nel mercato internazionale dell’arte (a questi prezzi vengono contese quelle di Cattelan) lo scandalo da solo non basta e l’opera del 48enne artista padovano funziona anche perché, in realtà, non è affatto una crocifissione. «NON HO MAI DETTO DI ESSERE IL PRIMO» - «Non ho mai detto di essere il primo o il terzo», replica a Sgarbi Maurizio Cattelan. «Non è la classifica d’arrivo, ma il luogo che l’accoglie a rendere speciale il mio lavoro rispetto alla crocifissione di Mantovani. Installare un’opera in una chiesa e metterla in relazione con la vecchia sinagoga di Stommeln, dà al lavoro tutto un altro significato e io ho accettato l’invito proprio perché si trattava di questo tipo di sfida». «Comunque a Stommeln tutto è tranquillo», ride al telefono Cattelan. «E posso assicurare che domenica il parroco e il sindaco erano a tavola assieme a brindare felici e contenti. Non solo, ma ho anche ricevuto una targa di riconoscimento dalla città che porterò nella mia casa di New York». Francesca Bonazzoli 03 giugno 2008