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 2008  giugno 06 Venerdì calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 9 GIUGNO 2008

Stasera alle 20.45 l’Italia affronta a Berna l’Olanda nel suo primo match al tredicesimo campionato europeo di calcio. Gli azzurri hanno vinto il titolo una sola volta, a Roma il 10 giugno 1968 (domani fanno quarant’anni). Pietro Anastasi, che segnò il raddoppio nella finale vinta 2-0 contro la Jugoslavia (primo gol di Gigi Riva): «In realtà le finali furono due. La prima la pareggiammo 1-1, ma per onestà devo dire che avremmo meritato di perdere 3-1. Per fortuna nella ripetizione le cose andarono meglio». Quando gli hanno chiesto in chi si rivede nel gruppo attuale, ha risposto «Di Natale, perché corre tanto e segna parecchio». [1]

Antonio Di Natale, attaccante lanciato dall’Empoli da quattro stagioni all’Udinese, nell’ultimo campionato ha segnato 17 gol (suo record personale), nell’ultima amichevole della nazionale una doppietta contro il Belgio. Nato a Napoli il 13 ottobre 1977, «la sua prima maglia azzurra l’ha indossata con Trapattoni nel 2003, in una sera fredda a Pescara contro la Turchia. Ma è stato Donadoni a farne un punto di riferimento in azzurro. La svolta il 7 ottobre 2006, all’Olimpico contro l’Ucraina. L’inizio di una nuova storia, bella e affascinante. E il principio della fine di un’altra, quella di Del Piero. Di Natale entra al posto di Alex al 17’ del secondo tempo, è veloce, rapido, incisivo e confeziona l’assist per il raddoppio di Toni». [2]

Lo juventino Alessandro Del Piero, prossimo ai 34 anni, nel campionato appena concluso ha vinto per la prima volta il titolo di capocannoniere (21 gol). All’inizio della stagione pochi avrebbero scommesso su una sua convocazione. La riscossa cominciò il 25 novembre con una doppietta al Palermo partendo dalla panchina. Sandro Veronesi (sulla Gazzetta due giorni dopo): «Ventitré minuti non sono pochi, ci si possono fare tante cose. un concetto semplice, che solo in pochissimi, però, nel calcio riescono a perseguire con serenità, mentre in altri sport, dal basket alla pallanuoto, sta alla base della produttività di ogni vero campione e di ogni grande squadra: liberare le energie che verrebbero consumate dalla rabbia e dalla frustrazione e concentrarle nelle occasioni che ti si presentano. In questo, Del Piero è un autentico maestro, ed ecco perché è molto imprudente sottovalutarlo, nel presente e soprattutto nel futuro. Così com’era scritto, infatti, che domenica sera Del Piero avrebbe segnato, è scritto anche che Del Piero giocherà i prossimi europei». [3]

Per Del Piero questo è il quarto europeo. Cominciò nel 1996 con Sacchi ct, gli azzurri furono eliminati al primo turno. Stessa sorte quattro anni fa con Trapattoni ct, sebbene imbattuti (determinante un 2-2 tra Svezia e Danimarca che dire sospetto è poco). In mezzo, il torneo del 2000, quando con Zoff ct fummo sconfitti 2 a 1 dalla Francia nella finale di Rotterdam, dopo che sull’1-0 per noi proprio Del Piero aveva fallito due clamorose occasioni per chiudere la partita. Tra i 23 azzurri convocati da Donadoni, c’è solo un altro superstite di quella finale, il milanista Massimo Ambrosini. Ci doveva essere pure Fabio Cannavaro, capitano della nazionale campione del mondo nel 2006, ma al primo giorno di ritiro s’è fatto male: lesione dei legamenti del comparto esterno della caviglia sinistra. [4]

L’infortunio era stato previsto lo scorso 29 maggio dalla maga austriaca Rosalinde Haller: «Nella squadra italiana potrebbe saltare un giocatore importante ». Fiorello (intervistando a VivaRadio2 il capitano azzurro): «Sta zoc....». [5] Già operato, Cannavaro ha deciso di restare al fianco dei compagni. Marisa Muzio, psicologa dello sport: «Nel basket vincente di Sandro Gamba, Dino Meneghin ricopriva una funzione chiave, non soltanto sul parquet. Quindi se la posizione di Cannavaro fosse la stessa, la sua scelta di non andarsene diverrebbe un elemento di rassicurazione per il gruppo. come se lui dicesse ai compagni: io ci sono, non vi ho traditi». [6]

Quattro anni fa, il migliore degli azzurri fu Antonio Cassano, già con Bari, Roma e Real Madrid, nell’ultima stagione alla Sampdoria. Famoso oltre che per il talento per le cosiddette ”cassanate”, è «l’unica persona al mondo a cui bisognerebbe augurare di ragionare sempre con i piedi, visto che con quelli fa ciò che vuole, mentre il cervello spesso finisce in corto circuito» (Stefano Zaino). [7] Quest’anno, per dirne una, ha preso 5 giornate di squalifica perché durante la partita col Torino voleva menare l’arbitro (è andato avanti con le minacce per 10 minuti). Contro la sua convocazione si sono levate molte voci eccellenti. Gianni Rivera (ex bandiera del Milan, nel 1969 primo italiano a vincere il Pallone d’oro): «Ai miei tempi il problema della convocazione di Cassano non si sarebbe posto neppure. Sarebbe intervenuta la Federcalcio: l’aggressione a un arbitro non è il migliore viatico per indossare la maglia azzurra. Ma ormai queste regole non esistono più, sono saltati alcuni valori morali». [8]

Roberto Donadoni, il ct che ha avuto il coraggio di convocare Cassano, è un ex grande calciatore del Milan e della nazionale degli anni 80-90. Sulla panchina azzurra dall’estate 2006, mercoledì ha rinnovato il contratto, firma nell’ufficio della Federcalcio all’Hotel Schloss Weikersdorf di Baden, dove i nostri hanno trascorso il ritiro. Fabrizio Bocca: «Due anni di accordo, fino ai mondiali in Sudafrica 2010. Donadoni prenderà un milione e seicentomila euro a stagione più i premi. Tanto per fare un esempio: se vince gli Europei sono altri 215.000 euro, mica bruscolini». Finiti gli europei, Donadoni e il presidente federale Abete avranno dieci giorni per stabilire se proseguire il rapporto: il tecnico potrà andarsene senza cacciare un euro, la federazione potrà cacciarlo pagando una penale di circa 500.000 euro netti (più o meno 4 mesi di stipendio). [9]

Marco Van Basten, ex compagno di squadra di Donadoni nel Milan, alla fine degli europei andrà ad allenare l’Ajax di Amsterdam. Emanuele Gamba: «Vent’anni fa il centravanti Van Basten vinse l’Europeo segnando uno dei gol più belli della storia del calcio, oggi l’allenatore Van Basten sgocciolerà i suoi ultimi giorni sulla panchina dell’Olanda». Il tre volte Pallone d’oro: «Abbiamo tutte le qualità per vincere. Peccato solo che siamo capitati in un girone tremendo». Erwin Van der Saar, ex portiere della Juventus che ha appena vinto la Champions League col Manchester United: «Il vero problema è che agli olandesi non bastano le vittorie ma vogliono anche lo spettacolo, e così ci troviamo addosso un pressione incredibile». Ruud Van Nistelrooy, bomber del Real Madrid: «Contro l’Italia, noi concentreremo tutte le nostre energie in attacco, mentre loro difenderanno lo 0-0. Poi segneranno all’80’ e ci diranno arrivederci». [10]

Venerdì alle 18 giocheremo a Zurigo contro la Romania. La stella dei romeni è Adrian Mutu, attaccante già con Inter, Verona, Parma e Juve adesso alla Fiorentina. Zvonimir Boban, ex calciatore del Milan oggi commentatore di Sky: «Ha talento, potenza fisica e velocità. un numero 10 che interpreta il ruolo di punta in maniera impeccabile. Non c’è un giocatore come lui, neanche del passato. Lui è inimitabile, perché è forte anche di testa. Tipi come Baggio o Zola non avevano la sua potenza fisica. Magari Mutu ha meno classe, ma secondo me è più completo». [11] Inevitabilmente, la partita avrà un sapore particolare anche a causa degli ultimi fatti di cronaca. Nella nazionale rumena c’è un solo rom, Banel Nicolita. Giampiero Timossi: «Pare avesse detto: ”Voglio venire in Italia perché non c’è razzismo”. Ora spiega: ”Ho detto che mi piacerebbe giocare in serie A”». [12]

Ultimo match della fase eliminatoria, a Zurigo martedì 17 giugno alle 20.45 contro la solita Francia. Gamba: «Potrebbe anche finire ai rigori. Ai rigori? Anche se non si tratta di una gara ad eliminazione diretta? Anche se c’è una classifica che dovrebbe determinare il piazzamento del gruppo? Proprio così, e questo per effetto di una modifica al regolamento introdotta dall’Uefa: se le due squadre che si incontreranno all’ultimo turno si trovassero ancora in parità a livello di punti e di reti segnate e subite, non verranno più applicati gli altri parametri dirimenti (coefficiente ricavato dal rapporto punti/partite giocate nelle qualificazioni ai Mondiali del 2006 e a Euro 2008, fair play e, extrema ratio, sorteggio) ma si andrà a battere i calci di rigore. Proprio così: al novantesimo, senza supplementari, come se si trattasse di una gara secca e non di quella che chiude un girone a punti». [13]

Passassimo il turno, ai quarti di finale ce la dovremmo vedere con una squadra tra i campioni in carica della Grecia, la Spagna, la Russia, la Svezia di Zlatan Ibrahimovic (l’attaccante che rientrando in extremis con una doppietta ha dato lo scudetto all’Inter). Quanto alle semifinali, oltre a queste quattro potremmo avere come avversaria l’altra qualificata del nostro girone eliminatorio (altra bizzarra novità dell’Uefa). La finale si giocherà domenica 29 giugno alle 20.45 a Vienna. Ci arrivassimo, potremmo vedercela con il Portogallo, che ha nelle sue fila Cristiano Ronaldo, da molti ritenuto il più grande calciatore del mondo. Corrado Zunino: « lui il fenomeno di moda, e il più pagato: otto milioni e mezzo di euro dal Manchester che lo prese quando aveva 18 anni. I medici hanno preso a studiare in profondità questo straordinario sprinter del calcio che con la palla al piede, a passi brevi, da colibrì, viaggia più veloce di qualsiasi marcatore». [14]

Arrivassimo alla finale, potremmo tentare una doppietta mondiale/europeo riuscita solo alla Francia nel 1998/2000 e alla Germania nel 1972/1974 (anche se nell’ordine inverso, prima l’europeo, poi il mondiale). I tedeschi, unici ad aver vinto tre titoli europei (1972, 1980, 1996), sono come sempre tra i più forti candidati al titolo. Difficile che arrivino tanto lontano i due Paesi organizzatori, Austria e Svizzera, anche se il fattore campo li rende piuttosto spavaldi. L’elvetico Roger Federer, tennista numero 1 al mondo e grande appassionato di calcio, già ci prende per i fondelli: «Ne metterete dieci sulla porta, oppure uno in attacco stavolta lo terrete?», ha chiesto ridacchiando al tour manager dell’Atp Giorgio Di Palermo. [15]