Luigi Grassia, La Stampa 6/6/2008, pagina 27, 6 giugno 2008
Lasciare Malpensa si è rivelata un’idea catastrofica per Alitalia. Sarà un caso, ma dopo aver spostato la maggior parte dei suoi voli a lungo raggio da Milano a Roma Fiumicino la compagnia di bandiera è andata incontro a una tragica crisi di mercato misurata dall’Aea (associazione delle compagnie europee) con questi numeri: nel mese di aprile 2008 l’Alitalia ha trasportato soltanto 1,55 milioni di passeggeri, con un crollo del 25,9% rispetto allo stesso mese del 2007
Lasciare Malpensa si è rivelata un’idea catastrofica per Alitalia. Sarà un caso, ma dopo aver spostato la maggior parte dei suoi voli a lungo raggio da Milano a Roma Fiumicino la compagnia di bandiera è andata incontro a una tragica crisi di mercato misurata dall’Aea (associazione delle compagnie europee) con questi numeri: nel mese di aprile 2008 l’Alitalia ha trasportato soltanto 1,55 milioni di passeggeri, con un crollo del 25,9% rispetto allo stesso mese del 2007. In pesante regresso (del 9,7%) il fattore di riempimento degli aerei, che è un indice chiave per misurare la redditività in questo settore. Proprio in aprile è entrato in vigore il presunto «piano di sopravvivenza» dell’ex presidente Prato, quello che ha svuotato Malpensa. L’aeroporto di Milano sta già colmando la voragine, anche se ci vorrà del tempo per tornare sui livelli di traffico di prima. Una grossa mano arriva da Air One, che fino a marzo a Malpensa non c’era nemmeno e invece a fine giugno avrà ben 11 voli al giorno, fra cui 5 collegamenti con città europee e altri 2 quotidiani con l’America (Boston e Chicago). Arrivano in forze anche gli stranieri: a maggio, per fare un solo esempio, la Qatar Airways ha aumentato da 4 a 6 ogni settimana i suoi voli da Milano a Doha e da ottobre i collegamenti della compagnia tra Malpensa e la capitale del Qatar - in piena effervescenza economica - saranno addirittura giornalieri. In tutto questo anche Fiumicino beneficia di un incremento di traffico, corrispondente alla quota di passeggeri Alitalia ex Malpensa che lo scalo romano è riuscito a intercettare. Chi invece ha i conti che proprio non tornano è l’Alitalia. Sulla compagnia si abbatte un’altra tegola. Dopo giorni di fughe di notizie e smentite parziali, ieri la Commissione Ue ha fatto sapere che mercoledì 11 aprirà un’inchiesta sui 300 milioni di euro del prestito-ponte. improbabile però che questo abbia un influsso concreto sugli eventi: infatti la procedura potrebbe durare fino a 18 mesi e in così tanto tempo il destino di Alitalia si compirà comunque: si troverà un acquirente, o finirà in altro modo. La polemica politica su Alitalia è rovente. Veltroni lamenta: «Tre mesi dopo che Berlusconi ha detto no a Air France la cordata italiana non si è appalesata». Ma il Pd non fa ostruzionismo alla Camera all’approvazione del decreto sul prestito-ponte, ostruzionismo scelto invece ieri dall’Italia del Valori di Di Pietro con 10 ore di lotta incessante - e l’Idv promette di continuare a oltranza. Tensione estrema in aula, anche per la polemica (che si ripropone sempre in questi casi) sui «pianisti», cioè i parlamentari che votano anche per gli assenti. Di Pietro protesta contro «la doppia illegalità del decreto, quella di merito, perché le norme europee impediscono gli aiuti di Stato, e quella di metodo, perché ci sono dei truffatori che votano più volte». Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, gli risponde: «Le votazioni sono regolari. E sul prestito fugheremo i dubbi dell’Ue». Luigi Grassia