ItaliaOggi 6 giugno 2008, Franco Bechis, 6 giugno 2008
Il grande crack di Roma. ItaliaOggi 6 giugno 2008 La principale bandiera del nuovo centro-sinistra di Walter Veltroni, quel celebrato modello-Roma, sta per essere ammainata rovinosamente
Il grande crack di Roma. ItaliaOggi 6 giugno 2008 La principale bandiera del nuovo centro-sinistra di Walter Veltroni, quel celebrato modello-Roma, sta per essere ammainata rovinosamente. Entro due settimane la regione Lazio di Piero Marrazzo verrà commissariata dal ministero dell’economia per l’eccessivo deficit sanitario, visto il fallimento ormai scontato di tutte le procedure immaginate per il rientro da uno sbilancio che si è andato invece ingrossando. Ma in tensione finanziaria è entrato anche il comune della capitale, ora governato da Gianni Alemanno. Che ha ereditato dalla gestione Veltroni un debito superiore ai 7 miliardi di euro e che a fine maggio ha avuto una forte crisi di liquidità. Tanto da fare ipotizzare una dichiarazione di dissesto finanziario. Mercoledì sera in una lunga riunione al Campidoglio lo stesso sindaco di Roma ha esaminato l’eventualità con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, leggendo i risultati di una due diligence che lo stesso Alemanno ha voluto sui conti del Comune. Preparata dal segretario generale Vincenzo Gagliani Caputo insieme agli ispettori della Ragioneria generale dello Stato. Il sindaco attuale, pur comprendendo la gravità della situazione finanziaria, ha perplessità su una dichiarazione di dissesto che porterebbe al parziale commissariamento dell’amministrazione e a restringere notevolmente gli spazi di azione politica e di governo della nuova maggioranza, che verrebbe obbligata alla gestione ordinaria. Ma tecnicamente ci sarebbero i presupposti, vista la difficoltà di fare fronte con l’attuale liquidità anche alle spese obbligatorie. L’unica alternativa resta quella di risolvere alcune partite di contenzioso con la Regione Lazio e con lo stesso ministero dell’Economia, per un complesso di circa due miliardi di euro. In attesa delle decisioni tecniche, è evidente il fallimento di quello che era stato celebrato come ”modello Roma”, e non solo per la situazione finanziaria degli enti pubblici. Vere e proprie voragini nelle municipalizzate e nelle società direttamente controllate dal comune di Roma, in crisi pesante perfino l’industria privata che più era legata alle politiche del comune: costruzioni e immobiliari in primis. Il simbolo di questo stato di cose probabilmente è nel braccio di ferro fra il gruppo imprenditoriale più coccolato da Veltroni, quello dei fratelli Toti, e le banche finanziatrici (Intesa e Unicredit in primis) che stanno procedendo a una ristrutturazione del debito e perfino degli interessi... Franco Bechis