ItaliaOggi 5 giugno 2008, Marco Castoro, 5 giugno 2008
Scacco a Walter, si muove Latorre. ItaliaOggi 5 giugno 2008 Ormai è chiaro: Massimo D’Alema si prepara alla guerra contro Walter Veltroni
Scacco a Walter, si muove Latorre. ItaliaOggi 5 giugno 2008 Ormai è chiaro: Massimo D’Alema si prepara alla guerra contro Walter Veltroni. E lo fa nella casa del nemico. L’obiettivo è mettere in difficoltà il leader del Pd, accerchiarlo con i suoi carri armati, per poi tentare l’assalto decisivo che lo costringa alla resa. La strategia è dichiarata. La decisione di correre da soli, la sconfitta nelle elezioni, la scelta di non entrare nel governo ombra sono tutte schermaglie annunciate. Le schermaglie che invece sorprendono gli addetti ai lavori riguardano la commissione di Vigilanza della Rai. Prevedere un Nicola Latorre tra i nomi prescelti non era facile per nessuno. Il braccio armato di D’Alema si presenta agguerrito più che mai. Lo stesso Veltroni pare sia saltato dalla sedia non appena ha saputo che non era uno scherzo. Latorre è un leader e farà di tutto per esserlo anche alla Vigilanza. Seppure ci siano personaggi d’alta quota come Giovanna Melandri e Paolo Gentiloni, due candidati che potrebbero perfino bruciare allo sprint l’annunciata nomina a presidente di Leoluca Orlando dell’Italia dei Valori. Ma Latorre non è il solo dalemiano presente. Ce ne sono altri due dichiarati come Gianni Cuperlo e Luigi Vimercati, quest’ultimo legato a Penati, il presidente della provincia di Milano. Gianni Cuperlo è uno dei politici più fedeli a D’Alema. Nella squadra del Pd c’è anche Fabrizio Morri, fassiniano doc, ma di sicuro più vicino a D’Alema che a Veltroni. Per contro l’ex sindaco di Roma può contare sulla fedeltà di Giovanna Melandri, Vinicio Peluffo e Vincenzo Vita. Dunque tre dalemiani e tre veltroniani, più un fassiniano. Poi ci sono il radicale Marco Beltrandi, un esperto della commissione, il teodem Enzo Carra. Gli altri componenti della rosa del Pd sono di area cattolica, ex Margherita. Su tutti il rutelliano Gentiloni. E ancora i senatori Riccardo Milana, Giovanni Procacci (prodiano) e Riccardo Villari, il deputato Giorgio Merlo. Una squadra ben assortita ma non certo un gruppo compatto. Anzi, a guardare bene la rosa sembra proprio che tutte le correnti siano state più o meno accontentate, anche se la presenza di Latorre è una presenza ingombrante per i veltroniani. Nemmeno i due capigruppo del Pd, Anna Finocchiaro al Senato e Antonello Soro alla Camera sono riusciti nell’intento di pilotare le candidature. Sembra che Veltroni se la sia presa di brutto con la Finocchiaro, accusandola di non essere stata in grado di gestire le scelte. L’unica consolazione per Walter sta nel fatto che Latorre non potrà fare il capogruppo della commissione perché è già vicecapogruppo a Palazzo Madama. Di sicuro però la sua presenza complica la missione di Veltroni che, inutile nasconderlo, tiene alla Rai quanto Berlusconi tiene a Mediaset. Nonostante i dalemiani il leader del Pd dovrà mantenere il patto con Di Pietro, permettendo a Orlando di diventare presidente, anche se in cuor suo vedrebbe bene la Melandri sul trono della Vigilanza. L’ex ministro corre anche per la presidenza di viale Mazzini. pronta, in caso di nomina, anche a rinunciare alla carica parlamentare. Dovrà vedersela contro Goffredo Bettini, Pietro Calabrese e Pier Luigi Celli. Toh, guarda il caso: un altro dalemiano. Marco Castoro