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 2008  giugno 06 Venerdì calendario

ZAGARIA Michele

ZAGARIA Michele San Cipriano d’Aversa (Caserta) 21 maggio 1958. Camorrista. Arrestato il 7 dicembre 2011 a Capapesenna (Caserta) dopo 16 anni di latitanza (vedi Dario Del Porto, “la Repubblica” 8/12/2001) • «[...] era un imprenditore, è un imprenditore. È un imprenditore camorrista, non un camorrista imprenditore. Sembra uno scioglilingua, ma non lo è. Non è un camorrista che ha fatto soldi e quindi si è messo a fare impresa con denaro sporco. Al contrario è un casalese e precisamente di Casapesenna – un piccolo paese vicino a Casal di Principe e San Cipriano d´Aversa, i tre paesi dell’Agro Aversano con i maggiori problemi – partito come costruttore, come imprenditore, e ha sempre continuato a comportarsi da imprenditore [...] è stato una pedina fondamentale, ad esempio, nella storia della Parmalat. Quando la Parmalat decide di fornire dati sulle vendite in grado di poter giustificare quotazioni elevate in borsa, ha bisogno di vendite sicure, e queste vendite gliele garantisce Michele Zagaria. Come? Semplice: decidono di pagare un estorsione settimanale al boss che in cambio impone a tutti i supermercati, a tutti i dettaglianti, a tutto il mondo distributivo e commerciale di acquistare latte Parmalat. E lo fa attraverso una strategia semplice, da imprenditore, non solo con le pistole puntate. Va dai grandi distributori di latte e gli propone di distribuire i prodotti Parmalat a una percentuale di sconto elevata. Accade, naturalmente, che tutti siano soddisfatti perché il garante di questo sconto si fa Michele Zagaria con Pamalat stesso. Cioè lui decide di imporre ovunque Parmalat a un dato prezzo che deve necessariamente andare bene anche alla Parmalat. A questo punto tutti i concorrenti di Parmalat non riescono a reggere quelle percentuali di sconto, e quando uno solo ci riesce, Foreste Molisane, gli uomini di Zafaria gli bruciano i camion per il trasporto. Michele Zagaria è stato imperatore del cemento in Emilia Romagna; sono note le società riconducibili a suo fratello Pasquale Zagaria, detto Bin Laden. E quelle imprese avevano nomi altisonanti (Ducato, Stendhal Costruzioni) e costruirono addirittura un edificio nell´ex area Mondadori, nel cuore di Milano, in via Santa Lucia 3. Michele Zagaria è un uomo che mette le mani nei più importanti centri commerciali d’Italia. Al centro commerciale Campania, un colosso dello shopping alle porte di Napoli, lui applica una doppia strategia. Da un lato chiede la singola estorsione alle imprese che non fanno parte del suo cartello; dall’altro partecipa con le sue aziende alla vittoria dell´appalto e chiede quindi dei negozi da poter gestire. Quindi estorsione e costruzione. [...]» (Roberto Saviano, “la Repubblica” 8/12/2011) • «[...] detto Capastorta [...] Single, ricercato [...] per una lunga lista di reati, ama la bella vita senza dare nell’occhio: gli viene attribuito un lungo flirt con una professoressa. Quando in paese si spargono voci su una sua amante, è Iovine che interviene per mettere a tacere i pettegoli: la morale non c’entra, lo fa per impedire che la liaison diventi un’occasione per la polizia. Zagaria è un casalese atipico che, stando alle intercettazioni, non disdegnerebbe qualche pista di cocaina: un vizio proibito dal clan. Ma lui sostiene di dovere essere trattato “comme ’o prevete”, come un prete: “Fai quello che dico, non quel che faccio”. Sa gestire l’immagine: convoca gli imprenditori in ville sfarzose, li accoglie con una tigre al guinzaglio. Così, assieme al fratello Pasquale è diventato il protagonista degli appalti: la Tav, il nuovo penitenziario, la linea ferroviaria locale, persino la base radar della Nato. Unendo soldi e avvertimenti, bastone e carota, vinceva sempre. È lo stesso modello esportato nei cantieri: affidate i lavori a noi, sapremo garantirvi da qualunque inconveniente. Grazie al matrimonio di Pasquale con la figlia di un immobiliarista parmense, porta capitali al Nord e cerca referenti al massimo livello: celebre l’incontro con uno degli assistenti di Pietro Lunardi, ministro delle Infrastrutture, per discutere di investimenti. I quattrini non sono un problema: ha dimostrato di potere mettere insieme mezzo milione cash in poche ore. E si stima che il giro d’affari, amministrato dagli Zagaria per conto di tutti i casalesi, sfiori il miliardo l’anno. La forza dei Casapesenna è però nella solidarietà familiare: sono letteralmente una band of brothers. Quattro fratelli sempre uniti, che Michele tutela con il colpo in canna. [...] per un breve periodo si sono dati tutti alla macchia. Poi [...] si sono registrati i primi segnali di tensione nel Casertano: contrasti sotterranei su come reagire all’effetto “Gomorra” e agli arresti. C’era chi invocava la guerra totale: autobombe contro Roberto Saviano e il pm Raffaele Cantone. In quei giorni di grande allarme si è costituito Pasquale Zagaria, con una mossa interpretata come un dissenso sui piani stragisti. Secondo Domenico Bidognetti, l’ultimo pentito di rilievo, sarebbe Pasquale il vero stratega del clan, quello che ha trasformato in oro ogni attività dei casalesi. Con la resa, si è messo al riparo da azioni violente, rimanendo però un punto di riferimento. Un copione ripetuto [...] quando il clima si è fatto pesante per la nuova mattanza. Si sono consegnati prima Carmine, il secondo fratello, e poco dopo Antonio, l’ultimo. I tre devono scontare piccole condanne, roba da pochi mesi di cella. Così Michele, il capostipite, resta da solo ad affrontare la tempesta, ma qualunque cosa accada, ci saranno altri Zagaria a portare avanti la famiglia» (Gianluca Di Feo, Claudio Pappaianni, “L’espresso” 12/6/2008).