Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  giugno 05 Giovedì calendario

In carcere 45 suicidi. Trentuno solo imputati. ItaliaOggi 5 giugno 2008 Sono 45 i detenuti che si sono tolti la vita nel 2007, dato sostanzialmente stabile rispetto a quello degli anni precedenti

In carcere 45 suicidi. Trentuno solo imputati. ItaliaOggi 5 giugno 2008 Sono 45 i detenuti che si sono tolti la vita nel 2007, dato sostanzialmente stabile rispetto a quello degli anni precedenti. Ci si ammazza in carcere più o meno diciotto volte di più che all’esterno. Ulteriori 76 sono i reclusi morti per cause naturali. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del ministero della giustizia ha reso noti nei giorni scorsi i dati relativi agli atti di autolesionismo e ai decessi avvenuti nelle carceri italiane negli ultimi quattro anni. I tassi vengono calcolati sulla popolazione detenuta mediamente presente durante l’anno. Il 2007 si è chiuso con 48.693 detenuti, numero in costante crescita dal luglio 2006, data del provvedimento di indulto, a oggi, quando ha raggiunto le circa 54 mila unità, di molto superiore al numero dei posti letto disponibile (meno di 44 mila). I 45 suicidi avvenuti nel corso dell’anno passato hanno interessato lo 0,10% della popolazione detenuta mediamente presente nell’anno. Di essi, 43 hanno riguardato uomini, di cui 27 italiani e 16 stranieri, e due hanno riguardato donne italiane (lo 0,22% delle poche donne detenute complessivamente). La maggior parte degli atti auto-soppressivi si è registrato tra gli imputati, visto, da un lato, l’alto numero di suicidi che si hanno al momento sconfortante dell’ingresso in carcere ma anche, dall’altro, il maggior numero di imputati che si registra a seguito dell’indulto, che li ha interessati più marginalmente. 31, di cui una donna, sono stati infatti gli imputati che si sono tolti la vita, contro 13 condannati (di cui una donna) e un internato. Se guardiamo invece ai tentativi di suicidio, gli episodi totali sono stati 610, di cui 571 hanno riguardato uomini, equamente distribuiti in valore assoluto tra italiani e stranieri (287 contro 284). Quanto alle donne, 22 erano italiane e 17 straniere. Anche qui la maggiore rappresentazione è tra coloro che non hanno ancora una condanna definitiva (400, di cui 23 donne, contro 198 condannati, di cui 15 donne, e 12 internati, di cui una donna). I tentativi di suicidio hanno interessato l’1,35% della popolazione detenuta presente in media nel corso del 2007. Cifre molto superiori emergono nel conteggio degli atti di autolesionismo, che hanno riguardato ben l’8,14% dei detenuti e degli internati, vale a dire, in termini assoluti, 3.687 persone, di cui 1.447 uomini italiani, 2.066 uomini stranieri, 117 donne italiane (addirittura il 12,89% del totale) e 57 donne straniere (solo il 5,29% del totale). Tra questi detenuti, 2.213 erano imputati (di cui 104 donne), 1.402 condannati (di cui 69 donne) e 71 internati (di cui una donna). Se ci rivolgiamo adesso ai decessi per cause naturali, troviamo che sono morti in carcere nell’anno di riferimento 76 detenuti (lo 0,17% della media complessiva dei presenti), tra cui due donne. Tra questi, 63 erano italiani (lo 0,22% della media totale, tra cui due donne) e 13 stranieri (lo 0,08% della media totale). Inoltre, 35 erano gli imputati, 32 i condannati e nove gli internati (questi ultimi ben lo 0,63% del totale), mostrando una disparità tra le categorie ben inferiore a quella relativa agli atti volontari. Se diamo ora uno sguardo agli anni precedenti, vediamo che nel 2006 (al 31 dicembre i detenuti erano 39.005, mentre nel primo semestre, prima dell’indulto, sfioravano i 60 mila) si sono registrati 50 suicidi (tra cui una donna italiana e nove detenuti stranieri), che anche qui rappresentano lo 0,10% della popolazione detenuta media. Questa percentuale è ancora identica a quella del 2005, quando però il valore assoluto del dato era pari a 57 unità (i detenuti al 31 dicembre di quell’anno erano infatti 59.523), di cui 36 uomini italiani, 15 stranieri, cinque donne italiane e una straniera. Lievemente inferiore la percentuale del 2004 (0,09%), quando si sono contati 52 suicidi nelle carceri italiane (i detenuti al 31 dicembre erano 56.068), di cui 35 uomini italiani e 13 stranieri, 3 donne italiane e una straniera. La discrepanza tra il dato relativo agli imputati e quello relativo ai condannati va assottigliandosi fino a ribaltarsi nell’incrociare l’indulto: nel 2006 si riscontrano 23 suicidi tra gli imputati, 21 tra i condannati e sei tra gli internati, nel 2005 se ne riscontrano 20 tra gli imputati, 34 tra i condannati e tre tra gli internati, nel 2004 se ne riscontrano 24 tra gli imputati, 26 tra i condannati e 2 tra gli internati. Se guardiamo alle morti naturali, esse presentano un valore percentuale oscillante negli anni. In termini assoluti, nel 2006 se ne sono riscontrate 81, di cui 70 tra gli uomini italiani e nove tra gli stranieri, nessuna tra le donne italiane e due tra le straniere; nel 2005 se ne sono riscontrate 115, di cui 95 tra gli uomini italiani e 14 tra gli stranieri, quattro tra le donne italiane e due tra le straniere; nel 2004 se ne sono riscontrate 104, di cui 82 tra gli uomini italiani e 17 tra gli stranieri, quattro tra le donne italiane e una tra le straniere. Tra gli internati, categoria particolarmente a rischio, si sono registrati 11 decessi per cause naturali nel 2006 (lo 0,84%), 14 decessi nel 2005 (l’1,27%) e ancora 11 nel 2004 (l’1,02%). Patrizio Gonnella