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 2008  giugno 05 Giovedì calendario

Boncompagni passa al Messaggero. ItaliaOggi 5 giugno 2008 I pensierini quotidiani di Gianni Boncompagni lasciano Il Foglio per approdare sulle pagine del Messaggero

Boncompagni passa al Messaggero. ItaliaOggi 5 giugno 2008 I pensierini quotidiani di Gianni Boncompagni lasciano Il Foglio per approdare sulle pagine del Messaggero. Qualche centinaia di migliaia di copie in più al giorno, insomma, per l’autore e regista televisivo di Arezzo, che, nel passaggio dall’élite di Giuliano Ferrara alla trasversalità della testata diretta da Roberto Napoletano, non intende tuttavia «abbassare il tiro. Continuerò con i miei pezzetti molti brevi, sull’attualità, che posso mandare con il telefonino ovunque mi trovi nel mondo». La nuova rubrica, studiata ad hoc per la prestigiosa firma, si chiamerà «Via Boncompagni», un luogo del pensiero che poi è anche una via della capitale, una traversa di via Veneto. Domanda. E quando si inizia? Risposta. A brevissimo, forse già domani (oggi, ndr). A proposito del vertice Fao, sto pensando a un pezzetto sulle differenze tra scorte alimentari e scorte per i personaggi vip che sono in questi giorni a Roma. D. Al Foglio aveva iniziato nel 2004. Come vi siete lasciati? R. Pace e amore, ci mancherebbe. Al Foglio è stato un addio in amicizia, e al Messaggero sono arrivato tramite amici. D. L’obbligo del pezzetto quotidiano non la spaventa? R. No, sono scritti veramente brevi, che mi hanno dato grande soddisfazione. Al Foglio, nonostante il limitato numero di lettori, ho avuto un riscontro incredibile. C’è gente che mi ferma per strada per chiedermi come mai da qualche giorno non legge più nulla di mio su quel giornale. Si sono accorti della mia mancanza. E, lo ripeto, mi sembra incredibile. Anche perché la mia faccia non è molto conosciuta, appaio poco in tv. D. Beh, però in questa stagione ha fatto Bombay su La 7. Ha progetti in ballo? R. Un pour parler con La 7, ma nulla di definitivo_ D. Anche in una La 7 senza Antonio Campo Dall’Orto? R. Certo, con Campo Dall’Orto era tutta un’altra cosa. Ma La 7 continua a essere un progetto interessante. Io poi lavoro con Giovanni Benincasa e mi diverto un sacco. D. Collaborazioni con Piero Chiambretti? R. Lui ha chiuso Markette. E mi sa che non resta a La 7. Anche perché lì hanno stretto i cordoni della borsa e ci sono pochi soldi. D. A proposito di soldi. Ma è vero che la sua fonte principale di reddito sono ancora i diritti di autore per i testi delle canzoni di Raffaella Carrà? R. Sembra assurdo, no? Ma è così. Quando mi arriva la semestrale dico sempre ai miei amici: ma ti rendi conto? D. Quali sono le canzoni-galline dalle uova d’oro? R. Tanti Auguri, quella di «Come è bello far l’amore da Trieste in giù». E poi il Tuca Tuca. stupefacente, son passati quasi 40 anni e continuano a passare dappertutto. Sono decenni che me le chiedono per la pubblicità, ma non le abbiamo mai concesse. Non c’erano progetti forti. Si figuri che proprio ieri una ditta di Trieste mi aveva domandato Tanti Auguri per uno spot a livello locale. Ovviamente ho risposto di no. D. Tornando alla sua passione per i giornali: a quando risale? R. Beh, già molti anni fa, quando ero giovane, avevo una rubrica settimanale su Paese Sera. Parlavo di musica. Poi ancora rubriche musicali su Il Mondo e Grazia. D. Con i suoi pensieri quotidiani fa un po’ concorrenza ai vignettisti_ R. Loro sono dei grandi. Oggi (ieri, ndr) sul Corriere della Sera Giannelli mi è piaciuto molto con la vignetta su Berlusconi e Sarkozy in perfetta sintonia sui tacchi delle scarpe. D. Poiché le scorre musica nel sangue, ha visto X-Factor? R. No. Fare la tv è già gravissimo, guardarla sarebbe diabolico. D. Ma chi ci crede. Lei non guarda mai la tv? Amici di Maria De Filippi? R. Qualche volta. Lei è brava. Però è vero, la tv la guardo poco. Di solito dopo mezzanotte. D. E che cosa preferisce? R. History Channel e Discovery Channel. Mi piacciono un sacco, fanno programmi inglesi e laici. Mettono in dubbio tutto, anche l’esistenza di Gesù Cristo. In una puntata hanno dimostrato, scientificamente e indiscutibilmente, che le dieci piaghe di Egitto erano fenomeni naturali. Perciò si dibatte sull’attendibilità della Bibbia. Oh, finalmente una tv laica. D. Lei ha vissuto per dieci anni in Svezia, nazione laica per definizione. Tornerebbe ad abitarci? R. Perché no. Comunque io in Svezia ci vado molto spesso, ho dei parenti acquisiti. Da anni voglio comprare casa a Stoccolma, ma non ci riesco, è complicatissimo. In sostanza, secondo le leggi svedesi, tu puoi prendere casa solo attraverso un’asta. Quindi devi andare lì, fare i rilanci. Insomma, un vero casino. Claudio Plazzotta