varie, 6 giugno 2008
IOVINE Antonio
IOVINE Antonio San Cipriano d’Aversa (Caserta) 20 settembre 1964. Camorrista. Latitante da 15 anni, fu arrestato a Casal di Principe il 17 novembre 2010 • «[...] è chiamato ’o Ninno, il poppante. Lui è un uomo di azioni e di relazioni. Nipote del padrino Mario, è cresciuto con il revolver in mano: nel 1991 è stato ferito dai carabinieri durante una sparatoria e gli effetti di quella pallottola si fanno sentire ancora oggi. Ama il lusso, gli abiti firmati e in casa sua sembra regnare l’ossessione per la griffe. Gli investigatori si sono trovati ad ascoltare le sfuriate della figlia, che protesta con la madre “perché nella borsa hai infilato solo le ciabatte di Fendi”. O il nipote che si lamenta perché vuole in regalo una Mini Cooper e non un’utilitaria. Nonostante sia latitante da [...] anni, è molto attento all’educazione dei tre figli: spesso hanno trascorso le vacanze insieme all’estero, sfuggendo ai pedinamenti. La primogenita Filomena, che tutti chiamano Filly, è fidanzata con l’erede di Sandokan. E quando le due signore e i ragazzi sono andati a sciare, pare che anche lui si sia fatto vivo. La moglie è considerata dai carabinieri la sua consigliera e ambasciatrice più fidata. Condividono l’ossessione per intercettazioni e controlli: al momento giusto, lei riesce sempre a scomparire. [...] Iovine sa come farsi amici [...] cerca le coperture a Roma. Lì è stato il dominus del Gilda, discoteca per clienti attempati e potenti. E controllava il Destriero, ristorante di pesce rinomato, frequentato da politici e dirigenti delle forze dell’ordine. Dicono che i suoi capitali siano concentrati nell’agro-alimentare. Solo di recente avrebbe messo un piede nel business del videopoker e delle scommesse sportive. Ma le entrature giuste si possono trovare anche a San Cipriano, la sua città dove avrebbe infiltrato l’amministrazione comunale. Gli atti giudiziari descrivono summit nel comando dei vigili . E l’intervento della signora Iovine per sostenere la famiglia di Giuseppe Russo, detto “Peppe il padrino”. Un nome che ricorre spesso nel dossier che ha sciolto il Comune. Viene citato in merito agli appalti assegnati alle aziende di Mario Cosentino, cognato di “Peppe il padrino” e fratello del sottosegretario all’Economia Nicola, stella nascente della politica campana. L’intelligence sostiene che ’o Ninno abbia un altro punto di forza: la supervisione del traffico di rifiuti nel Casertano. Ma è un elemento che non ha trovato riscontri giudiziari: nessun pentito ne vuole parlare. Non è un caso. Da dieci anni la spazzatura è l’affare più ricco in Campania, ma viene gestito da un’intesa triangolare: camorra, politici locali e istituzioni statali. Un patto cementato dall’emergenza perenne. [...]» (Gianluca Di Feo, Claudio Pappaianni, “L’espresso” 12/6/2008).