Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  giugno 06 Venerdì calendario

Molti rifiuti tossici vengono prodotti al Nord. Un intermediario delle organizzazioni criminali propone agli imprenditori raccolta e trattamento a prezzi bassi Tir pieni di rifiuti industriali viaggiano lungo le autostrade verso la Campania: prima però si fermano in un impianto autorizzato per il primo trattamento Dopo essere stati fermi poche ore, i Tir ripartono con falsi documenti

Molti rifiuti tossici vengono prodotti al Nord. Un intermediario delle organizzazioni criminali propone agli imprenditori raccolta e trattamento a prezzi bassi Tir pieni di rifiuti industriali viaggiano lungo le autostrade verso la Campania: prima però si fermano in un impianto autorizzato per il primo trattamento Dopo essere stati fermi poche ore, i Tir ripartono con falsi documenti. Scortati dai clan, si fermano a scaricare il contenuto in luoghi «inerti», come garage o capannoni L’ultima tappa dei rifiuti è la discarica abusiva (o in alternativa i corsi d’acqua), dove vengono trasportati con piccoli furgoni dai clan che gestiscono gli affari *** ROMA - Nella XIV legislatura, quella del governo Berlusconi 2001-2006, la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse era presieduta da Paolo Russo (Forza Italia) e tra i suoi componenti figurava l’allevatore bresciano Sergio Agoni (Lega) che partecipò con continuità alle attività dell’organismo bicamerale. Tra gli atti approvati nel 2004, c’è anche il documento XXIII n˚9 («Relazione al Parlamento sull’attività della commissione ») che passava in rassegna tutte le emergenze del «ciclo», compresa quella dei «traffici illeciti di ingenti quantitativi di rifiuti, anche pericolosi, dal nord al sud del Paese...». Oggi, a quattro anni di distanza, l’ex senatore Agoni, rientrato stabilmente nel suo allevamento di mucche da latte di Offlaga, ricorda a stento quella relazione. Anzi, ha proprio dimenticato di aver votato il documento parlamentare in cui venivano citate le indagini del Ros dei carabinieri, del Comando dell’Arma Tutela dell’Ambiente, delle procure di Larino e di Napoli («Re Mida») che in qualche modo giungevano tutte alle stesse conclusioni: «Le rotte del traffico illegale si muovono sull’asse nordsud in direzione del Mezzogiorno, dove i rifiuti vengono smaltiti in discariche non autorizzate, costituite da cave, da specchi d’acqua (si pensi ai laghetti della Camorra del litorale Domiziano), da grandi buche scavate in fondi anche agricoli sulle quali, una volta ricoperte vengono praticate, non di rado, colture di vario genere...». Agoni, ora, ha difficoltà a mettere a fuoco il quadro drammatico descritto dalla sua commissione solo quattro anni fa: «Guardi, a dire la verità non sempre andavo alla "Rifiuti" perché ero anche impegnato che con la commissione Agricoltura ». Alle trasferte, invece, il parlamentare leghista diceva spesso di sì: «Con la commissione Rifiuti e il presidente Russo abbiamo sorvolato in elicottero il Tavoliere delle Puglie, siamo andati in Calabria e in altre regioni del sud». E in Campania? «No, quella volta purtroppo non c’ero...». Eppure oggi, anche davanti alle osservazioni del Quirinale che raccomanda ai dirigenti della Lega un’attenta lettura di quegli atti parlamentari, l’ex commissario si fa interprete di un convincimento molto diffuso a Brescia, «la provincia più industrializzata d’Italia». Si spiega Agoni: «Da noi gli imprenditori pagano l’ira di Dio per consegnare i rifiuti speciali e nocivi a ditte regolari con tutti i crismi di legge. Se poi la camorra e la mafia dirottano i camion altrove questo non riguarda l’imprenditore ». Dunque, il nord se ne lava le mani? «Credo che questa sia una polemica sterile. Anzi, penso che il capo dello Stato stia preparando il terreno per un un’azione successiva: quella magari di avere l’argomentazione per dire: "Cari signori del nord, adesso riprendetevi i vostri rifiuti". Ma io dico che se gli industriali del nord hanno pagato e hanno tutti i documenti in regola non devono riprendersi proprio niente». L’ex senatore Agoni, dunque, intravede un disegno contro il nord dietro le parole di Napolitano. E quindi spiega: «Se gli imprenditori hanno pagato in nero e hanno consegnato i rifiuti senza documentazione, ci sono gli organi competenti che devono approfondire le indagini. Ci mancherebbe altro». Che le forze di polizia «muovano il fondoschiena e facciano le indagini. Lo Stato ha i Nas, la Guardia di Finanza, l’Arpa, le Asl e altro ancora per indagare. D’altronde anche i bambini sanno che il business dei rifiuti tossici lo gestisce la malavita organizzata. E io, a questo punto, mi sorprendo che qualcuno si sorprenda. Mi stupisco che qualcuno scopra ora questo giro d’affari. Eppure sono i giri d’affari normali che ci sono...». In conclusione, che dire dell’intervento del capo dello Stato e il dibattito che ne è seguito? «Mi sembra un po’ pretestuoso. Ma speriamo di sbagliarci ».