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 2008  giugno 05 Giovedì calendario

Quanto è piccolo il nostro mondo siamo tutti casa e lavoro. la Repubblica, giovedì 5 giugno Sempre ritornano

Quanto è piccolo il nostro mondo siamo tutti casa e lavoro. la Repubblica, giovedì 5 giugno Sempre ritornano. Lungo il loro sentiero, tra la tana del riposo e la scrivania del lavoro, gli unici animali capaci di fare ogni giorno la stessa strada sono quelli a due zampe e quattro ruote. Gli scienziati che tracciano i percorsi degli uccelli migratori grazie a una minuscola radio fissata alle zampe, per misurare gli spostamenti degli uomini si sono affidati a una trasmittente legata a mani e tasche: il telefonino. Né il volo di un moscone né il sentiero di esplorazione di una formica assomigliano al tracciato che un essere umano riesce a disegnare in sei mesi di vita ordinaria. La nostra strada è rettilinea, identica a se stessa, oscillante tra i due luoghi fissi nei quali trascorriamo il 90 per cento del tempo. Movimentata solo ogni tanto da una destinazione nuova o un viaggio che fa momentaneamente perdere le tracce ai tabulati della compagnia telefonica. Albert-Laszlo Barabasi, appassionato di reti e connessioni, ricercatore al "centro di ricerca di network complessi" alla Northeastern University di Boston, non si aspettava un risultato come quello che pubblicato oggi su Nature. Prima di partire con lo studio aveva ipotizzato che gli spostamenti umani seguissero un modello simile alla "passeggiata casuale" o al "volo di Lévy", che descrive il percorso dei pesci negli oceani. «Sono rimasto stupito. Gli individui hanno mostrato grande regolarità, tornando sempre negli stessi, pochi, luoghi in cui si svolge la loro vita. Soprattutto casa e ufficio» spiega. Muovendosi in tre quarti dei casi entro un raggio di 10 chilometri e solo nel 3 per cento dei casi superando con regolarità i 300 chilometri. Attorno all´uomo fisso però, perno del suo mondo, non c´è nulla che stia fermo. Prima di cimentarsi con gli spostamenti della nostra specie, gli esperti di network si erano cimentati con animali, siti web, e-mail, pacchi e posta cartacea. Ciascuno capace di attraversare i continenti con un balzo. Gli uccelli migratori tagliano il globo, animali predatori e squali battono per un lungo periodo la stessa zona, poi con un tragitto a largo raggio passano a nuovi territori di caccia. Gli erbivori hanno ritmi più lenti, ma sono continuamente in cerca di pascoli freschi. Gli insetti esploratori hanno sistemi sofisticati per comunicare la posizione del cibo scoperto. In fatto di tecnologia, poi, i grafici di Barabasi che ritraggono le connessioni di internet e posta elettronica assomigliano a spettacolari fuochi d´artificio, con miliardi di connessioni che esplodono ovunque. Ma nulla sul pianeta prima d´ora era stato capace di tracciare un grafico simile alla "rotta del pendolare urbano", più monotono perfino di una pallina da tennis. Prima ancora di usare i ripetitori dei cellulari, per catturare gli spostamenti umani un paio di anni fa si era tentato di seguire il percorso delle banconote. Dirk Brockmann, un fisico tedesco della Northwestern University, aprì il sito www.wheresgeorge.com in cui ognuno poteva inserire il numero di serie dei dollari che aveva in tasca, per poi seguire sulla mappa degli Stati Uniti il destino del biglietto verde. Partendo da New York, quattro dollari su dieci avevano superato il raggio di 10 chilometri dopo due settimane. E sette banconote con il volto di George Washington avevano superato la barriera degli 800 chilometri. In tutto, sul sito sono stati registrati gli spostamenti di 130 milioni di biglietti verdi. Barabasi e i suoi colleghi per il loro studio hanno pescato a caso 100mila numeri di telefono da un tabulato di sei milioni di utenti. In maniera del tutto anonima (senza neanche svelare il luogo degli inseguiti), la compagnia telefonica europea ha fornito ai ricercatori americani la lista degli spostamenti degli individui scelti, catturati dai ripetitori cui ogni cellulare si appoggia e conservati come prevede una misura per la lotta al terrorismo. Ogni volta che al cellulare arrivava una chiamata o un messaggio, il luogo in cui si trovava veniva registrato. In sei mesi, sono state raccolte 16 milioni di rilevazioni. Una tecnica simile - anche se su scala più piccola - era stata sperimentata due anni fa dal Massachusetts Institute of Technology per monitorare il traffico di Roma. E grazie ai cellulari, negli anni la polizia è riuscita a catturare più di un ricercato. Mai però un professore di fisica ci aveva messo di fronte alla vita da travet in maniera così scientifica. Con soldi, mail, animali e perfino insetti rimasti a viaggiare al posto nostro. Elena Dusi