Luigi Offeddu, Corriere della Sera 5/6/2008, 5 giugno 2008
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – «La pesca? un settore che funziona un po’ come quello del latte.
Basterebbe lasciar fare al libero mercato, e molti problemi si risolverebbero. Ma non lo si fa, e questi sono alcuni dei possibili risultati».
Daniel Gros, economista di origini tedesche laureato negli Usa e in Italia, dirige a Bruxelles il Ceps, Centro per gli studi di politica europea. E davanti alle scene di oggi, nel quartiere dei palazzi Ue, dice di non stupirsi poi troppo. Il paragone è con le manifestazioni degli allevatori, che protestavano contro le quote-latte.
Ma perché?
«Perché anche gli allevatori, come i pescatori, ricevono dei sussidi pubblici. E producono latte, ma ne producono troppo. Così, lo Stato deve intervenire per limitare questa produzione e lo fa con le quote. Che gli allevatori contestano. Se si togliessero i sussidi, agirebbe la logica del mercato».
Con quali effetti?
«All’inizio, gli allevatori avrebbero meno soldi e protesterebbero. Ma poi calerebbe un po’ il loro numero, e quelli rimasti vivrebbero meglio. Avremmo un numero minore di allevatori, che producono di più, mentre oggi abbiamo molti che producono ciascuno un poco per conto suo: e i conti non tornano».
Sì, ma i pescatori?
«Potremmo chiamarli dei produttori di pesce, invece che di latte.
Dagli Stati nazionali ricevono dei sussidi per comprare le barche, o il gasolio a buon mercato. Così per loro è più facile lavorare, ma ancora una volta non valgono più le logiche di mercato: troppo pochi lasciano il mestiere, troppi lo intraprendono.
«Troppi» in che senso?
«Nel senso che i pesci non sono infiniti, e il mare non può mantenere tutti. Non solo: il mare è anche un bene comune di tutti i cittadini, e quindi lo Stato deve intervenire con le quote».
Che i pescatori contestano, come gli allevatori.
«Sì, ma le quote sono inevitabili. Se tutti pescano, non c’è più pesce per nessuno.
Non puoi pescare l’anno prossimo quello che hai già pescato quest’anno. La Ue riesce ad amministrare abbastanza bene le quote, ma poi i singoli Stati pensano ai loro interessi, proprio come fa inevitabilmente ogni singolo pescatore: ognuno vuole per sé quote più alte.
Ognuno guarda solo al proprio interesse».
Oggi però non protestavano tanto per le quote, quanto per i prezzi alle stelle del gasolio..
«Sì, ma ogni singolo cittadino che protesta in difesa dei propri interessi, diventa subito un problema sociale. La soluzione è un’altra: tagliare i sussidi, e lasciar fare al mercato. Negli Usa, favoriti certo dai loro oceani, funziona però così: pochissimi sussidi, pochi pescatori in parte di livello artigianale e in parte associati a grosse imprese; che riescono a parare meglio l’urto dell’inflazione, anche del gasolio più caro».
L. Off.