Luigi Bignami, la Repubblica 4/6/2008, pagina 47, 4 giugno 2008
la Repubblica, mercoledì 4 giugno Le api parlano tra loro attraverso la "danza del linguaggio", che ha come base una "grammatica" comune, ma ogni specie ha un proprio "dialetto" diverso dall´altro
la Repubblica, mercoledì 4 giugno Le api parlano tra loro attraverso la "danza del linguaggio", che ha come base una "grammatica" comune, ma ogni specie ha un proprio "dialetto" diverso dall´altro. Ma nonostante ciò se messe a contatto tra loro, api di specie molto diverse riescono a comunicare. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell´Università Zhejiang di Hangzhou (Cina), insieme a colleghi canadesi e tedeschi, i quali hanno pubblicato lo studio sulla rivista scientifica Public Library of Science. Quando un´ape torna da un´esplorazione e vuole rendere partecipe le proprie compagne della scoperta su dove si trova un certo fiore, ad esempio, è in grado di trasferire l´informazione della "distanza" danzando in due modi: se compie una rotazione ad "otto" significa che la fonte si trova oltre i 100 metri dall´alveare, se invece realizza un movimento a cerchio significa che il cibo è a una distanza inferiore. Tuttavia piccole variazioni nella danza possono indicare se la distanza dell´oggetto è superiore ai 200, 300 e anche 400 metri. L´angolo dei movimenti compiuti dall´ape rispetto al piano verticale dell´alveare invece, indica l´angolo della sorgente del cibo in relazione alla posizione del Sole in quel momento. La frenesia con cui si dimena infine, suggerisce l´appetibilità della sorgente. L´informazione sul tipo di fiore o di cos´altro sia da visitare le api la trasferiscono attraverso il profumo che esse trasportano con sé. L´errore che le compagne compiono nell´indirizzarsi sul luogo indicato non è mai superiore al 15% per l´angolo e al 20% per la distanza. Questo era già noto dalla fine degli anni Sessanta, quando la dimostrazione valse il premio Nobel all´etologo Karl von Frish. La recente scoperta ha dimostrato che le danze di specie diverse si differenziano tra loro come i dialetti da una lingua madre, ma ciò nonostante possono essere imparate nel giro di poche ore, anche se si mettono vicine specie che abitano in luoghi lontanissimi. «Abbiamo unito in un unico alveare per circa 50 giorni due specie diverse di api: la Apis cerana cerana e l´Apis mellifera ligustica e nulla è cambiato della vita all´interno dell´arnia. Dopo poche ore dal primo contatto è come se le api si fossero conosciute e avessero comunicato tra loro da sempre», spiega Songkun Su dell´università cinese. Il primo tipo di ape utilizzata nell´esperimento è una sottospecie dell´ape mellifera ed è originaria dell´Italia, del nord della Sicilia. La seconda invece, è una piccola ape del sud est asiatico. Le due razze si sono separate tra loro tra i 6 e gli 8 milioni di anni fa. La ricerca non è stata semplice in quanto, solitamente, se si introduce in un alveare un´ape estranea, quest´ultima viene subito uccisa, in quanto considerata un pericolo per la comunità. «Per questo motivo abbiamo dovuto eseguire un gran numero di esperimenti, finché abbiamo trovato le due specie più compatibili», ha spiegato Su. Lo studio dei comportamenti poi, è avvenuto attraverso una serie di telecamere poste all´interno delle arnie. Le ricerche di Su e colleghi hanno potuto stabilire con certezza che alcuni di tali movimenti sono diversi tra i due gruppi e in questo sta la "dialettizzazione" del linguaggio. Fino ad oggi non era certo che le api di aree molto distanti tra loro avessero delle variazioni nel linguaggio. Anche questa dimostrazione è giunta dopo ore ed ore di registrazioni con telecamere nell´alveare. «Abbiamo potuto stabilire che tra le diverse specie è differente il movimento che indica la distanza del cibo dall´alveare», spiega Su. «Eppure - conclude - non c´è voluto molto tempo alle api asiatiche messe all´interno di un alveare delle europee per imparare i movimenti e per decifrare il linguaggio». Nonostante che le diverse specie di api siano state separate da tempi e distanze enormi, dunque, la loro "intelligenza" non ha impedito di riconoscere la loro comune "base grammaticale", su cui costruire in pochissimo tempo un linguaggio comprensibile a tutte. Luigi Bignami