Corriere della Sera 29 maggio 2008, STEFANO BUCCI, 29 maggio 2008
Renzo Piano divide gli «eredi» di Le Corbusier. Corriere della Sera 29 maggio 2008 Per lui è soltanto «un sussulto di accademia » o, peggio ancora, «l’espressione di un inutile integralismo»
Renzo Piano divide gli «eredi» di Le Corbusier. Corriere della Sera 29 maggio 2008 Per lui è soltanto «un sussulto di accademia » o, peggio ancora, «l’espressione di un inutile integralismo». Perché l’architettura è anche «l’arte di ascoltare opinioni diverse per poi migliorarsi». A questo proposito cita due casi personali che, proprio in virtù delle polemiche suscitate, lui stesso ha adeguato in meglio: la London Bridge Tower e il grattacielo di Torino. Certo che persino per Renzo Piano il confronto è stavolta davvero impegnativo: il progetto per una serie di insediamenti a fianco della cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp (sull’ultimo contrafforte dei Vosgi che domina la pianura della Saóne, nella Francia nord-orientale), uno dei capolavori di Le Corbusier che colleziona 100mila visitatori all’anno. In qualche modo Piano aveva già messo in conto le polemiche (furono sette le cause intentate contro il progetto per il Beaubourg) ma forse non si aspettava che una petizione anonima potesse dividere quella Fondation Le Corbusier che si batte «per la salvaguardia dell’eredità» dell’architetto, urbanista, pittore e scultore francese (1887-1965) che «ha contrassegnato il movimento moderno» (tra le iniziative più recenti il prossimo restauro della Maison La Roche e uno studio su Ronchamp curato da Gilles Ragot che conclude: Corbu sarebbe stato contrario). La Francia festeggia il ritorno dei grattacieli nel cielo di Parigi con la vittoria di Jean Nouvel nel concorso per la nuova torre della Défense e, allo stesso tempo, si spacca sul destino di uno dei suoi luoghi- simbolo (realizzato tra il 1950 e il 1955): «La mia idea è quella di una nave d’intimo raccoglimento e meditazione» scriveva il laico Le Corbusier. I lavori a Ronchamp sono iniziati da una decina di giorni nel fitto bosco ventoso davanti alla cappella dove troveranno posto 26 «piccoli frammenti di architettura» in massima parte semi-interrati, con facciate a vetro aperte sulla valle: un convento per dodici suore Clarisse guidate dalla combattiva suor Brigitte; un oratorio; un centro di accoglienza «multifunzionale e multiconfessionale»; un area di parcheggio. Costo previsto 9 milioni di euro (un terzo per alberi e paesaggio). Durata dei lavori: due anni. La Fondation Le Corbusier ufficialmente non si è schierata ma al suo interno si è materializzata una petizione anonima che fino a ieri aveva raccolto quasi 1.300 firme contrarie al progetto di Piano («è solo una speculazione», «tradisce la sacralità del luogo ») in qualche modo ispirate alle posizioni di membri eminenti della Fondazione come gli architetti Michel Kagan e Bruno Reichlin o a quelle di Stanislaus von Moos. Tra i critici anche Jean-Louis Cohen, storico dell’architettura: «Il progetto di Piano è senz’altro rispettoso, ma è troppo vicino alla Chapelle». Cohen, membro del consiglio della Fondazione, cita come modello di sistemazione l’area che circonda la Casa sulla Cascata di Frank Lloyd Wright, a Bear Run in Pennsylvania, sottolineando al tempo stesso la lentezza con cui la Fondazione ha deliberato («potevamo avere più spazio a disposizione, se avessimo deciso di comprare il terreno vicino prima che i prezzi si alzassero»). Ma le sue sono «le posizioni di un uomo intelligente, aperto al dialogo» spiega Piano. D’altra parte il progetto di Piano aveva già avuto nello scorso giugno l’approvazione (all’unanimità) del ministero della cultura francese presieduto da Christine Albarel («la decisione è stata presa troppo frettolosamente» dice ora Cohen) e nei due mesi in cui potevano essere presentati ricorsi nessuno si è fatto vivo. Niente, dunque, potrebbe in teoria bloccare la realizzazione degli insediamenti collocati ad una distanza che varia tra i 50 e i 100 metri dalla Cappella (in attesa della tutela dell’Unesco). Eppure: «C’era chi li giudicava sempre troppo vicini alla Chapelle; poi hanno detto che le suore non si vedevano ma si sentivano e che avevo voluto nasconderle sottoterra. Se queste non sono posizioni da integralisti...». Proprio di fronte a questi «eccessi» la Fondazione Le Corbusier sembra essersi definitivamente spaccata: con la contropetizione a favore di Piano promossa da l’Oueuvre Notre-Dame du Haut, da les Amis de Le Corbusier e dagli eredi di Charlotte Perriand che in pochi giorni ha raccolto quasi duemila firme. Il resto non conta, sembra voler dire Piano, soprattutto quando è anonimo. Dall’alto, l’esterno di Notre Dame du Haut a Ronchamp di Le Corbusier (Corbis) e un particolare del progetto di Renzo Piano Renzo Piano (sopra) e Charles Edouard Jeanneret detto Le Corbusier STEFANO BUCCI