Corriere della Sera 31 maggio 2008, Mario Porqueddu, 31 maggio 2008
Nucleare, atto terzo. Corriere della Sera 31 maggio 2008 OLKILUOTO (Finlandia) – Alla centrale di Olkiluoto ci sono due addetti alle visite
Nucleare, atto terzo. Corriere della Sera 31 maggio 2008 OLKILUOTO (Finlandia) – Alla centrale di Olkiluoto ci sono due addetti alle visite. Si occupano a tempo pieno delle 20 mila persone che ogni anno vengono fino qui in gita, per vedere come si produce energia attraverso la fissione nucleare. «Gli scolari si divertono molto» assicura Jouni Punnonen, addetto alla comunicazione della compagnia Tvo, proprietaria dell’impianto, mentre offre un caffè con vista su due reattori in funzione da trent’anni e il cantiere per la costruzione del terzo. Dal 2005 in questo angolo d’Europa lavorano al futuro del nucleare: reattore Epr di terza generazione avanzata, il meglio che la tecnologia possa offrire oggi. La scheda tecnica dell’«Enhanced Pressurized Reactor » promette: 1.600 Megawatt di potenza, costi di generazione elettrica inferiori del 10% rispetto agli impianti nucleari piu moderni, riduzione dei consumi di uranio e della produzione di materiali radioattivi a lunga vita, efficienza e longevità massime, standard di sicurezza sempre più elevati. Il sistema di contenimento è doppio, con tanto di garanzia in caso di terremoto o impatto di un aereo. La probabilità che si verifichi un incidente con rilascio di radioattività all’esterno è 1 diviso 10.000.000.000. «Olkiluoto 3 sarà di vitale importanza per la resurrezione del nucleare a livello globale. Darà un fondamento di certezza per la prossima generazione di centrali» dice un documento di Areva, il colosso francese che assieme ai tedeschi di Siemens si occupa dei lavori. Il modello finlandese In realtà, la vera attrazione non è il reattore più potente del mondo. Il «modello finlandese », considerato un’esperienza pilota, quello a cui si guarda anche a Roma, è incarnato dalla compagnia Tvo. Fondata nel 1969, appartiene a sei società alle quali fanno capo una sessantina di aziende minori. I principali azionisti sono due: Fortum, gruppo energetico a partecipazione statale, e Pohjolan Voima, un cartello di industrie strategiche per l’economia finlandese, come quelle della carta. In pratica, il padrone dell’energia atomica è controllato da chi vende o consuma energia elettrica. Non solo. Sono proprio questi soci ad essersi impegnati con un contratto preventivo di fornitura a lungo termine: ritireranno a prezzo di costo l’intera produzione di Olkiluoto per i 60 anni di vita della centrale. Conviene alla Tvo, che rientra degli altissimi investimenti sostenuti e non deve preoccuparsi per l’eventuale fluttuare della domanda, e anche ai compratori che usano, oppure distribuiscono (guadagnandoci), energia pagata circa 35 euro per Megawattora. Qualche cifra, per capire: in Italia nel 2006 il costo per le industrie è stato di 95 euro al Megawattora, contro una media europea di 75 euro. Nello stesso anno in Francia, dove il 78% dell’energia elettrica viene dal nucleare, il Megawattora costava 55 euro (dati Eurostat). Siccome Tvo serve anche la compagnia che fornisce energia elettrica a Helsinki, questa politica riguarda anche privati cittadini. Nel 2004 in Finlandia sulla bolletta di chi vive in appartamento il prezzo del kilowattora, tasse escluse, era di 8,74 centesimi. In Italia i costi per le utenze domestiche rilevati nel 2007 erano di 15,5 cents al kilowattora, nell’Europa dei ventisette di 10,7 cents, nella «solita» Francia di 9 cents. Favorevoli e contrari La politica energetica finlandese si basa su tre presupposti fondamentali. Primo: il Paese deve affrancarsi il più possibile dalle importazioni di gas russo e, in generale, di energia dall’estero. Secondo: diversificare le fonti di energia significa non dipendere da nessuna. Terzo: bisogna ridurre le emissioni di gas serra per rispettare gli obiettivi dati da Bruxelles (meno 20% nel 2020). Non tutti, però, sono d’accordo su quale sia la soluzione giusta. «Dobbiamo imparare a risparmiare energia e a produrla sempre di più usando il sole, il vento o il calore della Terra» protestano i Verdi, da dentro la coalizione di governo. «Ci hanno ingannato: quando nel 2002 il Parlamento ha dato voto favorevole a questo progetto (107 sì e 92 no ndr), il terzo reattore a Olkiluoto doveva costare 2,5 miliardi di euro ed entrare in funzione nel 2009. Oggi si calcola che il costo complessivo sarà di 5 miliardi e siamo in ritardo di almeno due anni sui tempi previsti», attacca Greenpeace. vero: il reattore non produrrà energia prima del 2011 e a Olkiluoto ci sono stati vari problemi. Fino a oggi si sono contate 2.300 «deviazioni dagli standard di qualità» richiesti. Petteri Tiippana, che per conto dell’Autorità di sicurezza per le radiazioni e il nucleare segue l’avanzamento dei lavori, cerca di mettere ordine: «Sono stati registrati episodi di tre categorie: minori, significativi e critici. Questi ultimi sono stati pochi e li abbiamo sempre resi noti». L’anno scorso si è scoperto che la «fodera» del cilindro interno che protegge il reattore non andava bene. Areva e Siemens sostengono che ha sbagliato il subcontractor polacco che ha costruito il pezzo. Forse perché è una società che normalmente produce navi... Non è tutto. Due anni e mezzo fa si era verificato un guaio con la base di calcestruzzo sulla quale poggia tutto l’impianto. Allora si disse che non si era amalgamato bene a causa del freddo. Ma il 21 maggio a Flamanville, in Normandia, dove la Francia sta costruendo il suo reattore Epr, i lavori sono stati interrotti perché c’è stato un problema simile. Nei prossimi anni il Parlamento di Helsinki potrebbe essere chiamato a esprimersi sulla costruzione di altri tre reattori. La scelta, almeno in parte, dovrà tener conto di quello che pensano gli elettori. Oggi, però, i sondaggi a disposizione fotografano due Paesi diversi. Quello che mostrano alla Tvo, commissionato nel 2007 a Gallup dal quotidiano Helsingin Sanomat, dice che circa il 58% dei finlandesi sono favorevoli in tutto o in parte alla costruzione di un altro reattore nucleare. Quello che consiglia Lauri Myl-lyvirta, attivista di Greenpeace, lo ha realizzato Taloustutkimus per conto della Finnish Broadcasting Company’s (una rete tv); dice che il 53% della popolazione è contrario a nuovi impianti nucleari. Il sindaco «atomico» Chi non ha dubbi è Harri Hiitio, sindaco di Eurajoki, 6 mila abitanti a pochi passi dal tratto di mare che divide Finlandia e Svezia. «Nuovi reattori? Speriamo li costruiscano qui. Faremo lobbying: ne parleremo ai politici e ai dirigenti della compagnia energetica». Non lontano dal suo ufficio, circondata da cartelli di «Attraversamento renne km 3», c’è la centrale di Olkiluoto. Il sindaco sa che è stato presentato un progetto di ulteriore ampliamento. L’eventuale voto contrario del consiglio comunale potrebbe stoppare il quarto reattore. Ma pare che i suoi concittadini non ci pensino nemmeno a dire di no, e Hiitio gongola: «In questa regione si produce il 20% del-l’elettricità consumata dai 5 milioni di finlandesi e dalle nostre maggiori industrie. E noi siamo il comune più "elettrico" del Paese. Olkiluoto dà lavoro a 500 dei nostri abitanti, altri 250 sono stati messi sotto contratto per la costruzione del terzo reattore. In più, la compagnia nucleare ci paga le tasse "real estate"». Da come sorride devono essere un sacco di soldi. «E poi – conclude – sono 30 anni che conviviamo con la centrale atomica, siamo abituati, abbiamo imparato a fidarci». Erano gli anni ’60 quando la Finlandia decise di inserire anche il nucleare nel suo sistema energetico. La prima centrale fu quella di Loviisa, che ha iniziato a produrre nel 1977. Dieci anni dopo, mentre in Italia il referendum bocciava l’energia atomica, a Helsinki entrava in vigore il Nuclear energy act. La prima di una serie di leggi sulla gestione del comparto atomico e delle scorie. La signora Jaana Avolahti è il tecnico che per il ministero dell’Economia si occupa di rifiuti radioattivi. «In realtà – dice – sono a carico di chi li produce. A Olkiluoto, 500 metri sotto terra, costruiranno il sito di stoccaggio definitivo per tutte le scorie finlandesi. Sarà operativo dal 2020. Intanto, però, le compagnie nucleari versano ogni anno a un fondo governativo una sorta di assicurazione: soldi che serviranno a pagare eventuali interventi statali sui rifiuti. Dal 1988 abbiamo accantonato 1,6 miliardi di euro. In futuro, se non ce ne sarà bisogno, li restituiremo». Certo che l’Italia vista da qui sembra davvero tanto lontana. Mario Porqueddu