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 2008  maggio 30 Venerdì calendario

Onu: all’Albania la maglia nera della legalità. Il Sole 24 Ore 30 maggio 2008 C’è un prezzo per tutto al di là dell’Adriatico

Onu: all’Albania la maglia nera della legalità. Il Sole 24 Ore 30 maggio 2008 C’è un prezzo per tutto al di là dell’Adriatico. La corruzione corre sulle linee telefoniche (230 euro il pizzo per averne una), ribalta graduatorie per una licenza commerciale (145 euro), si insinua nelle aule dei tribunali, dove al costo di 110 euro si può comprare addirittura un giudice: una cifra da saldo. E da scandalo. Ma il tariffario della corruzione, nella martoriata Bosnia Erzegovina, non è che un piccolo assaggio della più grande piaga dei Balcani. Trecento chilometri più a Sud, in Albania, il fenomeno esplode in tutta la sua drammaticità. Qui, a un tiro di schioppo dall’Italia, l’85% delle aziende paga mazzette. una percentuale da primato, seconda (nel mondo) solo al Bangladesh, dove la corruzione colpisce il 98% delle imprese. Sempre in Albania le società private bruciano ogni anno l’8% del fatturato in tangenti, il doppio rispetto alle imprese della Bosnia. Tirana vanta il tasso più alto al mondo di vittime della corruzione: il 66% degli albanesi, vale a dire due terzi della popolazione, ha pagato tangenti. Un dato impressionante se paragonato alla media dei Paesi africani (il 36%) e ancor di più a quelli dell’Europa occidentale (uno scarso 2%). Le cifre elencate nell’ultimo rapporto sul «Crimine e il suo impatto sui Balcani» realizzato dall’Unodc, l’agenzia dell’Onu per la lotta alla droga e alla criminalità presieduta da Antonio Maria Costa, sono il viaggio in un limbo a pochi passi da casa. Il dossier sarà presentato oggi a Bruxelles. Ma nonostante tutto, l’Unodc lancia un messaggio di speranza per il futuro dei Balcani. Con una certa sorpresa l’agenzia dell’Onu sentenzia che «la regione è una delle più sicure in Europa», che «i livelli di reati contro le persone e la proprietà sono più bassi che altrove e il numero degli omicidi è in calo in ogni Paese». Il rapporto aggiunge che «lo stereotipo del paradiso dei gangster» non è più attuale «anche se – si avverte – questo progresso è ancora fragile». In effetti, gli indicatori del crimine tradizionale – omicidi, furti, rapine, aggressioni – sono in picchiata dalla metà degli anni 90. Il tasso di omicidi in Albania si è uniformato agli Stati Uniti, quello della Croazia è più basso della Gran Bretagna, in Macedonia è inferiore al Portogallo e alla Svezia, la Romania è addirittura più sicura della Finlandia e della Svizzera. Troppo ottimismo? Secondo fonti dell’Europol all’Aia, confermate a Sofia da ambienti vicini al Governo bulgaro, la prima bozza del rapporto dell’Unodc ha sollevato nei mesi scorsi pesanti proteste da parte di alcuni Paesi balcanici che non avrebbero gradito il quadro troppo fosco dipinto dall’analisi. Il rapporto sarebbe stato così parziamente rivisto ponendo l’accento ai risultati positivi nella lotta alla criminalità, anche se nessuno dei reali problemi dell’area è stato taciuto. Se è vero che i Balcani non rappresentano più un’anomalia rispetto all’Europa sul fronte della criminalità comune, il rapporto sottolinea una situazione allarmante sul lato della criminalità organizzata, del crimine economico e della corruzione. La lista delle zone d’ombra è lunga. L’evasione delle tasse doganali e il contrabbando raggiungono ovunque livelli elevati. I bulgari sono specializzati nella fabbricazione di euro falsi e nelle truffe sulle carte di credito mentre il riciclaggio di denaro sporco dilaga in tutta la regione. Il Paese più a rischio su questo fronte è ancora una volta l’Albania, dove solo il 20-30% delle transazioni avviene attraverso i canali bancari formali. Circa la metà delle rimesse dall’estero, poi, entra nel Paese non ufficialmente. In Bosnia Erzegovina sono le organizzazioni non governative a destare preoccupazioni per l’utilizzo di denaro cash. In Moldavia interi settori dell’economia sono infiltrati dalle organizzazioni criminali e il riciclaggio avviene attraverso istituzioni finanziarie ufficiali. In Romania i soldi di attività illegali sono riciclati utilizzando società offshore nei Carabi. In Serbia e in Montenegro le stime parlano di almeno metà delle transazioni finanziarie collegate al riciclaggio. E poi c’è il Kosovo, l’anello debole dei Balcani per la sua instabilità politica. questo il Paese che il rapporto individua come «la massima priorità». An. Mi.