varie, 2 giugno 2008
PANDOLFI Pier Paolo
PANDOLFI Pier Paolo Roma 14 maggio 1963. Oncologo. Già incluso in una lista di candidati al Nobel, laurea a Perugia, ha trascorso tre anni a Londra, dal 1994 è negli Stati Uniti, da ultimo al Beth-Israel Deaconess Medical Center (Harvard Medical School), prima dirigeva il laboratorio di Biologia molecolare e sviluppo del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, «il più importante istituto al mondo per la ricerca e la terapia antitumori, al 1.250 della First Avenue a New York. [...] “[...] Volevo curare il cancro e sono andato dove me lo facevano fare. Dove le risorse permettevano di perseguire questo scopo [...] si guadagna bene. Lo scienziato è inserito in un meccanismo molto simile a quello dei campioni di calcio: le università cercano di rubarsi i talenti facendo offerte al rialzo. Il mercato è basato sulla qualità anziché sullo stipendio fisso [...] Quello che perdi negli Stati Uniti, in maniera radicale, è il concetto del lavoro garantito, tanto caro ai nostri sindacati. Qui te lo scordi il posto fisso, ce l’hai solo dopo migliaia di controlli e allora diventi full professor, docente ordinario. Non ti possono licenziare, ma altri ti possono reclutare. È come se Maldini, dopo una vita al Milan, passasse alla Juve perché lo pagano di più. Il gioco è: dinamicità e fluidità del mercato del lavoro basato sul merito [...] Tutti hanno il loro profitto: le università perché attraggono studenti-modello, gli istituti di ricerca perché brevettano le scoperte, gli scienziati con i proventi dai brevetti, le aziende farmaceutiche con i maggiori guadagni” [...]» (Maurizio Natta, “Corriere della Sera” 30/12/2006).