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 2008  giugno 02 Lunedì calendario

Il piccolo zar. Capitolo IX: Le questioni del prossimo futuro "Il piano di riarmo che si proietta fino al 2015 sarebbe, secondo le parole di Putin, ’non solo grande ma grandioso’

Il piccolo zar. Capitolo IX: Le questioni del prossimo futuro "Il piano di riarmo che si proietta fino al 2015 sarebbe, secondo le parole di Putin, ’non solo grande ma grandioso’. Munito di casco e maschera per l’ossigeno, come si vede nel filmato girato per l’occasione, Putin ha pilotato un caccia per cinque ore fino a raggiungere Murmansk, sul confine russo. Lì ha rilasciato una dichiarazione, in veste di comandante supremo delle forze armate, nella quale afferma che ’è importante comprendere, vedere, sentire e che così si vola solo nei sogni.’ Purtroppo il piano 200-2015 prevede la costruzione di sessanta aerei soltanto per l’esercito. Con questo ritmo la Russia avrebbe bisogno di ottant’anni per rinnovare la sua aviazione. Sotto Putin sono stati costruiti ventisette missili, un terzo del decennio precedente. Se la tendenza continua, tra dieci anni sarà difficile parlare di una difesa credibile." "Tempo fa alcuni scienziati hanno piantato la bandiera russa sul fondo del mare sotto il Polo Nord e qualcuno ha cominciato a fantasticare sulle conquiste subacquee. Si tratta di un grande risultato d’immagine: il diritto internazionale in merito parla chiaro e spiega che sarebbe necessario un lungo processo di negoziati all’Onu per dividere il bottino tra i cinque paesi rivieraschi." "La guerra tra le grandi potenze non sembra un’eventualità possibile, ma la guerra nucleare limitata ad alcune zone rientra nell’ordine del possibile.[...] Putin ha firmato con la Cina un accordo su una striscia disarmata di duecento chilometri lungo la frontiera e gli esperti si chiedono le ragioni. Le comunicazioni e le infrastrutture russe sono tute in questa fascia che dovrebbe essere abbandonata dall’esercito. Sembra una concessione unilaterale. Così come appare basso il prezzo del petrolio siberiano fornito ai cinesi. Nel 2004 Mosca ha dato a Pechino due isole, trecentoquaranta chilometri quadrati. I cinesi cominciano già a costruire una città per due milioni e mezzo di abitanti, l’avamposto della proiezione economica cinese a pochi chilometri dalla russa Khabarovsk. Chi è critico nei confronti di queste aperture ricorda che l’esercito cinese è già più numeroso di quello russo e che i loro missili sono in grado di colpire il territorio del paese vicino." Le elezioni presidenziali del 2008 "Giovani liberaldemocratici sono andati in sette-otto collegi, dimenticando a casa il documento, e ciononostante li hanno fatti votare. Militari sono arrivati alle urne inquadrati dai sottoufficiali e anche loro non hanno mostrato le carte d’identità. In alcuni seggi di provincia, prima di aprire le urne, qualcuno ha trovato schede già pronte a favore di Medvedev. Tutto è andato come era prevedibile, compresi i trucchi che da quasi un ventennio incontriamo nei paesi della nuova democrazia. La percentuali sono volute dal potere e tuttavia di fronte a una vittoria del settanta per cento si sa che ’il voto non esprime in pieno gli standard internazionali’, come direbbe un vecchio osservatore di questo tipo di elezioni, senza mettere in dubbio la sostanza del consenso." "Nato nel 1965, figlio unico di due docenti della prestigiosa università di Leningrado, di una generazione più giovane di Putin, Dmitrij Medvedev arriva nella carriera a comunismo finito. Finito il dottorato di ricerca nel 1990, cominciava i primi passi come docente quando l’amministrazione regionale di Leningrado, ormai San Pietroburgo, gli offre di lavorare nel suo comitato per le relazioni con l’estero, diretto da Vladimir Putin. Da allora sono insieme, salvo che per un intermezzo, quando nel 1996 Putin lascia la città per andare a Mosca. Medvedev lo segue tre anni più tardi per condurre la campagna per le presidenziali del 2000. Dopo la vittoria, il presidente gli affida il monopolio del gas statale, una carriera strepitosa e anche la vicepresidenza del Consiglio. Medvedev deve tutto a Putin e speriamo che glielo perdoni. Questo è il suo lato debole che potrebbe però anche essere uno dei vantaggi, in quanto ci sarà una copertura paterna. Medvedev dà del ’voi’ a Putin ancora oggi, forse non in privato (anche se in russo l’uso del ’tu’ e del ’lei’ ha infinite sfumature sulle quali lo straniero poco capisce anche quando russofono).[...] Il numero dei suoi che faranno parte del nuovo governo è anche un importante indicatore per il futuro. Tra i candidati, la maggior parte è di Leningrado, avvocati quarantenni, condiscepoli non oberati dalla storia. Staranno accanto ai protagonisti cinquantenni ex vivaio dei servizi segreti.[...] Putin è l’unico in grado di mediare. Se venisse a mancare sarebbero guai." "Alla vigilia, Medvedev guadagna qualche punto di riconoscibilità. Nel 2007, oltre alle questioni del gas, gli sono stati assegnati alcuni incarichi che comportano contatti con il pubblico, come i servizi sociali e l’edilizia popolare. Non di rado la sera lo si vedeva apparire in tv accarezzando le teste dei bambini, stringendo mani agli anziani e offrendo il tè alle vedove. I suoi compagni di gioventù già raccontano come Medvedev fosse stato un buon amico, disponibile e con un forte senso dell’umorismo; ci sono testimonianze sul suo lavoro volontario durante l’estate in un’azienda agricola come raccoglitore di patate. Con tutto ciò non suscita una simpatia immediata e non ha l’abilità di Putin nel conquistare la gente." "Il 14 febbraio, Putin ha convocato l’ultima conferenza stampa della sua presidenza. La Russia non è abituata ai messaggi televisivi del presidente. L’annuncio del suo messaggio alla nazione ha prodotto qualche sorpresa. Si è trattato di un riepilogo dei due mandati con un segnale alla gente: per i prossimi dodici anni sarà lui a vegliare sul paese."