Camilla Gaiaschi, Finanza e Mercati 31/5/2008, 31 maggio 2008
Le api rappresentano l’80-90% degli impollinatori. Einstein: «Spariscono le api e non ci restano che quattro anni di vita»
Le api rappresentano l’80-90% degli impollinatori. Einstein: «Spariscono le api e non ci restano che quattro anni di vita». «Dalle api dipende la sopravvivenza della flora, prodotti ortofrutticoli compresi, come i kiwi (di cui l’Italia è il primo produttore al mondo per un fatturato annuo di 360 milioni), gli agrumi, le mele, le fragole, i meloni, i pomodori, le zucchine, le zucche, le melanzane, il girasole, la colza, la soia» (Camilla Guaiaschi). Dal 2006 a oggi l’Italia ha perso tra il 40 e il 50% del patrimonio apistico nazionale (dato del Fai, Federazione Apicultori Italiani). Miele prodotto: 2005, 15.000 tonnellate; 2006 14.000; 2007: 10.000; 2008: 8.000. Il danno è di 450 milioni per il settore apicolo, di 1,2 miliardi sull’intero comparto agricolo (cereali compresi) per la mancata impollinazione. Nel miele: fatturavamo 37,5 milioni l’anno, adesso 20. Danni in Europa: 500 milioni di euro. Nel mondo: 1 miliardo. Tra le cause, i pesticidi sistemici, la modifica del calendario dovuta al surriscaldamento (l’ape muore di fame perché il suo ciclo non corrisponde più al ciclo delle piante di cui dovrebbe nutrirsi). Tra i rimedi: sospendere l’uso dei pesticidi (finora niente da fare), censire gli alveari. In Trentino un accordo tra agricoltori e apicultori ha permesso di sospendere l’uso dei pesticidi nei periodi dell’impollinazione».