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 2008  giugno 01 Domenica calendario

Cap. 7 Alle radici della paura. Epigrafe. Vi sono periodi importanti di cui sappiamo poco, situazioni la cui importanza ci appare solo se ne esaminiamo le conseguenze

Cap. 7 Alle radici della paura. Epigrafe. Vi sono periodi importanti di cui sappiamo poco, situazioni la cui importanza ci appare solo se ne esaminiamo le conseguenze. Il tempo che il seme trascorre sotto terra è parte integrante della vita della pianta. Johann Wolfgang Goethe. Pg. 173 Termini Imerese. Appena fuori dal paese Nino Giuffrè consegnava il cibo a Michele Greco, il "papa della mafia" dal 1985, latitante in quelle gole. Oggi tutti lo chiamano Manuzza per via di un difetto congenito alla mano sinistra. Ma ai tempi era soprannominato "troffa i ’ddisa", come il cespuglio di sterpaglie da cui in Sicilia si ricava un laccio sottile, ma resistentissimo, utilizzato per legare la vite ai sostegni di legno e per difenderla dal vento. Giuffrè ereditò la passione per gli investimenti sardi. Nelle sue deposizioni Manuzza spiega che tra gli uomini d’onore è principalmente Bernardo Provenzano a occuparsi dei rapporti con gli esponenti dei partiti, mentre Totò Riina si ritaglia il compito di controllare capillarmente il territorio. Zio Binnu, paragonato all’amico Totò, è un generale senza esercito. Forse proprio per questo riesce ad andare così d’accordo con lui, a formare un sodalizio che tutti considerano d’acciaio. Per anni i picciotti, quelli che sparano e alzano la voce, in un modo o nell’altro fanno capo a Riina; i manager, i politici, i colletti bianchi che s’interfacciano con la società civile, rispondono invece a Provenzano. Ed è da questi ultimi, ricorda Giuffrè, che arrivano le informazioni e i suggerimenti veramente importanti: "Rispetto a Riina, Provenzano è più malleabile nell’ascoltare i loro consigli. Totò Riina è più malandrino e agisce spesso d’impulso, come faceva sua cognato Luchino Bagarella".