Alessandra Carboni, Corriere della Sera 30/05/08, 31 maggio 2008
I ricercatori della Yale University hanno cercato di comprendere da quali dettagli del volto si capisce al volo lo stato d’animo di una persona semplicemente guardandola in faccia
I ricercatori della Yale University hanno cercato di comprendere da quali dettagli del volto si capisce al volo lo stato d’animo di una persona semplicemente guardandola in faccia. Per fare ciò si sono serviti di una foto del viso di una donna, cui hanno modificato i connotati tramite un programma di ritocco digitale, ottenendo 16 diverse espressioni facciali. Queste nuove immagini sono state quindi mostrate a 20 persone, cui è stato chiesto di associare (in una scala da 0 a 5) ciascuna espressione a un sentimento, scegliendo tra felicità, tristezza, stanchezza, sorpresa, rabbia, disgusto o paura. Risultato: i volti modificati in base alle tecniche solitamente utilizzate negli interventi di chirurgia estetica sono quelli che più di tutti hanno richiamano alla mente sentimenti negativi. Palpebre stirate o sopracciglia innaturalmente arcuate, per esempio, portano chi le osserva ad associare rabbia e stanchezza al viso in questione. Insomma, i ritocchi chirurgici che in teoria dovrebbero migliorare il look rischiano invece di fare apparire più tristi e stanchi di quel che si è.