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 2008  maggio 30 Venerdì calendario

Petrolio, il Montana sfida gli sceicchi. La Stampa, venerdì 30 maggio Il Montana ha le riserve di petrolio nel suo sottosuolo che possono farlo diventare un’Arabia Saudita americana

Petrolio, il Montana sfida gli sceicchi. La Stampa, venerdì 30 maggio Il Montana ha le riserve di petrolio nel suo sottosuolo che possono farlo diventare un’Arabia Saudita americana. Lo dice il suo governatore, Brian Schweitzer, che pur essendo a capo dello Stato Nord-occidentale che confina con il Canada, lontanissimo dal meridionale Texas dei più noti petrolieri Usa, veste in jeans e stivali da cowboy alla stessa maniera di Bush quando è nel ranch di Crawford, è uno strenuo difensore del diritto di portare le armi, adora i cavalli, è per la pena di morte. Sposato, 53 anni e tre figli, è un democratico al suo primo mandato, ma si è scelto un vice repubblicano: quando Schweitzer fu eletto nel 2004, Bush vinse il voto politico per il suo secondo termine con 20 punti di distacco su Kerry. ambientalista come non possono non esserlo i 997 mila abitanti di uno Stato che negli Usa è il quarto per superficie (377 mila km quadrati, 75 mila più dell’Italia) e il 48° per densità. Il Montana ospita tre dei cinque accessi al parco nazionale di Yellowstone condiviso con il Wyoming, ma il suo governatore ha un’aspirazione meno bucolica: liberare gli Stati Uniti dalla dipendenza energetica dall’estero, e permettere ai 300 milioni dei suoi concittadini di andare in Suv, come fa lui per le strade della capitale Helena, senza dover pagare la benzina 4 dollari al gallone. Quando si pensa a pozzi intatti di oro nero, in America, la mente e le polemiche corrono subito all’Alaska. Ma l’ente ufficiale nazionale, l’US Geological Service, ha calcolato che nell’area della regione Nord-orientale del Montana, Bakken, al confine con il Nord Dakota, ci sono giacimenti già accertati per 4,3 miliardi di barili. «Sono stime sicuramente prudenti, come fanno sempre all’ente geologico - ha detto in un’intervista al New York Post il governatore -. Di petrolio ce n’è sicuramente molto di più. Probabilmente anche più di 40 miliardi di barili». L’Arabia ne ha 260 miliardi. Il Montana sarebbe ben lieto, nelle parole del primo cittadino i cui antenati emigrarono da Irlanda e Germania, di salvare l’America dalla bancarotta energetica. L’attività è avviata, ma il ritmo è assolutamente insufficiente e gli investimenti inadeguati al potenziale. Diverse compagnie sono infatti da tempo presenti nel territorio (Continental Resources, Headington Oil, Burlington Resources), ma gestiscono gli impianti già aperti e non fanno nuova ricerca. «Stiamo trivellando nella zona da una settantina di anni, ma la gente è ansiosa di intensificare la produzione», sostiene Schweitzer. «La città di Sidney, sede della contea, vuole addirittura costruire una fabbrica per la lavorazione del greggio. In quale altro Stato d’America si può trovare una comunità che desidera impiantare una raffineria sotto casa?», implora il governatore. Schweitzer non è un fautore della causa petrolifera dell’ultima ora. Agronomo con un diploma in scienze del suolo, suo nonno pioniere estraeva petrolio da solo, con pompa e raffineria personale. Lui sa che Bakken è piena di depositi di petrolio contenuto nell’argilla friabile, il che significa che il greggio va estratto da formazioni rocciose, con un procedimento tecnologicamente complesso e costoso, che finora ha tenuto freddi gli investitori. Ora però i livelli di prezzo sono tanto alti da rendere conveniente l’estrazione, assicura il governatore. C’è anche un altro aspetto positivo che dovrebbe smontare le critiche degli ambientalisti più radicali: per penetrare nei giacimenti e accedere all’oro nero è sufficiente trivellare un solo buco per ogni estensione di terreno, che nel gergo geologico del Montana si chiama sezione, pari a 640 acri di terreno. Glauco Maggi