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 2008  maggio 29 Giovedì calendario

I nanetti che decideranno la corsa alla Casa Bianca. Libero 29 maggio 2008  la sfida decisiva per stabilire chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca

I nanetti che decideranno la corsa alla Casa Bianca. Libero 29 maggio 2008  la sfida decisiva per stabilire chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. Ma a giocarsela non sono Obama e Hillary contro McCain, bensì due personaggi semi-sconosciuti al grande pubblico: l’ex accusatore di Bill Clinton Bob Barr e l’avvocato storico dei consumatori Ralph Nader. Ovvero i terzi incomodi nella corsa alla presidenza. Il primo, su mandato del Libertarian Party, da posizioni di destra tradizionaliste, all’incrocio fra un Calderoli un Fiore e un Pannella. L’altro più simile a un Beppe Grillo a stelle e strisce, con qualche tratto giustizialista stile Di Pietro. Una sfida nella sfida. Chi tra loro riuscirà a sottrarre più consensi ai duellanti ufficiali, pescando nel voto di protesta dell’elettorato conservatore o di quello radicale, determinerà a parti rovesciate anche l’esito finale delle elezioni. Come già accaduto, ad opera di "indipendenti", in tre delle ultime quattro consultazioni. E come pure stavolta rischia di verificarsi, visto che i principali sondaggi assegnano alla coppia Barr Nader tra i 7 e i 10 punti percentuali. Ben oltre i distacchi di McCain su Obama e dalla Clinton. Partito libertario Ci hanno provato in tutti i modi a farlo desistere, gli antichi colleghi del Grand old party. Invano. A raccontarlo è lui stesso, Bob Barr, dalla Convention libertariana di Denver che domenica sera lo ha designato candidato all’ufficio ovale del terzo partito Usa per iscritti (250.000) e radicamento sul territorio. A portarne in alto l’indice di gradimento, uno slogan che suona familiare: «Gli elettori sono stanchi dei soliti partiti: cercano il nuovo». Il vento dell’antipolitica soffia anche oltreoceano, e per la prima volta minaccia di colpire da entrambi i lati dello scacchiere politico. Barr sogna di replicare il sorprendente successo di un altro maverick repubblicano, Ron Paul, alle recenti primarie, e di ereditarne il fenomenale appeal tra i blog per la raccolta fondi. Non a caso ha ingaggiato lo spin doctor di Paul, insieme al consigliere del precursore dei candidati terzi, Ross Perot. Contraccolpi liberal Dunque una campagna nient’affatto simbolica. Specie da quando la scelta repubblicana si è indirizzata su John McCain, definito per le sue "issues" anticonformiste «un pugno nello stomaco» dell’elettore moderato. Quanto poi al versante progressista, dell’ennesima discesa in campo di Nader (quinta dal ’92) si sono lamentati sia Clinton che Obama, temendo contraccolpi. Anche perché, dopo il ritiro del sindaco Bloomberg, gli strali da sinistra contro la lista dell’asinello sono ora monopolio del leader dei consumatori, il quale accusa i democratici d’aver «abbandonato il ruolo di opposizione» per un inciucio de facto . Proprio negli ultimi giorni, a certificare il ruolo dei due outsider sono arrivati i sondaggi. Il 21 maggio Zogby ha accreditato Nader del 4% su scala nazionale, e Barr del 3. Cifre che azzererebbero il vantaggio della Clinton su McCain. L’istituto Rasmussen assegna il 6% a Barr e il 4 a Nader. E un contemporaneo distacco di solo il 4% (42 a 38) nel più probabile dei duelli, quello Obama McCain. Scorporando i dati, ci si accorge che l’exploit di Barr si fonda su un 7% di voti "rubati" al campo repubblicano, mentre le preferenze strappate ai democratici da Nader ammonterebbero al 3. Infine, la Gallup, in un sondaggio di appena tre giorni fa, quantifica nel 6% il voto ai candidati terzi in caso di testa a testa tra Obama e McCain (47 a 45). inoltre il 4% rispetto a un analogo gap tra Clinton e McCain. Non sembrano insomma esserci dubbi che il voto di nicchia risulterà decisivo, perchè potrebbe condizionare l’as segnazione dei grandi elettori in singoli stati. In Georgia, per esempio, dove Barr supera l’8%. Alle presidenziali del 2004 sarebbe bastato uno spostamento dell’1.1% sul risultato in Ohio per far vincere Kerry. Nel 2000 fu Nader a far incoronare Bush, sottraendo a Gore 100.000 voti (il 2%) in Florida, stato in cui il Gop prevalse per 537 schede. Quell’anno i candidati indipendenti sfiorarono il 4% contro lo 0.5 di differenza tra Bush e Gore. Nel 1996 ottennero il 10% (l’8.4 Perot) e lo scarto ClintonDole fu di 8.5. E nel 1992 Perot, col suo 18.9%, regalò un’insperata vittoria di 5 punti a Clinton su Bush senior. Precedenti storici Barr è nato in Iowa nel 1948. Dopo aver lavorato per la Cia, ha rappresentato al Congresso la Georgia dal 95 al 2003 tra le fila repubblicane, capeggiando il movimento per l’impeachment. Tra i suoi cavalli di battaglia: tagli alla spesa federale e ad aiuti di Stato, abolizione del sistema fiscale a favore di una tassa sui consumi, limitazione dei poteri del governo, reintroduzione dell’ habeas corpus e tutela della privacy violata dal Patriot act. In politica estera propugna il ritiro dall’Iraq ed esclude interventi in Iran. Sul fronte interno si batte per sigillare i confini dai clandestini e mantenere intatto il diritto alle armi. contro matrimoni gay e cannabis terapeutica. Nader nasce, invece, nel 1934 in Connecticut. Secondo il "Time" è uno dei 100 americani più influenti del XX secolo. A lui si deve la prima legge sulla sicurezza delle auto nel 66. Nel suo programma figurano assistenza sanitaria pubblica, tagli al budget militare, lotta ai conflitti d’interesse e alle leggi anti sindacali, introduzione di carbon tax e Tobin tax (sulle rendite), sviluppo di energie rinnovabili e rovesciamento della politica Usa in Medio Oriente. Aldilà della retorica sul bipolarismo, la storia americana è zeppa di elezioni decise da aspiranti presidenti fuori dagli schieramenti. Roosevelt nel 1912 spianò la strada a Wilson toccando il 27.4% col Bull Party. Nel 1948 il segregazionista Thurmond si accaparrò i grandi elettori di 4 stati del Sud. Nel 1968 il secessionista Wallace fece bingo in 5, danneggiando Nixon. E nel 1980 il transfuga reaganiano Anderson prese il 6.6%. Per giunta, il prossimo novembre gli americani potrebbero dover fronteggiare una situazione inedita. Esiste una remota chance che la Clinton, ove sconfitta alle primarie, si possa candidare in proprio. Per Rasmussen ne scaturirebbe un pareggio McCain Obama (32 a 31) con Hillary ferma al 22. E Barr e Nader sempre più aghi della bilancia col 3% ciascuno. FRANCESCO RUGGERI www.laltrogiornale.com