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 2008  maggio 29 Giovedì calendario

Crisi Alitalia, commissario la soluzione più chiara. Il Sole 24 Ore 29 maggio 2008 Il piccolo rimbalzo in Borsa del titolo della compagnia non deve suscitare illusioni: è amaro dirlo, ma per Alitalia il tempo è scaduto

Crisi Alitalia, commissario la soluzione più chiara. Il Sole 24 Ore 29 maggio 2008 Il piccolo rimbalzo in Borsa del titolo della compagnia non deve suscitare illusioni: è amaro dirlo, ma per Alitalia il tempo è scaduto. La campagna elettorale è finita e i nodi stanno venendo al pettine ancora più prepotentemente del previsto. Alitalia è in cima alla lista: i conti sono peggiori del previsto, la liquidità scarseggia, il clima interno è di alta tensione, l’autorizzazione del prestito-ponte da parte di Bruxelles è una via tutta in salita, la cordata italiana stenta a decollare, ma quel che davvero conta è che di un partner internazionale non si vede nemmeno l’ombra. Dire che ormai la compagnia di bandiera boccheggia è dire poco e immaginare che in queste condizioni abbia ossigeno per superare l’estate è una pia speranza. da anni che la nostra aerolinea è sull’orlo del tracollo e se l’azionista pubblico non avesse ripianato le perdite i libri della società sarebbero già in tribunale. Adesso però il rischio è più vicino e nessuna persona di buon senso può credere che l’agonia di Alitalia possa durare ancora a lungo. Non si può andare avanti sperperando due milioni di euro al giorno senza nessuna speranza di recupero. ora di guardare in faccia alla realtà e prendere il toro per le corna prima che a mettere in mora la compagnia, aggiungendo umiliazione a umiliazione, possa pensarci qualche creditore esasperato.  triste ammetterlo ma a questo punto l’avvio dell’amministrazione straordinaria e del commissariamento di Alitalia secondo i dettami della legge Marzano è forse l’unica soluzione e l’inevitabile capolinea di un indiscusso fallimento di Stato. Non è una scelta indolore e nessuno può ignorare i sacrifici che attendono i dipendenti, i creditori, gli azionisti e anche i passeggeri; ma non si può chiedere ai contribuenti di mettere sempre mano al portafoglio. Ancora peggio sarebbe immaginare nazionalizzazioni surrettizie con la Cassa depositi e prestiti nel ruolo della Croce Rossa o con improponibili matrimoni tra Alitalia e Fs. Meglio cambiare registro, sapendo che il commissariamento è una scelta amara ma è forse l’unica per ripartire su basi diverse e per salvare quel che resta da salvare, a cominciare dalle professionalità che ancora esistono in Alitalia. Far saltare l’intesa con Air France senza disporre di un’alternativa immediatamente percorribile può servire a scaldare i cuori del popolo di Malpensa e a vincere le elezioni ma non a risolvere il rebus Alitalia. D’altra parte i miracoli non li fa nessuno e malgrado il grande impegno profuso da Bruno Ermolli non si può chiedere agli imprenditori di investire al buio in Alitalia. Se una cordata di salvataggio, come ci auguriamo, si materializzerà (e il commissariamento, a questo punto, finirebbe per rafforzarla) ci vorrà tempo per studiare i conti della compagnia, per disegnare un piano di rilancio credibile e soprattutto per ricucire un’alleanza internazionale, senza la quale – vale la pena di ripeterlo – ogni sforzo sarebbe del tutto vano. Il Belgio e la Svizzera, che prima di noi hanno dovuto fare i conti con la crisi di Sabena e Swissair, sanno quanto sia drammatica la procedura fallimentare ma, sia pure con forti tagli alla flotta e al personale, hanno in qualche modo ritrovato un loro ruolo. Non sarà una scelta lieta quella del commissariamento di Alitalia ma, a questo punto, tergiversare o nascondere ancora la testa sotto la sabbia rischierebbe di rivelarsi una medicina molto peggiore del male. Franco Locatelli