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 2008  maggio 30 Venerdì calendario

Kandinsky. Il blu è il colore tipico del cielo. Se è molto scuro dà un’idea di quiete. Se precipita nel nero acquista una nota di tristezza struggente, affonda in una drammaticità che non ha e non avrà mai fine

Kandinsky. Il blu è il colore tipico del cielo. Se è molto scuro dà un’idea di quiete. Se precipita nel nero acquista una nota di tristezza struggente, affonda in una drammaticità che non ha e non avrà mai fine. Se tende ai toni più chiari, a cui è meno adatto, diventa invece indifferente e distante, come un cielo altissimo. Più è chiaro, meno è eloquente, fino a giungere a una quiete silenziosa: il bianco. Da un punto di vista musicale l’azzurro assomiglia a un flauto, il blu a un violoncello o, quando diventa molto scuro, al suono meraviglioso del contrabbasso; nella sua dimensione più scura e solenne ha il suono profondo di un organo. Il giallo diventa facilmente acuto e non è mai molto profondo. Il blu difficilmente diventa acuto e non può sollevarsi a grandi altezze. Mescolando questi due colori diametralmente opposti in un equilibrio ideale si forma il verde. Nasce la quiete. Da un punto di vista musicale esprimerei il verde assoluto con i toni calmi, ampi, semigravi del violino. Il bianco ha il suono di un silenzio che improvvisamente riusciamo a comprendere. E’ la giovinezza del nulla, o meglio un nulla prima dell’origine, prima della nascita. Forse la terra risuonava così, nel tempo bianco dell’era glaciale. Da un punto di vista musicale si può paragonare a una pausa finale: dopo, qualsiasi prosecuzione appare come l’inizio di un nuovo mondo. Il nero è qualcosa di spento, come un rogo arso completamente. Il grigio è immobilità senza speranza. Da un punto di vista musicale il rosso ricorda il suono delle fanfare con la tuba: forte, ostinato, assordante. ◄ Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, a cura di Elena Pontiggia, SE © 1989