Chiara Beria d’Argentine, La Stampa 30/5/2008, 30 maggio 2008
A ciascuno il suo arancione. C’è chi l’ha usato come una bandiera: il ministro Giulio Tremonti, uomo di classica eleganza, ha issato sulla sobria grisaglia una vivace cravatta arancione in solidarietà al popolo tibetano
A ciascuno il suo arancione. C’è chi l’ha usato come una bandiera: il ministro Giulio Tremonti, uomo di classica eleganza, ha issato sulla sobria grisaglia una vivace cravatta arancione in solidarietà al popolo tibetano. C’è chi dell’arancione ha fatto un marchio di stile: l’architetto Piero Baldissera Castellini, che ha firmato tante case usando smalti e tessuti «CC» (dall’antico linificio di famiglia) in una sfolgorante palette di arancioni di sapore indiano, ama sfoggiare, da dandy, una giacca arancione, modello Barena. C’è chi lo porta perché è uomo assai alla moda: Alessandro Vallarino Gancia, il bel finanziere della dinastia di spumanti sposato con la deliziosa Delphine Arnault, vicedirettore generale di Christian Dior Couture e figlia del patron di Lvmh, gigante del superlusso, per i weekend di primavera agli ormai banali pantaloni rossi preferisce jeans arancione smorto. E c’è chi osa ricoprirsi d’arancio per dichiarato rimpianto dei tempi in cui la policromia e certe raffinatezze negli abiti non erano riservati alle donne. «Non siamo dei gufi!», rivendica Oscar Giannino, direttore di «LiberoMercato» che, per il molto mondano Derby, all’ippodromo romano delle Capannelle, domenica 11 maggio, ha scelto una giacca su misura. Arancione, of course. «Amo scegliermi tessuti e impunture. Per via del colore del mio incarnato, causato da troppe medicine, non posso permettermi i verdi; l’arancione mi sta meglio». Non solo. Pochi giorni fa ha scelto dei pantaloni arancioni per far visita al direttore, Antonio Polito, e ai suoi ex colleghi del «Riformista», il più arancione dei giovani quotidiani. «Fu l’art director, Cinzia Leoni», sostiene, «a puntare su quel colore. Un modo per ingentilire il rosso, uno strappo anche cromatico con il passato». Uomo aranciato, uomo riformista, uomo non effemminato. Colore simbolo di forza, onore e generosità, dell’Induismo e della rivoluzione pacifica in Ucraina, degli Hare Krishna ai tempi di «My sweet lord», tra influssi etnici e gran ritorno della sgargiante moda anni Sixties, l’arancione è apparso come un flash, tra tanto nero e bianco, sulle passerelle delle collezioni uomo primavera-estate 2008. Giubbotto nero, pantaloni stretch in denim arancio (con cintura e scarpe d’argento) per l’uomo Gucci creato dalla stilista Frida Giannini. Da Missoni pantaloni arancione-fiamma, genere visibili anche di notte; da Moschino è arancione il rispolverato papillon. Quanto a Massimo Piombo nei suoi negozi di Milano e Portofino, veri antri dai mille colori, la dolce vita per l’estate 2008 è fatta di giacche e pantaloni di cotone (da evitare il total look!) di un arancione caldo come la più succosa arancia siciliana. «Detesto il rosso, fa troppo "fighetti" a Portofino! Sono un sostenitore dell’arancione. Mi piace usarlo anche nei tiranti interni dei giubbotti», spiega Alberto Aspesi, re del casual made in Italy che ha sdoganato questa tonalità anni fa per i piumini da sci più tecnici, mentre i paninari amavano quelli arancio-lucido di Moncler. Oggi in tempi di verde-padania gli allegri jeans Aspesi arancioni e quelli marca Jeckerson con impunture sono i più ricercati nei negozi delle sorelle Biffi, a Milano. «L’arancione? E’ rassicurante, quasi un grigio. Un colore, comunque, più maschile che femminile. Nel design è un classico: penso ai lavori di grafici e designer come Albe Steiner o Max Hubert», sostiene Anna Piaggi, la più eccentrica critica di storia del costume. Un mondo d’arancio. Dai mocassini Tod’s alle cravatte e cinture di Hermès, la maison che, fin dall’inconfondibile packaging, ha scelto come suo colore simbolo l’arancione (in questa stagione d’ispirazione indiana dalle vetrine ai profumi tutto è giocato sull’arancio) agli oggetti da scrivania e alla ventiquattrore arancio-lacca per i manager audaci di Giorgio Fedon, pellettieria del Cadore. E ancora. E’ arancione il frigorifero sottotavolo della Smeg e le Vespa 50 e 125 da «Vacanze romane». C’erano una volta i primi mangiadischi, bianco e arancio. Claudio Luti, presidente della Kartell, spiega che in tutte le sue collezioni, dalle sedute alle librerie, nella gamma dei 6,8 colori l’arancione non manca. «Anche nelle luci è tornato di gran voga», conferma Ernesto Gismondi, patron di Artemide (sono arancione i modelli Eclisse, Dalù e Nesso). Quanto a Lor Signore, salvo che per la tinta dei capelli (vedi l’eccessiva Brambilla) tutto il resto è concesso: dagli aranciossimi spolverini di Marni agli chemisier di Max Mara, ai piatti sandali di MiuMiu, al costume da bagno intero arancione disegnato da Liz Hurley per Mango. Frutti esotici, gran dame in vacanza ai Tropici. A New York, il 13 maggio, John Galliano ha aggiunto un geniale tocco: per la collezione Dior Cruise calienti bellezze avevano boleri e colorati gipsy pants e sombreri di paglia arancione.