Mario Calabresi, la Repubblica 29/5/2008, 29 maggio 2008
Come diventare l´artista più pagato in un mondo che sta per esplodere. la Repubblica, giovedì 29 maggio Due settimane fa un corpulento nudo di donna che dorme serenamente sul divano ha rovinato il sonno di Jeff Koons, togliendogli la palma dell´artista vivente più pagato sul pianeta
Come diventare l´artista più pagato in un mondo che sta per esplodere. la Repubblica, giovedì 29 maggio Due settimane fa un corpulento nudo di donna che dorme serenamente sul divano ha rovinato il sonno di Jeff Koons, togliendogli la palma dell´artista vivente più pagato sul pianeta. Lo scettro è passato al nipote del padre della psicoanalisi, quel Lucian Freud che ha visto il suo ritratto della signora inglese Sue Tilley sdraiata sul sofà andare all´asta da Christie´s per più di 33 milioni di dollari. Ma Koons se ne farà una ragione già oggi pomeriggio, quando al Museo d´Arte Contemporanea di Chicago verrà inaugurata la prima grande retrospettiva di tutto il suo lavoro, con sessanta opere dal 1984 al 2008. Questa mostra, ancora prima di aprire, ha già stabilito un nuovo record: è stata assicurata per 750milioni di dollari, una valutazione che fa sì che resterà un caso unico, quando si chiuderà a settembre non andrà da nessun´altra parte, troppo costoso spostarla. In una stagione in cui nessun investimento sembra più sicuro, mentre crollano i valori immobiliari e la finanza è in sofferenza, è rimasto un mercato che sbriciola primati: quello dell´arte contemporanea, in continua crescita da anni. La mostra di Koons oltre ad essere la celebrazione di un genio della comunicazione, di un artista che è stato capace di prendere l´iconografia popolare e farla diventare mitologia, è anche un simbolo della follia e del delirio che hanno contagiato i collezionisti di tutto il mondo. «Quello che ha fatto schizzare alle stelle i prezzi - spiega la gallerista Valentina Castellani, tra i direttori di Gagosian a New York - è stato l´ingresso nel mercato di nuovi compratori, soprattutto russi ma anche cinesi, coreani ed arabi, che fino ad ora non avevano collezionato arte occidentale. Questi nuovi collezionisti cercano opere che siano delle icone altamente riconoscibili, come Warhol, Bacon, Freud e appunto Koons. Vogliono "blue-chips", azioni sicure, per le quali sono disposti a pagare cifre enormi che raramente collezionisti tradizionali sborserebbero». Alla galleria Gagosian su Madison Avenue sono in mostra le «girls», le ragazze dei fumetti, dipinte nei primi Anni Sessanta da Roy Lichtenstein. Nessuna è in vendita, sono tutte provenienti da collezioni private, ma il loro valore si aggira tra i 30 ed i 50 milioni di dollari. Così se il record per un quadro di Warhol in un´asta era di 17milioni di dollari nel novembre 2006, solo sei mesi dopo era già schizzato a 72milioni. Nel 2001 il massimo raggiunto da un trittico di Francis Bacon era 8 milioni di dollari, mentre la settimana scorsa è stato venduto all´asta per 86 milioni. E tre settimane fa un coniglio di Koons è stato venduto dagli eredi di Ileana Sonnabend - una delle più grandi collezioniste d´arte, scomparsa lo scorso autunno a 92 anni - con una transazione privata e segreta, ad una cifra che parrebbe aggirarsi intorno agli 80milioni di dollari. Ma del coniglio d´acciaio, come di ogni opera di Koons, ce ne sono tre copie, e uno sarà visibile a tutti nella mostra di Chicago, insieme al grande cuore blu che accoglie i visitatori all´ingresso e all´«uovo rotto» color magenta, assicurato per 40milioni di dollari e prestato al museo da un altro grande artista contemporaneo, la star delle aste Damien Hirst, il creatore del famoso teschio coperto di brillanti. Ma perché il 53enne Koons, che in Italia era diventato famoso per essere stato il marito della pornostar Ilona Staller, è diventato l´artista di maggior valore del presente? «Perché ha creato delle icone riconoscibili al di là del nome dell´artista, come Wahrol. Il suo nome - sostiene il critico Francesco Bonami, che è il curatore della mostra di Chicago ed è stato direttore della Biennale di Venezia nel 2003 - dice qualcosa al mondo dell´arte, ma le sue immagini sono conosciute anche a chi sta fuori e questo dimostra una grande capacità di conquistare l´immaginario collettivo. Koons è un artista abbastanza eccezionale: è una specie di predicatore, crede abbastanza sinceramente che l´arte sia un veicolo per poter comunicare e far star bene la gente. Google ha preso i suoi tulipani, che sono al Guggheneim di Bilbao ma troppo grandi da muovere, e li ha fatti diventare uno dei suoi loghi. Così il coniglio, trasformato in un immenso pallone, apriva la parata di Macy´s a New York nel giorno di Thanksgiving». Le opere di Koons sono costosissime da produrre, lui è un perfezionista che lavora in modo maniacale su ogni pezzo per anni, tanto che è nota la storia di un collezionista greco che ha comprato una scultura nel ´94 ma non l´ha ancora vista finita. Nel suo studio a Chelsea lavorano 85 persone, è una vera fabbrica che costa 350mila dollari al mese. Ma questo non giustifica i prezzi, che sono figli invece della fame dei nuovi ricchi - il quadro di Freud è stato comprato dal miliardario russo Roman Abramovic - tanto che le fiere dell´arte e le aste sono sempre più occasioni sociali, di visibilità, luoghi dove si può acquistare anche una patente culturale. « vero - conferma Valentina Castellani - il mondo dell´arte contemporanea ha una componente "glamour" che è molto seducente per i nuovi collezionisti: comprando un Jeff Koons si ha l´impressione di entrare a fare parte di un club internazionale ed esclusivo, di ricevere una validazione che il denaro soltanto non può dare». Un mondo di follie a cui Don Thompson, professore di economia già alla London School of Economics e ad Harvard, ha dedicato un libro graffiante che uscirà il prossimo settembre. Il volume è dedicato e intitolato allo squalo imbalsamato di Damien Hirst, comprato per 12milioni di dollari da un finanziere newyorkese due anni fa, il simbolo per Thompson di un´economia impazzita. L´arte è indubbiamente percepita come un investimento sicuro, in un momento in cui tutto sembra vacillare, ma nessuno è in grado di dire se questo durerà o se anche questa bolla scoppierà. «Tutti stanno aspettando il tonfo, che - chiosa Bonami - prima o poi ci sarà, perché sono venuti fuori tantissimi artisti e moltissimi hanno quotazioni eccessive. Se c´è un calo del mercato molti verranno tagliati fuori, ci sarà una grossa scrematura, ma i grandi non scoppieranno». E probabilmente non crolleranno neppure i grandi nomi del passato. Il primo a pensarlo è proprio Koons, assiduo compratore e collezionista di opere antiche e dell´Ottocento. Alla mostra di Gustave Courbet, appena conclusa al Metropolitan, ben due quadri esposti erano di sua proprietà. Ma se si è miliardari e non si vuole rischiare, se si cerca soltanto sicurezza, allora è meglio comprarsi uno Stradivari. I suoi violini si rivalutano del 15 per cento ogni anno. E nessuno ha mai cambiato idea. Mario Calabresi