Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  maggio 28 Mercoledì calendario

Il mistero della mostra scomparsa. Libero 28 maggio 2008 Carissimi ministri Bondi e Frattini, c’è materia per un vostro immediato intervento

Il mistero della mostra scomparsa. Libero 28 maggio 2008 Carissimi ministri Bondi e Frattini, c’è materia per un vostro immediato intervento. Chi scrive è rimasto senza parole, all’annuncio che non si farà più la grande mostra "Il Louvre. Capolavori a Verona" , che era tra le più attese dell’anno. La mostra contava già oltre 100mila prenotazioni, avrebbe dovuto tenersi dal 19 settembre al 15 febbraio 2009 e avrebbe portato a Palazzo della Gran Guardia, alla fine, tra le settecentomila e le ottocentomila persone almeno. Con ogni probabilità, si sarebbe superato il milione. Le opere preannunciate erano una lista di meraviglie. A cominciare da La Belle Ferronière, il capolavoro di Leonardo da Vinci, scelto come testimonial della grande mostra scaligera. E con La Belle Ferronière sarebbero giunti a Verona altri 140 capolavori del museo parigino, tutte opere regolarmente esposte nelle sale del Louvre e non provenienti dai depositi. Era anzi il maggior prestito mai concesso dal Louvre nella sua storia. mai possibile che uno schiaffo simile possa essere inflitto a Verona e all’Italia senza che vi sia una sola riga di reazione? Non una sola nota diplomatica? Non un solo passo riservato e pubblico, per cercare di risolvere il guaio? Lasciando il sindaco di Verona, Flavio Tosi, a vedersela da solo, di fronte all’inopinato ripensamento dei parigini? L’ombra della politica Sbaglierò io, ma mi sembra che l’ombra della politica non sia aliena da questo sgarbo di conseguenze anche economicamente e turisticamente assai rilevanti, oltre che naturalmente dal punto di vista culturale. Non è che qualcuno, a Parigi ma anche in Italia, abbia pensato di sottecchi che al sindaco leghista tutto sommato lo sfregio stava bene, e che in Italia in tanti ne avrebbero magari goduto? Certo, è solo un sospetto. Ma il minimo è che si attivi il governo, per verificare immediatamente e al più alto livello come possa stare in piedi l’improvvisa marcia indietro del Louvre. Ufficialmente la giustificazione data si appunta sul ritardo dei lavori di apprestamento e della messa in sicurezza della Gran Guardia. Ma il sindaco Tosi ha puntualmente precisato che i lavori sarebbero stati portati a compimento ben un mese prima dell’inizio della mostra, con ampia facoltà per i delegati del Louvre di verificarne efficacia ed efficienza e chiedere ulteriori migliorie. Fino alla massima soddisfazione di ogni esigenza di sicurezza e tutela delle opere. Perché le opere sono un patrimonio dell’umanità, e in Italia, dove ne abbiamo la massima concentrazione mondiale, lo sappiamo benissimo. Dovevano essere cinque le sezioni in cui si articolava il percorso espositivo, la prima delle quali, quella dedicata al "Ritrat to di una società", con capolavori di Botticelli, Tiziano, Goya, El Greco, Ribera, Ingres, David, Holbein, Cranach, Veronese, Fragonard, e appunto La Belle Ferronière di Leonardo da Vinci opera simbolo della mostra. "Dall’intimo al Sacro", era il secondo tema, con ritratti di bambini e famiglie, tra cui quelli di Velázquez e Dürer, le Maternità di Botticelli, Bronzino, Filippino Lippi, Carracci, Poussin, Vouet. Ai ritratti allegorici, genere di gran successo sino all’Ottocen to, terzo tema della mostra, appartenevano capolavori di Tiziano e Rubens, Raffaello, Géricault, Rembrandt, Tintoretto, Van Dick, Guido Reni, Georges de la Tour, Ingres, Guercino, Bernini, a cavallo anche della quarta sezione, dedicata ai "Ri tratti dell’anima". Infine, "Il ritratto della morte" con opere, tra gli altri, di Solario, Luini, Jacopo Bassano, El Greco e Philippe de Champaigne. Una città senza parole A Verona tutti sono rimasti senza parole. Anche perché il sindaco Tosi si era affidato a Marco Goldin, che dal 1996 anima Linea d’ombra, un atelier di grande esperienza nella realizzazione di grandi mostre. ed è stato Boldin, con Brigitte Gallini e Vincent Pomarède, a incardinare la cooperazione con il Louvre dal Louvre. Come a gettare le basi di un progetto quadriennale che dal prossimo autunno al 2011 intendeva portare a Verona, con cadenza annuale, capolavori mai visti provenienti da alcuni dei principali musei del mondo. Coinvolgendo nel progetto, oltre al Louvre, il Museum of Fine Arts di Boston, il Musée Rodin di Parigi, il Van Gogh Museum di Amsterdam ed il Kröller-Müller Museum di Otterlo, ovvero i due santuari delle opere di Van Gogh. a questa strategia pluriennale di cultura e sviluppo turistico-culturale che da Parigi si tira un missile a sorpresa. Cari Bondi e Frattini: datevi da fare. Perché il vulnus non riguarda solo Verona, ma è a noi tutti, a ciascun italiano degno di questo nome. OSCAR GIANNINO