Gabriele De Palma Corriere della Sera 28/5/08., 29 maggio 2008
I bambini che nascono a contatto col piombo, sono destinati a diventare violenti. Lo dice uno studio del professor Kim Dietrich dell’Università di Cincinnati
I bambini che nascono a contatto col piombo, sono destinati a diventare violenti. Lo dice uno studio del professor Kim Dietrich dell’Università di Cincinnati. Le ricerche che hanno portato a questo risultato sono iniziate nel quinquennio 1979-1984, quando è stato misurato il livello di piombo nel sangue di 379 donne gravide. I bimbi, una volta venuti alla luce, sono stati poi sottoposti ad ulteriori analisi nei primi sette anni di vita. A ventiquattro anni di distanza dalla prima rilevazione ematica i medici hanno verificato il tasso di criminalità dei soggetti presi in esame, nel frattempo divenuti adulti. Risultato: il 55 per cento di loro era stato arrestato almeno una volta per reati violenti e in media i soggetti erano stati fermati ben cinque volte. Il professor Dietrich: «La relazione più forte è con i crimini violenti, omicidi, violenze sessuali, rapine e possesso di armi da fuoco». A suscitare particolari preoccupazioni tra gli studiosi è il fatto che anche una quantità minima di piombo nel sangue - 4 microgrammi per decilitro - comporta implicazioni sul cervello e sul comportamento. E un livello di piombo nel sangue pari a 5 microgrammi per decilitro, corrisponde a un aumento del 50 per cento nell’incidenza di crimini violenti nell’età adulta. Il problema non è da poco visto che, secondo le stime ufficiali, sono 310 mila i bambini sotto i cinque anni con un livello di piombo superiore ai limiti di 10 microgrammi per decilitro. Uno studio correlato a quello del professor Dietrich ha poi sottoposto lo stesso campione di persone a tac e a risonanza magnetica, trovando una relazione tra esposizione al metallo e dimensioni del cervello. In media la materia grigia di chi è stato esposto al piombo è più piccola dell’1,2 per cento rispetto a quella di chi è «pulito» e le aree cerebrali più colpite sono quelle che regolano le decisioni, gli impulsi e l’attenzione.