Corriere della Sera 28/5/2008, 28 maggio 2008
Lettera Corriere della Sera, mercoledì 28 maggio Caro Romano, le università italiane vengono sovvenzionate dallo Stato in base al più antimeritocratico dei criteri: quanti più studenti promuovono, tanto più denaro ricevono
Lettera Corriere della Sera, mercoledì 28 maggio Caro Romano, le università italiane vengono sovvenzionate dallo Stato in base al più antimeritocratico dei criteri: quanti più studenti promuovono, tanto più denaro ricevono. I docenti tacciono e cioè acconsentono. Come in un mercato, per accaparrarsi gli studenti da promuovere, gli atenei fanno a gara nell’escogitare tutte le strategie possibili affinché anche i più svogliati e meno preparati arrivino comunque alla laurea. Il livello di preparazione tende verso lo zero. Non le sembra che questa corsa al ribasso sia dannosa per il Paese e ingiusta nei confronti di chi sceglie di impegnarsi seriamente negli studi e poi si vede scavalcato da colleghi ignoranti ma raccomandati? Perché la meritocrazia in Italia è così orfana di difensori? Omar Valentini, Salò (Bs) Temo che lei abbia ragione. I finanziamenti statali destinati alle università dovrebbero tenere conto di altri parametri: la qualità dell’insegnamento, la severità degli esami, il numero degli studenti che riescono a terminare il corso nei termini previsti.