Fabio Cavalera, Corriere della Sera 28/5/2008, 28 maggio 2008
Corriere della Sera, mercoledì 28 maggio Il terremoto obbliga la Cina ad allargare le maglie della legge sulla nascite
Corriere della Sera, mercoledì 28 maggio Il terremoto obbliga la Cina ad allargare le maglie della legge sulla nascite. una ricaduta sociale triste ma inevitabile. Il dolore di migliaia di famiglie che hanno perso un figlio o una figlia costringe il comitato provinciale del Sichuan che vigila sulla pianificazione a rivedere i rigori della disciplina. Sono crollate almeno 7 mila scuole e 10 mila ragazzi sono rimasti schiacciati dalle macerie. Due i provvedimenti: ai genitori colpiti da lutto sarà consentita la programmazione di una nuova gravidanza; a chi adotta un orfano non sarà impedito il primo concepimento naturale. una risposta burocratica e amministrativa che va però incontro alla richiesta di un numero crescente di coppie affrante e arrabbiate. Dietro alla tragedia si nasconde un problema reale: sia pure ancora alle prese con l’emergenza - ieri due scosse fra il quinto e il sesto grado che hanno cancellato 420 mila edifici, altre 80 mila persone evacuate dalla zona dove un lago minaccia di straripare a valle -, il governo deve fare i conti con lo scandalo emergente dei palazzi costruiti al di fuori delle indicazioni e delle prescrizioni contenute nelle norme antisismiche. Gli edifici in Cina sono catalogati da «1», i più sicuri, a «4», quelli pericolanti. Le scuole - quasi tutte le scuole delle contee rurali del Sichuan - erano di terza, quarta o addirittura di nessuna categoria. Il che significa che gli studenti delle elementari, delle medie e delle superiori studiavano in condizioni di precarietà logistica. «Queste scuole sono una bomba a orologeria», aveva già denunciato una decina d’anni fa un funzionario del ministero dell’istruzione, rimasto inascoltato. Comprensibile che sia ora esplosa l’indignazione. Resa più feroce dalla constatazione che gli istituti frequentati dai giovani di famiglia più abbiente hanno invece resistito al sisma e sono stati riconvertiti in centri di raccolta e soccorso per i senzatetto. Pechino ha da tempo finanziato un programma di edilizia scolastica: un miliardo e mezzo di dollari. Ma dove sono finiti questi soldi? Perché i lavori di consolidamento nei villaggi del Sichuan non sono mai cominciati? Domande che molti genitori si stanno ponendo senza il timore di incorrere nel rigore della censura. La Cina ufficiale in queste settimane non si è permessa di reprimere le emozioni del suo popolo. Lo Stato ascolta e si mobilita. E comincia pure a congelare i divieti imposti dalla programmazione sulle nascite. Una risposta al dolore e alla rabbia di migliaia di madri e di padri? Sia il premier Wen Jiabao sia il presidente Hu Jintao hanno promesso: non ci sarà pietà per chi, con negligenza o superficialità o dolo, ha distratto quei fondi. C’è da credergli. Per i vertici il post-terremoto è il più importante fra i test di affidabilità e di legittimità. Non possono permettersi di perdere questa sfida. Anche se li costringerà a sbugiardare e condannare le consorterie locali del partito. Fino ad oggi hanno dato prova di efficienza e di sensibilità. Consolidando l’immagine di una Cina più umana. Fabio Cavalera