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 2008  maggio 28 Mercoledì calendario

DI GENNARO Marta

DI GENNARO Marta Roma 27 gennaio 1951. Ex subcomissario all’emergenza rifiuti (con Bertolaso). Arrestata (domiciliari) per traffico illecito di rifiuti il 27 maggio 2008 e il 28 gennaio 2011 • «Funzionario dello Stato da molto tempo in prima linea, responsabile della sezione “rischio sanitario” del Dipartimento della Protezione civile Marta Di Gennaro è laureata in medicina all’Università Cattolica. Figlia del magistrato Giuseppe Di Gennaro, inizia una carriera da ricercatore di ruolo che abbandona per un concorso che segna il suo ingresso al ministero della Sanità nell’82. Vi resta solo due anni perché la chiama il ministero degli Esteri come viceresponsabile della cooperazione sanitaria italiana con i Paesi in via di sviluppo. Sono quelli gli anni in cui Marta Di Gennaro viaggia moltissimo all’estero: dalla Guinea allo Zaire, dall’Eritrea al Senegal, dalla Repubblica Dominicana al Mozambico. Paesi in cui verifica con i governi locali le necessità sanitarie più urgenti per permettere alla Farnesina di realizzare i programmi di aiuto. Nell’89 torna al ministero della Salute. Tre anni dopo diventa Direttore generale del dicastero e va a rappresentare l’Italia nel consiglio esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Nel ’97 nuovo incarico, questa volta come segretario generale del Consiglio superiore di sanità. Il passaggio alla Protezione civile avviene nel 2003, in piena emergenza Sars, per seguire quindi varie emergenze dal terremoto in Iran allo tsunami nel Sud-Est asiatico» (“La Stampa” 28/5/2008). «[...] è descritta nell’ordinanza del gip Rosanna Saraceno come una figura centrale dei presunti illeciti nello smaltimento dei rifiuti, una funzionaria che per mostrare efficienza e far carriera non avrebbe esitato a mandare nelle discariche campane spazzatura non trattata secondo le norme di sicurezza, e quindi inquinante quando non addirittura velenosa. L’inchiesta è stata condotta dai pm Noviello e Sirleo, gli stessi che hanno indagato su Bassolino [...] Secondo i magistrati l’imbroglio principale attribuibile agli accusati consiste nell’aver smaltito come rifiuto trattato spazzatura che invece finiva in discarica esattamente identica a come veniva raccolta in strada L’unico trattamento consisteva nel triturarla. Illeciti sarebbero avvenuti anche alcuni trasferimenti di immondizia in Germania. Oltre alla Di Gennaro sono stati arrestati funzionari del commissariato, consulenti della Protezione civile, rappresentanti delle società di trasporto, esponenti di Fibe e Fisia, del gruppo Impregilo. [...]» (F. B., “Corriere della Sera” 28/5/2008). «[...] è sempre stata al fianco del suo capo, ne ha condiviso strategia e obiettivi. Il giorno del Consiglio dei ministri che ne ha decretato la nomina, era con lui sul treno partito da Roma e poi sulla macchina blindata che a Napoli lo protegge da possibili intimidazioni. Si conoscono da quando insieme erano alla cooperazione internazionale, entrambi medici, entrambi convinti di dover fare “qualcosa di buono per il Paese”. Uno Stato per il quale ha sempre lavorato anche suo padre, il giudice Giuseppe Di Gennaro. Era dirigente delle carceri quando, nel maggio del 1975 fu sequestrato dai Nap, i nuclei armati proletari. E diventò il primo procuratore nazionale Antimafia dopo la strage di Capaci nella quale morirono Giovanni Falcone, sua moglie e gli uomini della scorta. Chi la conosce bene ne sottolinea il carattere accomodante, ma anche il piglio deciso. Per il ministero degli Esteri è stata in Guinea Bissau, Zaire, Eritrea, Senegal, Mozambico. Nel 2001 ha ricevuto la medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica, riconoscimento di un impegno che l’ha portata ad affrontare emergenze vere come la Sars e lo tsunami, i terremoti e gli incendi. È una donna forte Marta Di Gennaro e i suoi amici sono convinti che reggerà anche questo colpo, il più duro della sua carriera. [...]» (Fiorenza Sarzanini, “Corriere della Sera” 28/5/2008).