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 2008  maggio 27 Martedì calendario

Un nuovo sistema rivela minuscole quantità di esplosivo in una manciata di secondi: lo hanno messo a punto i chimici della UC di San Diego, e la tecnica su cui si basa è già stata ”sperimentata” in uno dei nuovi episodi del telefilm CSI

Un nuovo sistema rivela minuscole quantità di esplosivo in una manciata di secondi: lo hanno messo a punto i chimici della UC di San Diego, e la tecnica su cui si basa è già stata ”sperimentata” in uno dei nuovi episodi del telefilm CSI. Si tratta di una pellicola spray di polimeri fluorescenti che si depositano su qualsiasi superficie liscia, e rivelano se questa è stata recentemente a contatto con degli esplosivi a base di azoto. Il sistema è stato ideato e realizzato da Willam Trogler e Jason Sanchez (rispettivamente docente e studente di chimica e biochimica presso l’università californiana). Il loro studio sulla sintesi e sulle proprietà dei polimeri è stato pubblicato su Journal of Materials Chemistry. Queste molecole emettono radiazione blu quando vengono sollecitate dalla radiazione ultravioletta. L’identificazione del materiale pericoloso avviene perché gli esplosivi a base di azoto come il tritolo (o trinitrotoluene, Tnt) assorbono gli elettroni e attenuano la luminescenza, un effetto percepibile ad occhio nudo. Un singolo strato dei polimeri, circa un millesimo di grammo, è sufficiente per identificare minime quantità di esplosivi (fino a un picogrammo) su una superficie di circa 15 centimetri di diametro. Maneggiare esplosivi può lasciare sulle dita fino a mille volte la quantità minima identificabile: le pellicole aderiscono direttamente alle superfici potenzialmente contaminate, rendendole più sensibili rispetto ai metodi finora in uso (che catturano le molecole sprigionate nell’aria). Il riconoscimento, inoltre, è decisamente più veloce dei sistemi tradizionali, rivelando gli esplosivi non appena i solventi si asciugano: bastano 30 secondi.