Libero 22 maggio 2008, VALERIA BRAGHIERI, 22 maggio 2008
Una Mediaset per conquistare gli arabi. Libero 22 maggio 2008 Cosmopolita come solo certi milanesi sanno essere
Una Mediaset per conquistare gli arabi. Libero 22 maggio 2008 Cosmopolita come solo certi milanesi sanno essere. Ma sempre con l’idea che tutto sommato sarebbe stato meglio non partire. Ce lo immaginiamo Fedele Confalonieri in Tunisia, che deve presentare il nuovo canale Mediaset rivolto al Maghreb. Il Confa, presidente della televisione del Biscione, fuori dalle sue coordinate, il Meazza, la Scala e un paio di ristoranti ben consolidati, che sentirà il muezzin urlare e chiederà disorientato: «Duve l’è San Siro?». Ma si riprenderà in fretta, perché ha una moglie francese, lui parla benissimo almeno due lingue e vola a New York per incontrare gli investitori. E soprattutto conosce bene la verità. Qual è la verità? che la democrazia passa anche per Gerry Scotti. Come si dirà «Ullallà ulla» in arabo? Per adesso, in realtà, si parte con "Star Accademy", format di punta della Endemol. Ma l’operazione è chiara. Portare l’intrattenimento tv italiano (e solo l’intrattenimento) in Marocco, Algeria, Tunisia e Libia. Si chiama "Nessma Tv", che in arabo vuol dire "brezza". Come il venticello, insomma. TRENTA MILIONI DI EURO Trenta milioni di euro di investimento divisi in tre "soci": Mediaset (25%), Quinta Comunication di Tarek Ben Ammar (25%), Karoui&Karoui (50%). Il network è nato nel 2007, è trasmesso su Nail e Arab Sat, raggiunge 7,5 milioni di famiglie e sarà presto visibile anche in Europa, dove la comunità maghrebina conta oltre 10 milioni di persone. il primo caso al mondo. Mercati in forte espansione, investimenti modesti e una resa fenomenale. NIENTE NEWS Ieri il canale è stato presentato a Cannes da Fedele Confalonieri, da Tarek Ben Ammar («Vogliamo esportare nel mondo arabo-mediterraneo il modello tunisino, fatto di tolleranza, libertà di parola e di espressione, di orgoglio delle proprie radici») e dai fratelli Karoui. La madrina era la bellissima Afef Jnifen, moglie di Marco Tronchetti Provera («Mi hanno proposto un programma, non lo escludo. Vorrei rubare l’idea di "Striscia la notizia"»). Niente news, al contrario di Al Jazeera, ma serie tv, film, videoclip musicali e soprattutto format di intrattenimento. Ragazzi disinvolti e ragazze senza veli che cantano e ballano e litigano e si baciano ed entrano nelle case del Maghreb, popolato da 80 milioni di persone con un’età media di 25 anni. Una vera e propria manna per il mercato pubblicitario, una leva potentissima per chi vuole esportare e far attecchire l’Occidente. Del resto, i giovani tunisini e marocchini si vestono già come noi, tanto vale allora allevarli con la nostra televisione. «Il Mediterraneo è il luogo in cui da un millennio si scambiano culture», ha osservato Confalonieri. Tarek Ben Ammar è stato l’uomo che ha portato il grande cinema nel Nord Africa. Ora sembra sia il momento della televisione. Che è molto più di una scatola, come sanno tutti. Dopo le donne con sani appetiti da evoluzione, il piccolo schermo è forse la molla più potente per far virare e addomesticare i popoli. Con gli «Ullallà ulla» e non solo. Le pance scoperte, i tatuaggi, le aspiranti veline, i bisticci in video, le voglie generazionali e le ambizioni omologate. Anche questo è l’Occi dente. E passa tutto in tv. E ci tocca esportarlo, per costruire un ponte con il Maghreb. VALERIA BRAGHIERI