ItaliaOggi 23 maggio 2008, Franco Bechis, 23 maggio 2008
Il conto Ici a Lombardo. ItaliaOggi 23 maggio 2008 Sarà in gran parte il neo presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, a pagare la detassazione sull’Ici prima casa decisa mercoledì a Napoli dal consiglio dei ministri guidato da Silvio Berlusconi
Il conto Ici a Lombardo. ItaliaOggi 23 maggio 2008 Sarà in gran parte il neo presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, a pagare la detassazione sull’Ici prima casa decisa mercoledì a Napoli dal consiglio dei ministri guidato da Silvio Berlusconi. La sorpresa arriva dal prospetto di copertura del provvedimento preparato dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti, che attinge a un capitolo del bilancio dello stato creato dalla prima legge finanziaria di Romano Prodi in cui Fintecna aveva riservato i fondi originariamente stanziati per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Quelle somme erano state accantonate per circa 1,6 miliardi di euro per opere pubbliche alternative in Sicilia e in Calabria, cui erano state peraltro promesse...(...) I fondi che ora pagheranno lo sconto casa a tutti gli italiani esattamente un anno fa erano stati impegnati verbalmente dal ministro pro tempore, Antonio Di Pietro per una serie di opere infrastrutturali e viarie dall’uno e dall’altro capo del ponte sullo stretto che non si sarebbe più fatto. A giugno 2007 conferenza stampa ad hoc con gli assessori ai lavori pubblici della regione Sicilia e Campania, anche per fare dimenticare lo sgarbo del ponte cancellato con un rapido tratto di penna. Di Pietro era un mago a fare annunci, a sentire lui sembrava sempre che l’Italia in due secondi veniva rivoltata. Ma in oltre sei mesi di tempo non solo non ha sbloccato quei fondi, ma nemmeno ha varato i regolamenti necessari e i bandi per assegnare di fatto quelle opere pubbliche. Nulla di nulla, annunci a parte. E a gennaio con la caduta del governo Prodi ogni carta è rientrata nei polverosi cassetti per lasciare le situazioni esattamente come erano state trovate all’inizio. I poveri assessori di Sicilia e Calabria che mai più avrebbero immaginato di essere presi in giro così, hanno atteso qualche settimana i fondi. Poi hanno assediato il capo di gabinetto di Di Pietro e perfino i vertici di Fintecna dell’epoca alla ricerca dei fondi perduti. Rimpallo continuo delle competenze, ma quel miliardo e mezzo (più un’altra tranche di circa cento mila euro) era regolarmente depositato nel capitolo del bilancio dello Stato su cui Fintecna aveva versato secondo obblighi di legge. Semplicemente nessuno aveva davvero avviato le procedure per utilizzarlo. Quando Tremonti si è visto lì la cifra importante e intonsa, non ha resistito: ottima per coprire l’Ici, visto che di tesoretti promessi non c’era ombra. Resta la beffa per le opere siciliane. Ma quella è antica: ora Lombardo in cambio diventerà un eroe per tutti gli italiani... Franco Bechis