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 2008  maggio 23 Venerdì calendario

COSENTINO

COSENTINO Nicola Casal di Principe (Caserta) 2 gennaio 1959. Politico. Nel 2008 eletto alla Camera (Pdl). Coordinatore regionale del Popolo della Libertà in Campania. Sottosegretario all’Economia nel Berlusconi IV, si dimise nel luglio 2010 accusato di camorra, dossieraggio e violazione della legge Anselmi (con la P3) • Iniziò la sua carriera politica alla fine degli anni 70 come consigliere prima al Comune e poi alla provincia di Caserta. stato chiamato in causa da cinque pentiti che lo accusano di essere in rapporti con il clan dei Casalesi. Per questo la Procura antimafia di Napoli l’ha iscritto nel registro degli indagati (ha sempre respinto le accuse) • «Nato a Casal di Principe, la città di Gomorra, è l’uomo forte del Pdl in Campania. Zitto zitto ha fatto piazza pulita dei suoi avversari interni, i fratelli Martusciello, e ha guidato il partito alla vittoria in importanti comuni come Pozzuoli e Giugliano. Per ricompensarlo, il Cavaliere lo ha nominato sottosegretario all’Economia, poltrona da cui si controllano ed elargiscono fondi pubblici. Ora punta alla presidenza della Regione» (’L’espresso” 29/12/2007). «[…] Esordio lampo il suo: a 19 anni consigliere comunale del Psdi, due anni dopo eletto alla provincia e subito assessore. Nel ”95 arriva alla Regione per Forza Italia con quasi 13 mila voti e l’anno dopo entra in Parlamento: ha 36 anni e 36 mila preferenze. Segni particolari? Nessuno. Nessun hobby, niente lussi né passioni. [...] ha moglie e tre figli. Tutto famiglia e lavoro: i valori che contano di più nella sua terra. [...] La sua visione emerge in un’intervista del 2003, quando difende il progetto di un ipermercato finito sotto inchiesta: ”Anticamorra spesso nelle nostre parti ha significato lasciare le cose come stavano, senza dare un futuro di investimenti alle nostre terre. Casale deve potere attrarre investimenti, ma dico al partito anticamorra che colpire indistintamente coloro che fanno non ha senso. Se bisogna fare, bisogna capire che questa è una terra difficile...”. E ancora: ”Dobbiamo dare speranza, questa è la vera lotta alla camorra, il resto sono chiacchiere”. Tutto ciò accadeva prima che i casalesi diventassero star mediatiche. Nell’era di Gomorra, Cosentino ha cercato un profilo defilato, evitando ogni riferimento alle questioni di camorra e di affari. L’azienda creata dal padre Mario ”o ”Mericano, che rifornisce di nafta per riscaldamento e gas scuole e uffici pubblici, si è trasformata in un gruppo, ma la gestione è tutta in mano ai fratelli. Uno di loro è cognato di Giuseppe Russo, detto ”Peppe ”o padrino’, arrestato dalla polizia criminale tedesca nel 2003. Una relazione pericolosa a cui l’onorevole risponde con un dato anagrafico: ”Quando mio fratello si fidanzò, Russo aveva solo 14 anni”. Da avvocato e da casalese, crede profondamente nella presunzione di innocenza: ”I maxiprocessi hanno messo alla berlina anche tante persone perbene, che poi ne sono uscite pulite, anche se il marchio infamante è rimasto. Tutte le persone perbene, politici, professionisti e imprenditori, subiscono ancora oggi un pregiudizio”. Nicola Cosentino di pregiudizi invece non ne ha subiti mai. Nonostante una serie di accuse che avrebbero creato imbarazzo a molti. Come queste dichiarazioni che L’espresso pubblica per la prima volta. Carmine Schiavone nel 2000 racconta ai magistrati dell’Antimafia: ”Io era amico di Nicola Cosentino... Io intervenni anche per far votare Cosentino... Però il Riccardi mi sembra che si candidò anche lui, quindi furono divisi questi voti tra il Riccardi e il Cosentino. Ma ci andò solo Cosentino”. Parole di pentito, senza riscontro? No, i giudici le usano come prove per motivare una sentenza di condanna. Ecco cosa scrive la Corte d’assise: ”Gli appoggi del clan si sarebbero divisi tra Aldo Riccardi e Nicola Cosentino, candidato nelle liste del Psdi, sostenuto personalmente da Carmine Schiavone”. E aggiungono che ”il sodalizio” era ”prevalentemente interessato a determinare la formazione di amministratori locali, attraverso cui esercitare il controllo degli appalti pubblici”. Il sodalizio, ovviamente, sono i casalesi. E Carmine Schiavone è il cugino di Sandokan che da boss si è trasformato nel grande accusatore del processo Spartacus. Tutte cose di cui Cosentino avrebbe forse preferito non parlare mai più, per dedicarsi totalmente alle funzioni di sottosegretario. Per buttarsi sui grandi temi, delega le questioni regionali a Luigi Cesaro, deputato di Sant’Antimo che da anni fa piovere mozzarelle di bufala su Berlusconi e Buonaiuti: 20 chili al mese, d’estate anche a Villa Certosa. Un signore delle tessere, con una famiglia di costruttori alle spalle: mestiere delicato in periferie dove il cemento spesso viene corretto con il piombo. In Campania, poi, i killer possono fare danni collaterali di natura politica. La nomina di Cosentino al governo è stata decisa il 12 maggio. Il primo giugno le pallottole che a Casal di Principe hanno assassinato Michele Orsi dai media sono rimbalzate verso di lui. L0imprenditore dei rifiuti nel 2007 aveva accusato anche Cosentino e il leader regionale di An Mario Landolfi. Così la morte di Orsi si è trasformata in un’ombra minacciosa. Il sottosegretario è stato costretto a presentarsi sui giornali del Nord non nella grisaglia dell’economista, ma nei panni scomodi del casalese: ”Escludo che Orsi mi abbia chiesto aiuto per la certificazione antimafia, non che lo abbiano fatto imprenditori che avevano il problema di dover spiegare le loro lontane parentele con i malavitosi. Al massimo, posso aver fatto delle segnalazioni a Orsi di nominativi per le assunzioni”, ha detto a La Stampa. ”Si tratta sempre di persone che puliscono le strade dalla mondezza”. E la vittima?”Come gran parte degli imprenditori di zona sono costretti a barcamenarsi tra Stato e anti-Stato”. Un equilibrio, quello tra Stato e anti-Stato, mandato in frantumi dall’omicidio di Orsi e dall’appello Spartacus. [...]» (Gianluca Di Feo e Claudio Pappaianni, ”L’espresso” 4/9/2008).