Edmondo Rho, Panorama 22/5/2008, 22 maggio 2008
Mamma, ho perso il bagaglio. Panorama, 22 maggio S iete atterrati dopo un lungo viaggio aereo e la vostra valigia manca? Consolatevi, non siete soli nel mondo ma in compagnia almeno di un altro viaggiatore sfortunato: infatti ogni 100 bagagli trasportati se ne perdono due
Mamma, ho perso il bagaglio. Panorama, 22 maggio S iete atterrati dopo un lungo viaggio aereo e la vostra valigia manca? Consolatevi, non siete soli nel mondo ma in compagnia almeno di un altro viaggiatore sfortunato: infatti ogni 100 bagagli trasportati se ne perdono due. A questo punto, invece di arrabbiarvi troppo per il disagio, incrociate le dita. Il 97 per cento dei bagagli smarriti viene poi recuperato e recapitato, in genere entro 3 giorni. Quindi dovete soprattutto sperare che la vostra valigia non finisca tra quelle irrimediabilmente perse. Che non sono poche, l’anno scorso 1,1 milioni. Il bagaglio smarrito nei voli aerei è un fenomeno in crescita esponenziale: più 40 per cento nell’ultimo anno, secondo il rapporto della Sita (società leader mondiale dei servizi tecnologici aeroportuali) in collaborazione con la Iata, l’associazione mondiale delle compagnie aeree, che Panorama è in grado di anticipare. I bagagli non arrivati correttamente a destinazione («disguidati» è il termine tecnico utilizzato dalle compagnie) sono saliti da 30 milioni nel 2006 a 42,4 milioni l’anno scorso. E il totale del disguido equivale a livello mondiale a circa 19 bagagli persi ogni mille passeggeri imbarcati. In Europa la peggiore compagnia aerea in questo campo è la British Airways (la classifica di demerito qui a sinistra) con 23 valigie perse ogni mille passeggeri, seguita dalla Tap Portugal con 21 valigie e dalla Lufthansa con 18,1. Mentre l’Air France, con 16,6 bagagli smarriti ogni mille passeggeri, precede appena l’Alitalia con 16,5: entrambe appena peggio della media europea. Secondo l’Aea (Association of european airlines), il numero di irregolarità nelle compagnie aeree europee è di 15,7 valigie perse ogni mille passeggeri (contro 13,7 nel 2004, l’incremento è del 14,6 per cento). E le migliori? Sono l’Air Malta e la Turkish Airlines: meno di 5 bagagli smarriti ogni mille viaggiatori. Di solito l’80 per cento dei bagagli non arrivati viene ritrovato entro 24 ore, ha calcolato la Federconsumatori. Mentre il primato negativo a livello di compagnia si spiega con il fatto che di solito i passeggeri della British Airways cambiano volo nell’hub di Heathrow, a Londra, l’aeroporto più congestionato d’Europa. Peraltro gli scali londinesi non brillano nemmeno per puntualità: a Heathrow il 35,5 per cento dei voli non riesce a partire in orario, Londra Gatwick segue a ruota con il 30,2 per cento. Invece lo scalo più puntuale del Continente è Bruxelles: qui «solo» il 16,9 per cento dei voli non rispetta l’orario. Ma che cosa bisogna fare se viene smarrita la valigia e non si vuole perdere anche il rimborso? Immediatamente, in genere, viene consegnato un kit di sopravvivenza con spazzolino da denti, rasoio, pigiama. Trascorse le prime 24 ore, se il bagaglio non è stato ancora rintracciato e il passeggero non è residente in quel luogo, di solito le compagnie danno una certa cifra per le piccole spese urgenti (è necessario conservare gli scontrini degli acquisti effettuati). Invece per il bagaglio definitivamente smarrito, danneggiato o consegnato con forte ritardo si ha diritto a un risarcimento massimo di 1.167 euro, che viene assicurato dalle compagnie europee per voli in tutto il mondo. Questo rimborso viene pagato da tutte le compagnie dei 59 paesi aderenti alla convenzione di Montreal (sito www.icao.int). Per quanto riguarda le compagnie aeree dei paesi non aderenti, in caso di smarrimento o danneggiamento del bagaglio è previsto un risarcimento fino a 24 euro per kg con un massimo di 461 euro solo nel caso in cui il danno sia imputabile alla compagnia aerea. I danni, avvisa la Federconsumatori, devono essere denunciati alla compagnia entro 7 giorni in caso di danneggiamento del bagaglio, pena la decadenza del rimborso, ed entro 21 giorni per ritardata consegna. Alla fine, il risarcimento pro capite è mediamente di 90 dollari per ogni bagaglio perso. Al disagio del passeggero si somma un conto salato per l’intera industria del trasporto aereo. «Il costo dei bagagli smarriti per le compagnie è di 3,8 miliardi di dollari, circa 2,4 miliardi di euro» calcola Francesco Violante, amministratore delegato della Sita. La società, oltre a curare il Report annuale sui bagagli, giunto alla quarta edizione, per risolvere il problema sta sviluppando con la Iata un programma di adeguamento tecnologico. «Il 98 per cento dei bagagli arriva a destinazione» ricorda Giovanni Bisignani, amministratore delegato della Iata. Che però ammette: su un volume totale di oltre 2,2 miliardi di pezzi trasportati, «anche soltanto il 2 per cento di valigie non correttamente gestite rappresenta per noi un grosso problema da risolvere». Quali sono i rimedi? Alcune compagnie cercano di ridurre il numero di bagagli: per esempio la Ryanair, dal 2006, è stata la prima a introdurre una tassa su ogni valigia imbarcata (7 sterline, circa 10,5 euro), seguita dall’Aer Lingus, dalla Flybe e dalla Spirit Airline. Invece la Easy Jet e la British Airways imbarcano gratuitamente il primo bagaglio e tassano il secondo. Un altro rimedio è tecnologico. L’aeroporto di Hong Kong nel 2004, per esempio, è stato il primo ad adottare la tecnologia Rfid (radio frequency identification, cioè l’identificazione a radiofrequenza) sviluppata dalla Sita per tracciare e gestire i bagagli. In sintesi, questa tecnologia (a differenza dei tradizionali codici a barre, che possono facilmente deteriorarsi) funziona con un chip trasmettitore che offre maggiore affidabilità, attivandosi automaticamente vicino agli scanner di lettura dei codici. L’accuratezza di lettura oscilla tra il 95 e il 99,9 per cento: «Significa ridurre di due terzi il problema delle valigie che si perdono» dicono alla Sita. L’uso del Rfid nasce all’interno di uno specifico programma della Iata, spiega Bisignani, per «individuare le principali cause di errato smistamento e rispondere con i migliori sistemi che si adattano alle diverse caratteristiche degli aeroporti del mondo». Francesco Violante aggiunge che «con il solo sviluppo della tecnologia Rfid, l’intero settore del trasporto aereo potrà risparmiare oltre 700 milioni di dollari l’anno», circa 440 milioni di euro. Ma quanto dovranno investire le compagnie? L’industria del trasporto aereo spende ogni anno 9,6 miliardi di dollari in tecnologia. Entro il 2009, calcola la Sita, il 46 per cento delle compagnie investirà sul Rfid. Edmondo Rho