La Gazzetta dello Sport 21 maggio 2008, Gherardo Colombo, 21 maggio 2008
Mancano 200 Pm. La Gazzetta dello Sport 21 maggio 2008 Tra le cause del pessimo funzionamento della giustizia, ci sono le carenze di organico: il numero dei giudici e dei pubblici ministeri è inferiore a quello previsto dalla legge
Mancano 200 Pm. La Gazzetta dello Sport 21 maggio 2008 Tra le cause del pessimo funzionamento della giustizia, ci sono le carenze di organico: il numero dei giudici e dei pubblici ministeri è inferiore a quello previsto dalla legge. Si diventa magistrati attraverso un concorso, al quale partecipano migliaia di persone. I concorsi durano molto tempo, proprio a causa dell’elevato numero di partecipanti, e a volte ancor dipiù perché qualche candidato insoddisfatto del risultato presenta ricorso. Intanto alcuni magistrati vanni in pensione, si dimettono o lasciano l’attività: quelli che se ne vanno non vengono rimpiazzati in tempo e le carenze d’organico aumentano. Il Sole 24 ore riferisce che mancano 200 pubblici ministeri, spesso in uffici che richiederebbero più di altri la piena occupazione, come le procure di sedi a forte presenza di criminalità organizzata o quelle che si occupano dei reati commessi da minorenni. Si tratta di disfunzioni che non dipendono dalla mancanza di candidati a far parte della magistratura, ma dalla lentezza dei concorsi e da mancanza di tempestiva programmazione. I «buchi» nell’organico non sono però il solo problema. Succede infatti che non sempre si trovino magistrati disposti ad andare nei posti più «scomodi». La soluzione tradizionale era di mandarci i più giovani e meno attrezzati, magistrati di prima nomina che, non essendosi classificati tra i primi (che usualmente puntano agli uffici più ambiti) nel concorso, dovevano «scegliere» tra i posti rimasti. Il sistema, con l’ultima riforma dell’ordinamento giudiziario, è cambiato: chi passa il concorso non può essere destinato come primo impiego a fare il pubblico ministero. In questo modo, però, si corre il rischio che le sedi meno ambite rimangano scoperte per tempi lunghissimi. La soluzione non è facile, e passa probabilmente anche attraverso l’accorpamento delle sedi più piccole, che spesso non hanno aspiranti. Si tratta però, di una riforma che ha sempre incontrato isuperabili resistenze. Gherardo Colombo